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Marzo/2012 - Articoli e Inchieste
Quale crescita?
L’Italia generativa
di Carlotta Rodorigo

L’Istituto Sturzo di Roma ha individuato, e raccolto
su un sito, alcuni casi esemplari in cui si narrano
le esperienze di chi ha saputo reinventare
la tradizione, producendo non solo merci
ma valori e significati in modo creativo


Tra le tante proposte per uscire dalla crisi, da quella che si sente ripetere tutti i gironi come un mantra sia dal Governo che dalle parti sociali, ovvero che occorre tornare a crescere, a quella raccontata nelle pagine precedenti da Maurizio Pallante che invece invoca la decrescita felice che ponga al centro dell’uomo i beni più che le merci, un’altra proposta arriva dall’Istituto Sturzo di Roma.
Partendo da alcune domande (è possibile identificare un’Italia generativa? Trovare imprese che hanno avuto il coraggio di uscire dalla crisi – non solo economica – coinvolgendo molteplici capitali – umano, relazionale, sociale, economico – declinando se stesse in maniera moderna?) è partito il progetto Genius Loci: l’Archivio della Generatività Italiana (nato nel settembre 2010) in collaborazione con l’Almed.
I sociologi dello Sturzo hanno cominciato a individuare e raccogliere su un sito ad hoc (www.generativita.it) alcuni casi esemplari da cui far partire l’indagine. Il metodo di lavoro è partito dall’ascolto: concretamente – dopo una istruttoria preliminare – il comitato scientifico è andato a incontrare, intervistare e osservare quelli che son parsi «casi di generatività».
Il risultato di questi incontri è il materiale che si trova sul sito (“Genius loci: l’Archivio della Generatività Italiana”): la narrazione di esperienze, ciascuna a suo modo paradigmatica, che hanno saputo reinventare la tradizione, hanno prodotto valori e significati, hanno saputo affrontare le sfide della contemporaneità in modo generativo.
Le sezioni del sito sono 5:
Chi siamo: dove si rende conto del comitato scientifico, dei redattori che lavorano al progetto e di una breve nota sull’Istituto Luigi Sturzo di Roma.
Progetto: dove si rende conto del progetto con le sottovoci “Ispirazioni, ragioni, orientamenti; I sette criteri della generatività, Il metodo sturziano, La forza mite della politica generativa.
Storie: dove si trovano le singole storie divise in tre categorie: imprese, politica, terzo settore. Alcuni esempi: Luxottica: una governante innovativa (categoria imprese); San Benedetto Po: un progetto di crescita integrato (categoria politica); Anpas: la protezione sociale che diventa partecipazione e coesione inclusiva (terzo settore).
Idee: suddivise in 5 categorie (antropologia della generatività; destatalizzare socializzando; il particolare universale; il quinto capitalismo; la libertà dei liberi). Alcuni esempi: La sussidiaretà, la politica, la crisi di Luca Pesenti (destatalizzare socializzando).
Eventi: gli appuntamenti di convegni, giornate di studio, confronti presso l’Istituto Luigi Sturzo.
Sul sito, alla voce progetto si legge:
Genius Loci - L’Archivio della Generatività Italiana si ispira all’opera di Luigi Sturzo, a partire dalla convinzione che, oggi come allora, la divaricazione tra la vivacità del Paese reale e la sterilità delle dinamiche politico-istituzionali costituisca la causa principale della crisi economica, dell’involuzione istituzionale e del degrado morale in cui l’Italia sembra intrappolata. Di fronte a tale situazione, dedicare tempo e cura all’ascolto delle forze generative del Paese per dare loro parola e apprendere dalle loro esperienze, è – secondo la lezione sturziana - il passo più urgente da compiere. Non si tratta semplicemente di collezionare “buone pratiche”. Si tratta, piuttosto, di adottare un metodo di lavoro che permetta di arrivare a delineare quella nuova idea di sviluppo di cui l’Italia ha disperatamente bisogno, ma che nessuno sembra in grado di darle. Insuccesso non casuale: solo rimanendo fedeli e reinterpretando la propria straordinaria unicità – fatta di territorio, famiglia, piccola impresa, creatività - l’Italia potrà capire come stare al mondo nell’epoca della globalizzazione.
Nella loro varietà e originalità, i casi raccolti non rappresentano una collezione di storie felici, ma esprimono tante sfaccettature di un unico racconto del Paese che c’è ma non si vede, attraverso una rete di rimandi a territori, saperi, storie, idealità.
Genius Loci - L’Archivio della Generatività Italiana nasce, dunque, con un mandato ben preciso: mettersi in ascolto dei tanti che, lontani e inascoltati dai media e dalle istituzioni, scommettono sulla propria passione, impegno, capacità. E con loro – in un dialogo franco e proficuo con il capillare sistema di reti (funzionali, rappresentative, territoriali) che innerva il nostro Paese - lavorare per interpretare e far riemergere lo slancio vitale e la fibra morale dell’Italia di oggi”.
L’Archivio è anche un con-testo, cioè uno spazio di ricerca a partire da quanto concretamente c’è, in vista della definizione e disseminazione di soluzioni istituzionali, modelli di azione, pratiche organizzative efficaci e innovative.
Gli obiettivi dell’Archivio sono: permettere l’identificazione in quella parte di Paese che c’è e di cui possiamo essere orgogliosi; individuare parole, caratteri, simboli dell’Italia generativa; realizzare la connessione, la comunicazione e l’emersione dell’Italia generativa; mettere a punto modelli, pratiche e soluzioni generative nei territori e con le reti; delineare l’ispirazione, le linee e gli strumenti di una politica generativa.
Uno dei sociologi impegnati sul progetto è Mauro Ma gatti il quale ha dichiarato: «E’ finito un ciclo iniziato quarant’anni fa, quando il ’68 ha fatto saltare il modello sociale nato nel dopoguerra in nome della libertà soggettiva. Ora, dopo trent’anni di esplorazione e dissipazione, dobbiamo chiederci cosa fare dopo quella lunga adolescenza, e cosa costruire in questa fase che chiamerei della maturità». Per il sociologo la libertà che ha puntato al benessere di se stessi e del proprio clan deve aprirsi e fare qualcosa di buono per la società: «La libertà deve diventare generativa: prendersi cura di se stessi ma anche di ciò che ci sta intorno, persone ambiente. Un’azione che ricostruisca una scala di valori nella società e nell’impresa e le fertilizzi». Certamente un sogno culturale quello dello Sturzo ma certamente anche una base seria e solida non solo per uscire dalla crisi ma per ridare dignità e senso alla nostra società.

FOTO: Una veduta aerea di San Benedetto Po

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