Al di là dei sondatti, per natura transitori, può
l'ex speaker della Camera aspirare a rappresentare
il gop nelle presidenziali del 2012?
Seguendo l’andamento ondivago che ci propinano le polling agencies, registriamo la “star” del momento nel GOP: Newt Gingrich. Infatti, più o meno a partire dal 13 novembre ad oggi (siamo agli inizi di dicembre N.d.r.) G. è in testa a tutti i sondaggi, superando persino lo strafavorito Romney la cui leadership, sempre sondaggi alla mano, in precedenza era stata già “insidiata” dalla Bachmann in un breve periodo tra agosto e settembre, poi da Perry tra settembre e ottobre, ed infine da Cain (ora ritiratosi dalla lizza) per alcune settimane tra ottobre e novembre.
Se quest’andamento delle preferenze dell’opinione pubblica, riportato dai sondaggi, dovesse essere preso come “modello”, potremmo considerare l’attuale ascesa di G. solo l’ennesimo guizzo di un candidato repubblicano, destinato a godersi la sua parentesi di gloria a tempo determinato, e con scadenza verso fine dicembre.
Ma stavolta G. ha un vantaggio che gli altri non hanno avuto in precedenza: l’aumento delle preferenze a lui attribuite arriva ad un passo da quello che realmente potrà avere un peso nella futura corsa degli aspiranti leader del Gop, ovvero l’apertura ufficiale delle primarie repubblicane con i caucuses del 3 gennaio in Iowa. Questa è la prima di 11 tappe elettive che porteranno poi tra il 27 ed il 30 agosto 2012 alla convention nazionale del partito repubblicano a Tampa Bay, in Florida, per designare formalmente il candidato che affronterà il presidente Obama.
Newton Leroy McPherson, nasce nel giugno del 1943 in Pennsylvania da Kathleen Daugherty e Newton Searles McPherson, ma prenderà il cognome dal secondo marito della madre, l’ufficiale dell’esercito Robert Gingrich, che lo adottò. G. è definito dai media americani uno “tosto”, difficile da sorprendere e molto preparato: è uno storico ed autore di libri e si è laureato alla Emory University, dove ha successivamente ottenuto anche un Master, ha inoltre conseguito il dottorato - Ph.D.- alla Tulane University ed ha insegnato storia e geografia al West Georgia College.
Ha tre sorelle: Candace Gingrich, Susan Gingrich, and Roberta Brown. In particolare la sorella Candace, 45 anni, lesbica, ha dichiarato che suo fratello “è certamente dal lato sbagliato della storia quando si tratta di affrontare le tematiche dei diritti dei gay”, aggiungendo, ai microfoni di Msnbc, che lavorerà duro per assicurarsi che il presidente Obama venga rieletto nel 2012, al di là di chi sia il candidato repubblicano che lo sfiderà.
Il giovane Newton viene educato e cresciuto come un Luterano, per abbracciare poi la dottrina dei Battisti del Sud durante gli anni del College, e cambiare nuovamente fede, divenendo un fervente cattolico, nel marzo del 2009, dopo un periodo di riflessione partito a seguito della visita di Benedetto XVI negli Stati Uniti nel 2008.
Questa sua propensione al cambiamento si è manifestata anche nelle vita matrimoniale. Sposato tre volte, ha lasciato le ultime due mogli ogni volta per amanti con cui ha prima portato avanti per anni segrete relazioni extra-matrimoniali. Se c’è una cosa che gli americani non gli perdonano, dicono dagli Usa, è il fatto che G. portò i documenti per il divorzio alla prima moglie mentre quest’ultima era ricoverata in ospedale per un tumore.
La terza ed ultima moglie (almeno per ora) Callista, era la sua giovane assistente al Congresso, e con lei aveva avuto, neanche a dirlo, una relazione extraconiugale.
Ed è infatti questa instabilità affettiva uno dei tasti da battere dagli altri candidati. In particolare Romney, che nelle ultime apparizioni pubbliche sta prendendo decisamente le distanze dai comportamenti privati del rivale, si presenta invece come un padre di famiglia, fedele alla moglie e dedito ai suoi figli. Pur non citando mai direttamente Gingrich, a chi si riferirebbe altrimenti quando afferma: “ sono stato sposato con la stessa donna per 25 anni”?
Romney, che ricordiamo essere ancora il favorito tra i repubblicani, aveva incontrato un’inaspettata rivale in Michele Bachmann, poi si era preoccupato dell’improvvisa ascesa di Rick Perry, e infine ha assistito all’impennata di Herman Cain, il quale è riuscito a mettersi fuori gioco da solo per i suoi scandali sessuali (pare proprio che ognuno abbia i suoi sexual affairs nascosti sotto al letto) e per la manifesta incompetenza: “.. la Libia? Mhh a si.. no..beh devo raccogliere le idee..”
Newt Gingrich era stato decisamente sottovalutato dai manager della campagna di Romney, perché lo ritenevano superato, un vecchio politico del passato, già troppo conosciuto dall’opinione pubblica, quindi innocuo. Invece ora si ritrovano a dover cercare una strategia “anti G.”
In effetti politicamente G. ha un discreto bagaglio alle spalle. Dal 1979 al 1999 deputato dello stato della Georgia, nel 1995 Time Magazine lo nominò “uomo dell’anno”, legando il suo nome ad una delle più grandi vittorie nella storia del partito repubblicano: la conquista della maggioranza alla Camera nel 1994, dopo quarant’anni di maggioranza democratica. E’ stato inoltre il 58esimo Presidente della Camera dei Rappresentanti tra il 1995 e il 1999, quando lascia l’incarico sotto pressione del partito, a seguito della sconfitta dei Repubblicani nel Congresso durante le elezioni del 1998.
