La Polizia postale ha solo 30 anni, eppure
il ruolo che è arrivata a svolgere nella sicurezza
individuale e collettiva in Italia è, oggi più che mai, fondamentale
e rilevante. Creata nel 1981 per via della legge riforma
dell'Amministrazione della Pubblica Sicurezza come “Specialità”
della Polizia di Stato, il reparto è ‘cresciuto’ seguendo
lo sviluppo della comunicazione informatica, l’evoluzione
tecnologica di Internet e il diffondersi di reati come
l’hacking, l’e-commerce, phishing e la pedofilia online
Dopo la riorganizzazione e modernizzazione della Specialità nel 1998 da parte del Ministero dell’Interno, la Polizia postale e delle Comunicazioni ha assunto i connotati con cui la conosciamo oggi: un nucleo di esperti investigatori capaci di monitorare la grande Rete di Internet, e di agire come “sceriffi” informatici. Oggi, la Polizia postale svolge attività d’intelligence e sicurezza telematica, di vigilanza di tutti quei reati tradizionali che hanno come fine o strumento per la loro realizzazione il mezzo informatico, e porta avanti investigazioni per la prevenzione e il contrasto alle violazioni sul diritto d’autore. Una serie di compiti indubbiamente non facili da affrontare, data la mancanza di un ‘nemico’ fisico, ma soprattutto che ci riguardano personalmente, in un’era in cui social media e web sono diventati piattaforma di scambio predominante per la maggior parte delle nostre comunicazioni.
In Italia, la Postale, presso cui la Polizia di Stato ha attivato, durante gli anni ’90, il Nucleo Operativo di Polizia delle Telecomunicazioni (Nopt), rappresenta uno dei pochi organi giudiziari che possono garantire una certa serenità quando si tratta di pirateria online, violazioni della privacy o truffe della Rete. Solo recentemente, il servizio ha bloccato un tentativo di cyber guerra alla Lega, il blitz-burla a opera di un certo “Ermes La Beffa” nei confronti della pagina Facebook della prima festa della Lega Nord di Fermignano, dove risiede l’unico sindaco leghista delle Marche, dottor Giorgio Cancellieri, che vedeva una pubblicità decisamente poco ortodossa (tanto di bambino che imbraccia un fucile e mira a un gommone con un ragazzo nero a bordo) apparire sul social network. E ancora, lo scorso maggio gli investigatori del Cnaipic del Servizio Polizia postale e delle Comunicazioni arrestavano ad Olbia il pirata informatico che offriva a pagamento accessi illeciti alla banca dati del Pra, evitando così una complessa attività criminale che partiva dal furto d’identità digitale fino alla commercializzazione su ampia scala d’informazioni sottratte da banche dati. Qualche mese fa, è scattata la denuncia alla Polizia postale per la pagina Facebook delle legioni di Gaetano Saya, fondatore del Partito Nazionalista Italiano, a seguito delle affermazioni omofobe e razziste lanciate nuovamente dal leader neofascista. È chiaro dunque come la Postale sia una presenza silenziosa ma costante nella vita quotidiana dei milioni di italiani che sono online ogni giorno.
Il controllo della rete, dai siti web alle chat-line e ai forum virtuali, ha richiesto l’istituzione di squadre specifiche all’interno della Postale, capaci di navigare efficacemente sul web. Dopo la formazione del Nopt durante gli anni ‘90, menzionato in precedenza, la legge 6 febbraio 2006 n.38 ha istituito presso il Servizio Polizia postale e delle Comunicazioni del Dipartimento di Pubblica Sicurezza il “Centro Nazionale per il Contrasto della Pedopornografia sulla rete Internet” ad oggi il punto di raccordo per la trattazione delle segnalazioni, provenienti sia da altre forze di Polizia anche straniere, sia da cittadini, da Associazioni di volontariato e da Provider sugli odiosi crimini legati alla pedofilia.
