MICHELLE BACHMANN: “ Lei è veramente affidabile?”
Sembra proprio che il movimento dei Tea Party, negli Stati Uniti, sia destinato a generare pittoreschi personaggi che suscitano nell’opinione pubblica reazioni a metà strada tra il divertimento e l’imbarazzo.
Se persino Chris Wallace, della Fox News (emittente notoriamente vicina al Partito Repubblicano), pone quest’interrogativo - lei è veramente affidabile? - direttamente alla candidata alla nomination repubblicana Michelle Bachmann, iniziamo a pensare che le bizzarrie di questi nuovi protagonisti di una certa politica statunitense, demagogica e imbonitrice delle masse, siano un tratto caratterizzante dei “campioni” dei Tea Parties.
Dopo aver assistito all’incredibile ascesa della popolarità dell’ex governatrice dell’Alaska, Sara Palin, candidata alla Vicepresidenza del senatore McCaine per le presidenziali del 2008, un’altra “eroina” del populismo made in usa si sta facendo strada (con determinazione ad onor del vero), verso le presidenziali del 2012: Michelle Bachmann.
La Palin nel frattempo è tornata in Alaska, non è più governatrice, ed ha affermato che deciderà soltanto a fine settembre se scendere in campo per le presidenziali del 2012.
Si è riciclata come celebrità televisiva, presenziando a decine di interviste, programmi di Fox News, reality show (era la star del reality show Sarah Palin’s Alaska) e scrivendo anche due libri, un’autobiografia intitolata “Going Rogue” e un altro volume intitolato “America By Heart: Reflections on Family, Faith and Flag” dove, pur prendendo le mosse da episodi della propria vita, espone più seriamente le linee della sua politica.
La sua “rivale” e compagna di partito invece, Michelle Bachmann, sta ottenendo risultati inaspettati. Nel primo dibattito pubblico tra i candidati repubblicani, tenutosi a giugno, presso il St. Anselm College di Manchester, nel New Hampshire, la più sorprendente è stata lei, riuscendo a mettere in ombra persino Mitt Romney, l’ex governatore del Massachuttes, che era considerato dai media il favorito dall’elettorato repubblicano.
La tattica è stata semplice: slogan da ultra conservatrice, enunciati con forza e con le parole che la gente vuole sentirsi dire: “sono la candidata del Tea Party” e ancora “ Il popolo degli Stati Uniti deve ritrovare l’indipendenza da un governo che è diventato troppo presente, che spende troppo, e che ha sottratto troppo alle nostre libertà”. E così via quindi, affermando la necessità del conservatorismo fiscale e della riduzione dello stato sociale.
Inoltre, il 13 agosto la Bachmann ha vinto lo lo straw poll di Ames, in Iowa. Lo straw poll è poco più di sondaggio, realizzato tra i sostenitori di ogni candidato che ha deciso di essere presente all’iniziativa, ma è un appuntamento particolarmente atteso in vista delle primarie dell’Iowa. Il risultato dello Straw poll non è da sottovalutare se si considera che, quantomeno, dimostra l’efficienza della macchina organizzativa della Bachmann ed il numero dei suoi sostenitori.
La Bachmann è una politica vulcanica e controversa, celebre per le sue gaffes e le sue opinioni radicali. Per lungo tempo è stata considerata “l’altra Sarah Palin”, mentre ora sembrerebbe aver superato (se non in popolarità, sicuramente nell’agone politico) l’ex governatrice dell’Alaska.
Nata nella città di Waterloo (Iowa) nel 1956 da una famiglia di origini norvegesi, Michelle Marie Amble, è cresciuta nel Minnesota, dove ha studiato legge. Ha lavorato come avvocato per il Dipartimento del Tesoro e, dopo essere stata membro del Senato del Minnesota per due mandati, è ora la prima donna repubblicana ad essere stata eletta come membro della Camera dei Rappresentati degli Stati Uniti dal Minnesota.
E’ sposata con un ex compagno di college, Marcus Bachmann (da cui ha preso il cognome) uno psicologo che l’ha convinta a lasciare la chiesa luterana per gli evangelici cristiani, fondatore tra l’altro di una clinica di “recupero per gay” in cui cerca di “guarire gli omosessuali”.
