home | noi | pubblicita | abbonamenti | rubriche | mailing list | archivio | link utili | lavora con noi | contatti

Giovedí, 22/10/2020 - 15:12

 
Menu
home
noi
video
pubblicita
abbonamenti
rubriche
mailing list
archivio
link utili
lavora con noi
contatti
Accesso Utente
Login Password
LOGIN>>

REGISTRATI!

Visualizza tutti i commenti   Scrivi il tuo commento   Invia articolo ad un amico   Stampa questo articolo
<<precedente indice successivo>>
Gennaio-Febbraio/2012 - Articoli e Inchieste
Giallo accademico
Il silenzio degli innocenti?
di Silio Bozzi*

Venni a conoscenza della “querelle” Artemidoro piuttosto tardi e, confesso, con una deplorevole superficialità. Lessi infatti con distrazione i sempre più numerosi articoli sul Corriere della Sera e La Repubblica relativi al prodigioso papiro. Ma, come si sa, tutte le passioni tardive sono divoranti, e sopra tutto inattese. Fu grazie all’amica Silvia Ronchey che appresi dell’esistenza del lavoro del grande Canfora e della misteriosa foto del Konvolut, il prezioso bozzolo che avrebbe cioè dovuto costituire, in extremis, la prova regina dell’autenticità del Papiro di Artemidoro.
L’immagine di cui tutti oramai parlavano, dalla quale occhieggiavano brani di testo e disegno presenti sul papiro dei misteri, mi apparve ictu oculi assai sospetta. Aree molto nitide si alternavano quasi capricciosamente a zone sfuocate. Guarda caso le lettere e i tratti grafici presenti sul papiro si trovavano proprio in quelle sparse e incoerenti piccole oasi di nettezza. Il primo sguardo fu sufficiente a lanciare la sfida. Mi trovai, almeno inizialmente, di fronte a un problema tecnico: foto vera o falsa? Quindi assieme alla mia giovane squadra, fuori dalle ore destinate al servizio, cominciammo la nostra ricerca. Non fu un lavoro facile. Dopo svariati esperimenti, condotti con l’ausilio di tecnologia molto avanzata, ci accorgemmo che le lettere greche presenti sulla immagine del Konvolut non manifestavano alcuna deformazione prospettica, anzi esse erano perfettamente sovrapponibili alle corrispondenti lettere del papiro nonostante fossero situate su superfici inclinate, danneggiate o variamente distanti dall’obbiettivo. Ancora più clamorose apparvero le incoerenze dimensionali tra l’ondulata zampa posteriore della giraffa presente sul K (così oramai confidenzialmente chiamavamo il Konvolut) e quella documentata sul papiro disteso. Ben presto l’immagine del K, che avrebbe dovuto ridurre al silenzio i profani, si rivelò, per i sempre meno compatti sostenitori dell’autenticità artemidorea, una vera e propria catastrofe. Si trattava infatti di un fotomontaggio. Ben elaborato ma pur sempre una bufala. Perché costruire un secondo falso per proteggere o giustificare il primo? La notizia, esplosiva, fu annunciata, nello stupore e sgomento generale in occasione del convegno internazionale tenutosi il 29 marzo 2009 a Rovereto. L’effetto fu comprensibilmente devastante. I nostri accertamenti sulla fotografia, custodita presso il Centro Vogliano, e suggeriti dall’incauto storico delle fotografia Morello, completarono l’opera di demolizione del K. Sul solco tracciato dalla nostra ricerca si inoltrarono fior di studiosi, quali Antonio Granata, Giovanni Bottiroli e Sergio Namias, che scrissero l’epitaffio del K. Chiedemmo infine al venditore amburghese, Serop Simonian, di mostrare il negativo del misterioso scatto ma ogni tentativo cadde nel vuoto. Ma, lasciatemi dire, lavorare con Canfora è stato un incanto. Rigore, logica suprema, capacità di scavo mostruosa, ironia antica, la semplicità dei grandi, uno spettacolo. Andiamo avanti: l’analisi della mia equipe si spostò dalla foto del K prima sulla cosiddetta scrittura impressa poi sui disegni anatomici del papiro. Ci accorgemmo che i grossolani disegni (un tempo definiti incredibilmente “di squisita fattura”) attorno alle lacune delle fibre rivelavano lo stesso tipo di grottesca deformazione anatomica: piedi con sette o otto dita, caviglie contorte, in barba all’apollineo senso greco dell’armonia e delle proporzioni e così via. La firma anzi le firme dei falsari si andavano via via delineando. L’ombra del grande falsario greco Simonidis non camminava sola... Penso che la controversa (e per lunghi tratti imbarazzante) vicenda legata al falso papiro di Artemidoro sarà a lungo ricordata come la più complessa, affascinante e anche tormentata indagine su un oggetto a suo modo antico e interessante. Sicuramente una delle più belle indagini della mia carriera. Da questa vicenda emerge anche e purtroppo un imbarazzante “conformismo” accademico, per non dire altro. Giova sottolineare infatti che, nonostante le insistenti sollecitazioni e i nuovi granitici elementi a favore della falsità del reperto, nessun credibile dibattito scientifico attorno all’autenticità del Papiro di Artemidoro è stato mai varato. Il silenzio degli innocenti?
*Vice questore aggiunto della Polizia di Stato

<<precedente indice successivo>>
 
<< indietro

Ricerca articoli
search..>>
VAI>>
 
COLLABORATORI
 
 
SIULP
 
SILP
 
SILP
 
SILP
 
SILP
 
 
Cittadino Lex
 
Scrivi il tuo libro: Noi ti pubblichiamo!
 
 
 
 
 

 

 

 

Sito ottimizzato per browser Internet Explorer 4.0 o superiore

chi siamo | contatti | copyright | credits | privacy policy

PoliziaeDemocrazia.it é una pubblicazione di DDE Editrice P.IVA 01989701006 - dati societari