Dal 2008, il valore aggiunto dello Cnaipic (Centro Nazionale Anticrimine Informatico per la Protezione delle Infrastrutture Critiche), un’unità attiva h24 e volta a combattere e prevenire attacchi informatici alle strutture critiche, ha rinforzato ulteriormente il ruolo fondamentale della Polizia postale. Le sentinelle del web, come amano definirsi, svolgono un lavoro di osservazione e vigilanza sulla rete finalizzato a contrastare gli attacchi contro siti aziendali e istituzionali. E ancora, il bisogno crescente di analisi approfondite dei fenomeni che si succedono in rete per la ricerca e progettazione di nuove strategie investigative in materia di computer crime e per tracciare i profili psicologici e comportamentali degli autori dei reati ha portato alla creazione dell’Uaci (Unità di Analisi del Crimine Informatico), diretta da uno psicologo della Polizia di Stato, esperto in Criminologia, i cui membri sono dotati di capacità specifiche in ambito tecnologico, psicologico e giuridico.
Cooperazioni internazionali
La Polizia postale e delle Comunicazioni, come la rete, non si da un confine specifico, ma si muove dentro e fuori l’Italia. Una condizione fondamentale dal punto di vista dell’efficacia operativa: Internet è una realtà planetaria, e uno scambio con interlocutori nazionali ed internazionali è ovviamente una necessità. Il servizio ha dunque stretto non solo collaborazioni con l’Autorità garante delle comunicazioni ed il Ministero delle comunicazioni e accordi con enti come Ferrovie dello Stato, Poste Italiane, Abi e Grtn, ma anche importanti cooperazioni internazionali. La Postale partecipa ai lavori dell’European Working Party on Information Technology Crime che si riunisce periodicamente presso il Segretariato Generale Interpol di Lione, del Comitato High Tech Crime dell’Europol e del Police Cooperation Working Group (Pcwg) della Commissione Europea. Il Servizio fa parte del Sottogruppo High Tech Crime del G8 e del Comitato per la Politica dell’Informatica e delle Comunicazioni (Iccp) dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (Ocse). Ma è anche punto di contatto internazionale per le emergenze di carattere informatico all’interno della rete istituita nel G8. Nella lotta alla pedopornografia online, il Servizio partecipa agli incontri del Child Phornography Group ed è parte del network di polizie denominato Virtual Global Task Force (Vgt). Una presenza all’estero importante dunque, che si riflette anche nell’estensione capillare della Polizia postale su tutto il territorio nazionale attraverso i 20 compartimenti con competenza regionale e le 80 sezioni con competenza provinciale, sotto il coordinamento della sede centrale di Roma.
“Un giro d’affari di 3 miliardi”
Ci sono tutta una serie di dati allarmanti riguardanti l’Italia e il web che invitano a riflettere su come la Polizia postale sia diventata una risorsa essenziale per la sicurezza nazionale e non. I circa duemila uomini e donne che fanno parte di questo dipartimento hanno visto il loro lavoro aumentare notevolmente negli ultimi anni. Si sono dovuti adeguare a nuovi tipi di reato come il cybercrime e la pedofilia informatica, ma anche la recente infiltrazione della mafia nei canali del web.
La Specialità ha dovuto fronteggiare la crescita dei reati postali, un fatturato di milioni e milioni di euro che arricchisce organizzazioni della malavita. In tal senso, la Polizia postale è rimasta l’unico Ufficio del Dipartimento della Ps che, oltre ad occuparsi di criminalità informatica, ha anche mantenuto al proprio interno un settore della Polizia Giudiziaria addetto in modo specifico a frenare quei reati legati al furto di corrispondenza e a quelli di truffa al bancoposta.
Secondo la Postale, il numero delle denunce di truffe via Internet a metà 2011 aveva già pareggiato il conto delle denunce presentate in tutto il 2010, quando ammontarono a 5.051 e portarono all’arresto di 285 persone e alla denuncia di 3.695 persone. Per aumentare la sensibilizzazione dei consumatori a tali reati, la Postale ha lanciato un’iniziativa con Paypal di stampare una breve guida all’e-commerce sicuro contenente consigli e accorgimenti per azzerare o quantomeno limitare i danni.
Lo scorso aprile, in occasione della presentazione a Milano dell’Internet Security Threat Report di Symantec, Marco Valerio Cervellini, responsabile relazioni esterne dell’organismo che si occupa di cyber terrorismo e pedopornografia, ha lanciato un messaggio allarmante riguardo al problema della sicurezza dei sistemi informatici, affermando che la criminalità organizzata «è entrata a piedi uniti in questo business». Questo accade tramite il lavoro di hackers che lavorano su commissione e operano vere e proprie estorsioni con armi virtuali, attaccando non solo banche ma anche istituzioni. Il fenomeno, secondo la Postale, è molto più diffuso e radicato di quanto si possa immaginare.