Questo insuccesso venne poi addebitato proprio alla strategia politica di G., il quale sfidò così tenacemente l’amministrazione Clinton sul bilancio degli Stati Uniti, che lo scontro portò al famigerato government shutdown, il blocco di ogni attività del governo. Strategia che si rivelò essere un boomerang per i repubblicani, sui quali la maggioranza dei cittadini fece gravare la responsabilità della fase di immobilità politica. Due anni dopo Bill Clinton ottenne di conseguenza una facile rielezione.
Nei quattro anni di presidenza della Camera, Gingrich ha lanciato molti attacchi contro la moralità del presidente Clinton, anche se personalmente stava conducendo, almeno dal punto di vista sentimentale, vite parallele piuttosto discutibili.
In queste trascorse settimane, anche lo staff della Casa Bianca lo aveva sottovalutato, considerando come vero avversario solo l’ex governatore del Massachussets. Ora pero' David Axelrod, uno dei principali consiglieri dell’entourage di Barack Obama, ha iniziato a lanciare un’ “offensiva mediatica” nei confronti di G., ad esempio dichiarando: “ Il vecchio partito repubblicano era abbastanza gerarchico: oggi invece e’ diviso in due: da una parte c’e’ il Tea Party, dall’altra c’e’ il partito del cocktail Martini.” Con questa battuta Axelrod ha evidenziato le spaccature all’interno della componente repubblicana, divisa tra l’ala ultraconservatrice e populista”, vicina alle posizioni di Gingrich, e quella invece rappresentata da Romney, legata agli interessi di Wall Street, appunto il ”gruppo del Martini”.
Ma anche a G. i soldi e la bella vita non dispiacciono. Innanzitutto ha affari in diverse compagnie ed agenzie milionarie come: la “Gingrich Productions” diretta dalla moglie, attraverso la quale G. idea e produce documentari, libri, audiolibri e che gli ha fatto guadagnare, solo nel 2010, circa 2.4 millioni di dollari.
Poi c’era la Gingrich Communications, che promuove le apparizioni pubbliche di G. soprattutto presso Fox News, dove riceve la bellezza di oltre 60.000 dollari ad apparizione. L’agenzia ha però chiuso quando è iniziata la campagna presidenziale.
Passando poi per la Celebrity Leaders, agenzia di ingaggio di personalità, di proprietà della figlia, e compartecipata da G. stesso.
Per finire la FGH Publications che produce e cura gli interessi per le consulenze cinematografiche ed editoriali di G.
I molteplici interessi economici spingono il candidato a soffermarsi, al termine di quasi tutti i comizi, in promozioni più o meno esplicite dei suoi libri, così come dei film della sua casa di produzione. Secondo l'Huffington Post, Gingrich è più interessato al successo dei suoi prodotti che alla sua candidatura.
Ed è proprio la passione per la bella vita ed il denaro, che spende molto facilmente, che potrebbe compromettere seriamente il suo futuro politico. Ad agosto fece una crociera in Grecia, con la moglie Callista, dove sperperò tanti di quei soldi che venne abbandonato persino da alcuni componenti del suo staff elettorale. Recentemente poi è saltata fuori una spesa di oltre 30 mila dollari di viaggi in jet privati, e un debito da Tiffany quantificato fra i 250 e i 500 mila dollari.
Quindi, malgrado gli ultimi sondaggi e il clima positivo, Gingrich per poter proseguire con qualche possibilità di successo la sua corsa, deve risolvere il problema del denaro. Il Washington Post, in prima pagina, ricorda ancora che Newt e' indebitato sino al collo e avrà difficoltà nell’organizzarsi sul territorio, aspetto dove invece è molto ben strutturato Mitt Romney.
A tre settimane dall'inizio delle primarie repubblicane una sua dichiarazione fa infuriare i palestinesi. Intervistato dal Jewish Channel, tv via cavo Usa che si rivolge al pubblico ebreo, G. ha affermato che i palestinesi sono un popolo "inventato". "Penso che il popolo ebraico abbia diritto ad avere uno stato. Ricordiamo che non esisteva una Palestina in quanto stato. Era parte dell'impero ottomano. E penso che abbiamo avuto un popolo palestinese inventato. Di fatto sono arabi, storicamente parte della comunità araba". Immediata la reazione dall'Autorità Palestinese che dipinge Gingrich come un razzista che non sa di cosa parla. Saeb Erakat, negoziatore di punta dell'Anp, dice si tratti "dell'affermazione più razzista che abbia mai visto, pensieri del genere dovrebbero essere allarme e preoccupazione per il mondo". E anche i colleghi repubblicani hanno preso le distanze.
Ma durante il dibattito tv andato in onda da Des Moines, Iowa, Gingrich si è invece difeso in modo calmo e deciso dai numerosi attacchi dei rivali. Sulle passate infedeltà coniugali ha ammesso che "quando le persone guardano a uno che deve diventare presidente devono sentire che si possono fidare. Ma io ora sono un nonno di 67 anni e sono felice che in molti mi giudichino per quello che sono ora, e non solo per singoli episodi della mia vita".
E in merito alle dichiarazioni sullo stato palestinese, con freddezza e lucidità ha semplicemente dichiarato: “Tutti dovrebbero avere il coraggio di dire la verità”.
Nelle due ore di diretta televisiva, l'ex speaker della Camera dei rappresentanti e l'ex governatore del Massachusetts hanno staccato di netto gli altri aspiranti leader del GOP. Ma è ancora tutto possibile in questa campagna elettorale. L’appuntamento con le primarie repubblicane è rimandato al 3 gennaio, in Iowa, vero primo banco di prova per tutti i candidati right man.
Foto: Time Magazine
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