In Questura a Verona sono ormai arrivati alla frutta. O, meglio, alla “carta”. Letteralmente. Ne sono rimaste, in tutta la struttura, appena venticinque risme che dovranno bastare almeno fino all’inizio di ottobre. Venticinque risme per tutti gli uffici della Questura di Verona, pari a circa due giorni di autonomia.
“Poi – afferma il segretario provinciale del Siulp, Davide Battisti – dovremo andare ad elemosinare anche la carta”.
Ma non è tutto. La situazione sta divenendo insostenibile anche sul versante delle autovetture: “Già è iniziata la questua delle batterie delle auto di servizio – continua Battisti –. Ce ne sono tre completamente ferme, ed altre tre che boccheggiano, e che lasciano a piedi i colleghi che ne fanno uso tra una ricarica e l’altra. Di sostituire le batterie non se ne parla proprio. Il budget a disposizione per l’Autocentro di Padova per tale tipo di ricambi è, da quanto abbiamo informalmente appreso, pari a 2000 (duemila!) euro per tutto il triveneto”.
Senza batteria, le macchine non funzionano, ovvio. L’alternativa? Elemosinare qualche riparazione da officine gestite da conoscenti ed amici di poliziotti. Da un Governo che ha fatto della sicurezza il suo cavallo di battaglia ci si aspetterebbe, francamente, qualcosa di più. E invece la gestione della sicurezza rimane possibile grazie alla “pietosa comprensione” di qualche meccanico amico.
“Proprio in questi giorni – prosegue Battisti – sono inoltre finiti anche i fondi per le fuel card, e quindi per i rifornimenti di benzina ricomincia la sarabanda dei buoni benzina. Con le ben note implicazioni che da ciò derivano. E cioè: il rifornimento può essere effettuato solo negli orari di apertura degli impianti di distribuzione di una ben determinata compagnia. Quindi, se di notte una Volante si trova ad aver percorso più chilometri del previsto, per fare il pieno dovrà andare in autostrada, sperando che il distributore che accetta i buoni benzina non sia troppo lontano”.
Dei problemi sollevati dal sindacato di polizia non sembrano affatto preoccuparsi i massimi referenti istituzionali locali, tutti intenti, come sono, a cercare di dare un senso all’inutile impiego di militari nelle città e di apparire, rassicuranti, nei talk show televisivi.
“Ci auguriamo – conclude il segretario del Siulp – che le nostre grida di allarme possano ridestarli dal torpore estivo dal quale si sono fatti cullare”. E ce lo auguriamo anche noi cittadini.
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