La “Posizione Comune” è il nome dell’accordo siglato tra organizzazioni sindacali ed organizzazioni imprenditoriali il 9 aprile scorso in Francia.
Sottoscritto dai cinque sindacati rappresentativi secondo la normativa vigente e da tre associazioni di imprenditori, il documento rappresenta la base per la creazione di un testo legislavito che andrà a modificare il sistema delle relazioni industriali francese. Il progetto di colloca nell’ambito del programma enunciato dal presidente Nicolas Sarkozy che prevede, fra l’altro, la riforma delle regole attualmente vigenti sia per l’organizzazione interna dei sindacati sia per le modalità della contrattazione.
Le organizzazioni sindacali firmatarie dell’accordo sono quelle per cui attualmente vige la “presunzione di rappresentatività” sulla base di norme ed accordi che risalgono al 1950 ed al 1966.
La futura legge partirà quindi dai sette criteri delineati nella “Posizione Comune” per valutare quando un sindacato sia o meno rappresentativo: 1) il numero degli iscritti e la quota di adesione; 2) la trasparenza finanziaria; 3) la fedeltà ai valori repubblicani; 4) l’indipendenza; 5) la rilevanza connessa all’attività (in relazione alla diffusione sul territorio); 6) l’anzianità di almeno due anni; 7) il seguito elettorale nella consultazione d’impresa.
Il primo ed il quarto di questi criteri vengono già adottati, mentre l’anzianità prevista al punto 6, già contemplata nel Codice del Lavoro francese, necessitava soltanto dell’individuazione di una soglia temporale minima.
La trasparenza nella contabilità rappresenta una novità e si prevede la sua realizzazione attraverso la certificazione annuale dei bilanci. Il rispetto dei valori repubblicani si concretizza nella salvaguardia della libertà di opinione, politica, filosofica e religiosa, rifiutando nel contempo qualsiasi discriminazione o forma di intolleranza. Il criterio della rilevanza si fonda sulla diffusione del sindacato e più in generale sull’effettiva presenza di azioni intraprese per lavoratori.
Per quanto concerne il peso elettorale questo sarà un elemento determinante in quanto il sindacato dovrà raggiungere la soglia del 10% dei voti validi espressi (8% nella fase transitoria) per poter negoziare ai vari ivelli (impresa, categoria, nazionale).
Gli accordi stipulati, per essere validi, dovranno essere sottoscritti da uno o più sindacati che raccolgano il 30% dei voti espressi; tale requisito non sarà però sufficiente qualora i sindacati che non sono favorevoli all’accordo raggiungano la maggioranza dei voti espressi.
L’accordo siglato in Francia prelude verosimilmente ad un mutamento nella contrattazione ai vari livelli, con un diverso peso per gli attori ed uno snellimento delle rappresentanze ammesse al tavolo delle trattative.
Tra l’altro a fronte di questo percorso si evidenzia con maggior forza la crisi del sindacalismo francese per quanto riguarda gli iscritti (ad aprile 2008 sono l’8% dei lavoratori, confermando il dato stabile da ormai quindici anni). Nonostante ciò il sindacato rafforza la sua presenza nelle imprese, diffondendola in modo capillare mentre nel settore pubblico il 15% dei lavoratori appartiene ad un sindacato contro il 5% del settore privato.
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