Uno stadio, lo stadio di San Siro a Milano, gremito da 80 mila persone sono famiglie piene di entusiasmo che si sono ritrovate insieme a far festa per papa Benedetto XVI.
Queste sono occasioni che ci aiutano a non sentirci soli.
Nell’aria c’è emozione guardando l’immensità dell’incontro che conferma quanti chiedono un cammino di fede e dimostrano la loro ammirazione per il Santo Padre e ciò che lui rappresenta.
Tante famiglie, un popolo giunto in Italia dal mondo intero guidati da “Amore e condivisione”.
Giovani, anziani, bambini formano questo popolo per questo incontro.
Non c’è divisione di storia o età ma una esperienza comune di umanità che vuole andare insieme verso un futuro migliore.
Dopo confronti, dibattiti e tante testimonianza diverse si è giunti alla certezza che solo in una solida famiglia si può crescere serenamente.
Tutta l’umanità attraverso l’evoluzione è oggi giunta ad una svolta importante, connessa al progressivo inserimento della donna, elemento centrale per la connessione della famiglia in tutti i campi di attività produttiva, fenomeno che comporta, sul piano familiare un indebolimento nella convivenza quotidiana.
All’antica “familia” romana che dava al “pater” potere illimitato con il cristianesimo si è giunti oggi a svalutare la famiglia.
Stiamo vivendo un processo complicato con nuove leggi che interessano il matrimonio ma che colpiscono il concetto stesso di famiglia.
In questo periodo di crisi economica e di valori, una famiglia unita resta la vera arma a nostra disposizione per affrontare tutti i problemi.
Difficoltà del lavoro che non c’è che possiamo riuscire a sopportare, uniti con amore e condivisione. Questo rende capaci le famiglie di affrontare ogni sfida lasciandoci guidare dalla fede.
Non c’è risposta migliore della parola di Dio vissuta nel concreto della vita.
Ecco perché le famiglie sono lì in quello stadio pieno d’amore e di speranza, per allontanare la disperazione che avanza.
Per aprire un percorso di fede che sostenga le famiglie condividendo i tanti problemi, dalla tragedia del terremoto alle difficoltà quotidiana senza perdere la speranza.
Questo è il fine di questo incontro con il Papa al quale le famiglie vogliono stringersi con affetto poiché sanno che la Chiesa vive da secoli per l’unica cosa che possiede, la speranza in Cristo.
A nulla valgono quelle “idi riservati” rubate a scopi egoistici per minuti di celebrità. Lettere e documenti da usare per trattative sotterranee, messaggi criptati che poco interessano la Chiesa di Roma il faro che illumina l’unica via di speranza che il mondo sta perdendo.
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