Ricordate l’inquadratura iniziale di Taxi Driver? Il film del 1976 diretto da Martin Scorsese, scritto da Paul Schrader, ed interpretato da Robert De Niro, si apre con un’inquadratura suggestiva: il taxi guidato da Travis Bickle, il protagonista, attraversa molto lentamente una colonna di fumo che fuoriesce da un tombino, dapprima lambendo i pneumatici, poi avvolgendo quasi completamente l’automobile gialla. E’ notte fonda, su una strada qualsiasi di New York.
Quello del vapore che si alza da un marciapiede o dai chiusini nelle strade, è un fenomeno tipico nell’imponente scenografia metropolitana newyorkese, quindi sapientemente utilizzato dai registi nelle loro riprese come richiamo immediato alla Grande Mela.
Certo, gli abitanti di Manhattan non ci faranno più di tanto caso ormai, un po’ diverso per i turisti di tutto il mondo, che incuriositi dal fenomeno, lo immortalano con filmati e foto (come il sottoscritto), cercando magari di ricreare quelle inquadrature viste tante volte al cinema.
Se aveste la possibilità di trovarvi nella Città in pieno inverno poi, lo spettacolo sarebbe assicurato. Specie nei mesi invernali infatti, da sotto il manto stradale emana questo intenso vapore, che col freddo forma colonne di intenso fumo bianco. Ma da cosa è originato esattamente?
La spiegazione è in realtà piuttosto semplice: si chiama teleriscaldamento, ed è il sistema applicato a New York (e non solo come poi vedremo) per riscaldare centri commerciali ed uffici, arrivando inoltre anche a moltissime abitazioni. Con i suoi 170 chilometri di distribuzione sotterranea, il vapore consente di avere acqua calda ed energia per l’aria condizionata.
Quasi tutta la città è attraversata da un fitto reticolo di condutture che trasportano il vapore delle centrali termoelettriche. Il sistema di distribuzione è gestito dalla società elettrica Con Edison che dispone di sette impianti per la produzione di vapore, cinque dei quali a Manhattan. Questi impianti sono collocati in punti chiave della city, hanno altissime ciminiere e sono forniti di sistemi all’avanguardia per il controllo delle emissioni. Negli impianti il gasolio viene convertito in vapore, con una dispersione di energia relativamente bassa, per poi essere successivamente instradato verso gli edifici della città.
Il vapore serve sia per il riscaldamento, che per l' acqua calda, che infatti è disponibile quasi ovunque ad altissima temperatura e in grande quantità. Inoltre tre di questi stabilimenti producono anche elettricità: il vapore appena prodotto per essere immesso nella rete di distribuzione, passa prima attraverso turbine, generando energia elettrica.
Il sistema fu introdotto all'inizio del secolo, quando le case erano ancora riscaldate a carbone, con la conseguenza di avere ceneri ovunque nelle case e nell’aria della città. Le ceneri venivano poi ritirate da camion trainati da cavalli: facile immaginare le strade sempre sporchissime e l’aria irrespirabile.
Un beneficio non secondario del teleriscaldamento, è la notevole riduzione di inquinamento.
Il teleriscaldamento quindi è all’origine del vapore di New York, e del fumo che noi vediamo in superficie. Il vapore che esce dai tombini non proviene in genere direttamente dalle condutture, ma è prodotto dalla condensazione di acqua esterna che viene a contatto con i tubi incandescenti.
Quando però grandi quantità di acqua esterna raffreddano una conduttura (per esempio per la rottura di un tubo dell’acqua corrente), facendo condensare il vapore interno che con un brusco aumento di pressione ritorna allo stato liquido, potrebbero esserci conseguenze un po’ meno pittoresche del semplice fumo di condensa, potrebbe infatti spaccarsi il tubo. La rete è stata soggetta a diversi guasti nel tempo, alcuni dagli effetti spettacolari.
Nel luglio 2007 ad esempio, all’incrocio tra la 41esima strada e Lexington avenue, l’esplosione di una conduttura risalente al 1924 causò getti di vapore alti fino al quarantesimo piano degli edifici circostanti.
Casi estremi a parte, Il teleriscaldamento è un sistema di riscaldamento collaudato e sfruttato anche in Europa centro-settentrionale, oltre che negli Stati Uniti e in Giappone; inoltre è ampiamente diffuso anche in Cina e nei Paesi dell’Est. New York fu il primo centro urbano teleriscaldato (1876) e nel 1893 il primo impianto europeo venne realizzato ad Amburgo.
In Italia la città di Brescia, nel 1971, fu una tra le prime ad introdurre questo servizio. Attualmente Brescia, Torino e Reggio Emilia sono i maggiori poli urbani italiani all’avanguardia in questo settore.
I costi di realizzazione degli impianti sono però molto elevati, ma vengono poi assorbiti nel tempo, utilizzandoli. Si sostituiscono alle singole caldaie di ogni casa, e sono meno nocivi per l’ambiente dei più tradizionali sistemi di riscaldamento.
Chissà se in futuro vedremo colonne di fumo alzarsi dalle strade di Roma, magari tra i san pietrini, per ora accontentiamoci delle immagini dei vaporosi manholes newyorkesi.
Foto: Claudio Ianniello
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