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Novembre-Dicembre/2011 - SOLO ON LINE SU POLIZIA E DEMOCRAZIA
La scienza che studia il tempo
di Carlotta Rodorigo



Sull’ondata dei tragici avvenimenti verificatisi in questi ultimi tempi, come alluvioni, straripamenti, terremoti, maremoti, che hanno procurato sciagure irreparabili si è sentita la necessita di conoscere, attraverso studi scientifici quanto riguarda questi fenomeni naturali, per avvalorare tutte quelle forme possibili di previsione e prevenzione dei rischi che corriamo.
L’uomo deve conoscere quanto lo minaccia e come comportarsi nei momenti di emergenza per difendersi ed essere di aiuto agli altri.
Non è sempre il fato che ci procura queste sciagure, forse possiamo essere impotenti nei confronti di vulcani in eruzione o di fronte ai terremoti ma è possibile edificare edifici resistenti al sisma ed evitare di costruire sulle pendici dei crateri per tutelare la comunità e i suoi beni da ogni calamità.
Attraverso la meteorologia possiamo essere informati sulle condizioni atmosferiche e sui mutamenti cui è soggetta l’atmosfera.
Il primo ad occuparsi di questa particolare disciplina fu Aristotele autore di un trattato avente per titolo “Meteorologia”. Ma bisogna arrivare a Galileo Galilei nel XVI secolo che con studiosi fiorentini, suoi collaboratori, costruì il primo termometro. Anche il Torricelli, nella metà del 1600 con i suoi studi scoprì il principio del barometro che la meteorologia passò da ricerca a scienza attraverso gli studi di Boyle sui gas e di Hooke sui barometri.
Fu quest’ultimo a costruire il primo barometro con indicazioni atmosferiche.
Soltanto più tardi Fahrenneit inventò un termometro a mercurio perfetto. Oggi abbiamo molti osservatori, stazioni climatologiche e stazioni dati che ci forniscono tutte le notizie che ci permettono di avere un quadro preciso delle condizioni atmosferiche che si verificano in un tempo stabilito in un preciso territorio.
Oggi riceviamo osservazioni anche da stazioni radio che emettono radiosonde e radarsonde. Mentre negli strati più alti dell’atmosfera i satelliti, attraverso l’organizzazione meteorologica mondiale trasmettono tutti i dati raccolti. Quello che la meteorologia studia ci comunica le variazioni regolari o irregolari che avvengono nel’atmosfera, analizzando temperatura, umidità, precipitazioni, venti e radiazioni solari.
I rilievi, per accordi internazionali, vengono comunicati più volte al giorno seguente dal servizio meteorologico dell’Aeronautica e dall’Ufficio centrale di Meteorologia ed Ecologia.
Le brusche variazioni climatiche oltre che causare disastri ambientali possono procurare su individui predisposti turbe vasomotorie e neuro-endocrine di vario tipo come mal di montagna, depressione, o agitazione neuro-psichica.
Attraverso la meteorologia, in quanto scienza, miriamo alla conoscenza delle eleggi che regolano le variazioni dello stato atmosferico e che ne determinano anche il clima.
Permettendo la compilazione di un pronostico attraverso le numerose osservazioni compiute contemporaneamente su molti punti della superficie terrestre, rapidamente accentrate, coordinate e interpretate possiamo prevenire o arginare, almeno in parte, i disastri procurati da fenomeni di origine meteorologica.
Per gli interventi, in caso di calamità, abbiamo un servizio nazionale di Protezione Civile che attua misure, elaborati attraverso l’attività tecnico-scientifiche che determinano la previsione di catastrofi dalle calamità e assicurano il tempestivo soccorso alle popolazioni e tutelano gli insediamenti urbani e industriali.

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