Ad aggiungersi a questo quadro decisamente poco roseo, c’è poi il fatto che il 3% di tutto lo spam mondiale proviene dall’Italia, che ha visto un’evidente scalata nel ranking dei Paesi in cui hanno origine gli attacchi informatici, posizionata dietro Regno Unito e Germania e davanti alla Russia. Circa il 30% di questi attacchi sono diretti ai nostri cittadini e aziende. Per Roma poi c’è un’altra brutta notizia: la Capitale è infatti la quinta città al mondo per numero di bot attivi e, ovviamente, la prima in Italia, seguita da Milano, Cagliari e Arezzo.
Si stima un giro d’affari di 3 miliardi di euro l’anno intorno alla pedopornografia, il che significa che la lotta a questo disgustoso crimine è una delle attività più impegnative della Polizia postale. Nel 2010 sono stati cancellati 19 mila siti, sono state svolte 77 azioni sottocopertura, 900 siti sono stati oscurati, 600 persone sono state denunciate e 63 sono stati gli arrestati per reati di pedofilia online. È importante in tal senso la creazione del progetto “Non Perdere la Bussola”, promosso dalla Polizia postale in collaborazione con Google e YouTube, per insegnare ai ragazzi un uso consapevole del web. Rivolta a studenti tra i 13 e i 18 anni, l’iniziativa, di cui si è svolta quest’anno la seconda edizione, prevede una serie di workshops formativi presentati dagli agenti della polizia, su argomenti che vanno dalle norme della community e la tutela della privacy alla “netiquette”, il cyber bullismo e la tutela del copyright. Nell’edizione del 2010, gli esperti della Polizia postale hanno incontrato 180 mila studenti in oltre 450 scuole di tutta Italia, e quest’anno si aspirava a superare la quota di 200 mila. Un progetto importante, ‘salutare’ per il rapporto tra giovani e forze dell’ordine, e di grande funzione educativa.
Un “Corpo” su cui investire
Da questi dati, verrebbe da pensare che la Polizia postale e delle Comunicazioni sia uno dei Servizi della Polizia di Stato su cui il governo voglia e debba investire di più, dal momento in cui su di esso giace una grossa trancia della futura sicurezza del Belpaese. Andrebbe da se il fatto che la professionalità della Polizia postale dovrebbe per principio rimanere di altissimo livello, tramite investimenti, strutture formative adeguate e supporto di enti locali. Ma la realtà dei fatti è tristemente diversa. Sono più di dieci anni che la Polizia postale, così come altre Specialità è stata lasciata in uno stato di abbandono, relegata a settore di serie B in nome di una politica di razionalizzazione che non ha troppo senso. Spesso gli operatori della Polizia postale e delle Comunicazioni non svolgono neanche un’ora di addestramento informatico, ma imparano invece durante il servizio. L’esiguo organico che si è venuto a creare dall’inizio del 2000 è andato a pesare notevolmente sull’efficienza e portata di questa Specialità, cosa che ritengo sia un insulto alla necessaria serietà che un servizio come la Postale richiede, nonché un atto di noncuranza nei confronti della nostra sicurezza. La situazione sembra ora solo destinata a peggiorare con la manovra che ha fatto parlare, indignare e, solo pochi giorni fa, manifestare in tutta Italia. I tempi amari non sono finiti e anzi si affaccia la prospettiva che si possano protrarre fino al 2014.
La “sforbiciata” al bilancio del ministero ammonta a 600 milioni di euro. Il taglio precedente era stato di un miliardo e 650 mila euro. Si parla di una riduzione del 65% delle risorse che tramite un Dpcm dovrebbero essere riconosciute nel 2011 e a scopo perequativo, al personale del comparto di sicurezza, secondo quanto evidenziato dai sindacati delle Forze di polizia Siap, Silp Cgil, Coisp, Anfp, Osapp, Sinappe e Fp Cgil penitenziari e forestali. Nuovamente, il comparto sicurezza ritorna ad essere colpito duramente, ad essere considerato una spesa, e non un investimento. «È - ha spiegato Claudio Giardullo, segretario del Silp -una manovra pericolosa, perché taglia una funzione essenziale come la sicurezza, centrale anche per la crescita economica e lo sviluppo del Paese. Ancora una volta sono previsti solo tagli e non investimenti, contrariamente a quanto ci chiede l’Europa».
