Con l’avvento del centocinquantesimo anniversario dell’Unità d’Italia sono state fatte ricerche numerose sul modo di vivere degli italiani attraverso gli anni interessati.
La cosa che colpisce di più è che siamo oggi, uno dei popoli più longevi del mondo. Se l’Italia fosse stata ancora divisa da frontiere lo sviluppo sarebbe stato ostacolato da un piccolo mercato circoscritto che ci avrebbe costretto all’immobilità.
Tutto è stato studiato e calcolato da una ricerca che è partita dalla statura degli italiani alla salute, dai redditi alle condizioni di vita, sulla ricchezza e la relativa povertà. Tutto porta ad indicare un benessere, anche per uno sviluppo economico degli italiani.
C’è ancora differenza di reddito tra il Nord e il Meridione ma dobbiamo fare nostra l’idea d’incoraggiare relazioni industriali per rafforzare l’economia attraverso la collaborazione.
Oggi ogni ragazzo secondo l’ordinamento italiano, dopo la III media si può iscrivere alla scuola superiore che in cinque anni lo porterà a conseguire un diploma oppure optare per i Corsi di formazione professionale che darà una qualifica professionale di secondo livello europeo che, con un altro anno per il diploma, potrà accedere anche all’Università.
La formazione professionale non sempre è conosciuta dalle famiglie anche se per l’occupabilità potrebbe aiutare in particolari casi a risolvere le loro esigenze. Tanti giovani con intelligenza attiva e inclini al fare, più che al pensare, potrebbero trovare interessante seguire questa via.
Molte Regioni italiane, senza farsi condizionare dalla crisi economica attuale o da visioni ideologiche partecipano a questo programma anche se la spesa per laboratori e macchinari attrezzati necessitano di finanziamenti.
Si può ricorrere allo stage, presso aziende per l’iter formativo unito all’aggiornamento culturale e professionale.
Insegnanti e docenti, sostituiti da formatori, rientrano nel finanziamento pubblico alle Regioni, senza oneri economici per le famiglie.
Oggi in Italia, nonostante il livello raggiunto, si parla di disoccupazione giovanile, ma c’è anche carenza di mano d’opera nell’industria e nell’artigianato. Per questo gli immigrati trovano occupazione più dei nostri giovani.
L’economia italiana si regge anche sulle piccole e medie imprese ed abbiamo bisogno di organizzarci per una preparazione adeguata che purtroppo non viene data dalla scuola.
Le famiglie italiane inseguono i licei ed una laurea. Per esperienza, la formazione professionale dimostra che con la qualifica conseguita trova lavoro il 64% fino a raggiungere il 70% in alcune regioni.
La formazione professionale, Opera Salesiana, studia anche il complesso orientamento della crescita umana, valorizzando mete educative, attività integrative e l’associazionismo. Il rapporto con le aziende prevede la possibilità di stage degli allievi presso le officine che apre a loro, spesso, successive assunzioni.
Purtroppo la cultura, la libertà di scelta, la valorizzazione dell’io, porta il mondo giovanile attuale a guardarsi attorno e accusare la “sindrome dei non famosi”. In questa era che offre tanto, rispetto all’Italia divisa in sette piccoli Stati di 150 anni fa, i giovani continuano a sognare ad occhi aperti di poter raggiungere il mondo dorato e scintillante dei concorrenti dei numerosi reality del piccolo schermo, che nella maggior parte dei casi resta una celebrità effimera e passeggera, che ti rigetta nell’anonimato molto velocemente. Non basta partecipare a qualche reality show e fare soldi facili per poter dire di aver fatto qualcosa di importante nella vita ed essere felici, ma fare qualcosa di reale e significativo.
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