La Polizia postale è solo uno dei tanto dipartimenti della Polizia di Stato caduto nella rete dei tagli lineari imposti dalla finanziaria, ma la sua particolare progressione verso uno stato di paralisi sciocca forse ancor di più in quanto appare come un processo profondamente anacronistico.
Quando un crimine su cinque, secondo un report della Polizia di Stato, è commesso online; quando Anonymous, il nome collettivo dietro cui si celano alcune tra le azioni hacker più rilevanti degli ultimi tempi, è presenza costante sulle testate dei quotidiani; quando solo nel secondo trimestre del 2011, c’è stato un aumento del 40% degli attacchi malware sulle reti rispetto al 2010 e gli attacchi Ddos, Denial of Service, sono cresciuti del 453% rispetto allo scorso anno; viene da chiedersi come faccia l’Italia a giustificare una politica di penalizzazione della lotta all’illegalità digitale.
Conclusioni
Cosa accadrà alla Polizia postale in queste circostanze? Dopo anni di provvisorietà e precarietà, per gli operatori della Postale si prospetta solo un ulteriore mancanza di stanziamenti economici. Vuoti d’organico, trasferimenti in ambienti precedentemente utilizzati dal personale delle Poste, e accorpamenti con altri settori sembrano essere purtroppo sull’agenda di questa Specialità. Per alcuni criteri di valutazione che sfuggono al buon senso, le competenze della Postale vengono percepite come facilmente assimilabili da altri Uffici di Polizia, che già faticano a mantenere le proprie attività, e così si pensa di unire Polizia postale e Ferroviaria, cosa che il Ministero ha già più volte proposto, o di limitare il personale della Postale al contrasto dei reati di telefonia.
Come se non bastasse, si prolunga la mancata corresponsione dell’indennità specialistica per gli operatori della Polizia postale e delle Comunicazioni che continua dal 2008, e viene minata l’attività preventiva e repressiva legata ai compiti investigativi di questa Specialità. In una scelta strategica discutibile, si prospetta la soppressione di quei settori che si ritengono improduttivi, perché incentrati sul monitoraggio piuttosto che su azioni immediate, ma che in realtà rappresentano un punto cruciale per un paese con un serio problema di sicurezza legato, tra le altre cose, all’estensiva presenza mafiosa, e alla sua particolare posizione geografica. Mettendo a rischio la stessa sopravvivenza della Specialità, il governo fa un ulteriore passo indietro, e dismette con una superficialità assurda tutta una serie di risorse necessarie all’Italia per far fronte alla nuova e dirompente criminalità online. Se si levano fondi al training informatico, se si fanno tagli sulle apparecchiature tecnologiche necessarie agli uomini e donne della Polizia postale per essere al passo col cambiamento mediatico e informatico, può l’Italia far testa al resto dell’Europa in termini di prevenzione? Come settore della Polizia giudiziaria, la Polizia postale e delle Comunicazioni è rimasto ormai l’unico presidio dello Stato capace di far fronte alla nuova frontiera del crimine online che nella sua complessità rischia di attaccare l’economia nazionale del Paese e creare un pericolo sociale. Rendendolo inattivo e impotente, come i tagli lineari impongono, si rischia di scuotere profondamente la fiducia dei cittadini nelle Forze di polizia, ma anche di ritrovarsi con del personale profondamente demoralizzato, malamente preparato e di limitata operatività. Il governo di centrodestra ha sempre dato grande peso alla “questione sicurezza”, eppure i continui tagli alle Forze di polizia sembrano dire il contrario, e ignorare quelle esigenze di flessibilità di strategie e formazione tecnica che settori come quello della sicurezza, in particolare quella online, esigono. E se la Postale è destinata a rimanere ferma sulla grande autostrada di Internet, saremo noi italiani a rimetterci in prima posizione.
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