Nonostante ora rappresenti le posizioni più radicali dei repubblicani, l’esordio politico della Bachmann è stato nei democratici. Quando era al college infatti, era una volontaria della campagna presidenziale del democratico Jimmy Carter, salvo poi cambiare radicalmente rotta a causa, sostiene, della lettura di “Burr” di Gore Vidal.
Già nel 1980 diventa un’ardente sostenitrice di Ronald Regan.
Le campagne anti-abortiste sono la sua passione. Manifesta davanti agli ospedali che garantiscono il diritto all’interruzione di gravidanza. Si batte perché nelle scuole dello stato dove è cresciuta, il Minnesota, si insegnino le teorie del creazionismo.
Quando nel 2000 diventa senatrice dello stato del Minnesota, una delle sue prime iniziative è quella volta a proibire i matrimoni gay (per lei, l’omosessualità è una “disfunzione sessuale”). Sono proprio le forze dell’evangelismo religioso (in particolare il movimento “Focus on Family” del potentissimo leader cristiano James Dobson) a offrire fondi per la sua elezione del 2006 alla Camera degli Stati Uniti.
La sua politica ricalca le linee classiche dei Tea Parties: meno tasse, meno ingerenza dello stato nella vita dei cittadini, no alla riforma sanitaria di Obama, no alle unioni gay, si all’insegnamento del creazionismo evolutivo nelle scuole pubbliche, generale maggiore libertà del cittadino dall’ingerenza dello Stato Federale.
In linea con la tradizione di un certo conservatorismo americano, che pone l’ambito politico in un’ottica imprescindibile dalla religiosità, un tratto caratterizzante del personaggio Bachmann è l’onnipresente richiamo a Dio. E’ lei stessa ad affermare che la sua è una vocazione alla politica. In un video girato il 14 ottobre 2006, presso il Living World Christian Center di Minneapolis, in Minnesota, è possibile ascoltarla riferirsi alla sua “chiamata”: “ Ventidue mesi fa Lui mi ha chiamata per dirmi di presentarmi al Congresso, e mio marito ha pensato; “ hai bisogno di fare quello che dice, può essere una grande occasione” Quindi la sua candidatura obbedirebbe alla volontà di Dio.
Ovviamente un personaggio così non manca di attirarsi critiche da ogni direzione. Una delle più rilevanti arriva da un articolo del Los Angeles Times. Il quotidiano riporta che l’azienda di servizi psicologici della Bachmann e del marito (quella che, tra l’altro è dedita alla “cura degli omosessuali”) ha ricevuto quasi 30.000 dollari dal governo federale. Inoltre l’azienda del suocero, della quale la Bachmann è socia, ha beneficiato di 260.000 dollari in sussidi federali.
Secondo un giornalista investigativo, Michael Isikoff, la cifra esatta di fondi ottenuti dall’azienda dei Bachmann, mediante il Medicaid, (programma di finanziamento criticato ufficialmente da Michelle Bachmann, in quanto sistema di assistenza sanitario per i poveri), è invece di 137.000 dollari.
Alle richieste di Chris Wallace, di Fox News, di spiegare come l’aver accettato questi fondi sia aderente alla sua retorica antigovernativa, la Bachmann ha semplicemente dichiarato che i fondi in questione non sono andati a lei ed al marito, ma ai loro dipendenti!
Ma la vera caratteristica della Bachmann è la sua attitudine a spararla grossa, tanto da essere una delle politiche più ricercate nei talk-show. Qualche settimana fa, per criticare la politica di Obama in Libia, ha dichiarato che i raid Nato avevano causato circa 30 mila morti.
Nel novembre del 2004, in una conferenza sulla pubblica istruzione, la Bachmann ha sostenuto che una “normalizzazione” dell’omosessualità porta alla “desensibilizzazione” sul “problema”. Per corroborare la sua tesi ha fatto uno strano esempio: la colonna sonora del cartone animato “Il Re Leone”. Essendo un brano di Elton John, noto artista gay, quella colonna sonora potrebbe in qualche modo avere un effetto negativo sui bambini.
In un’altra occasione ha asserito con sicurezza che l'anidride carbonica è considerata come dannosa senza certezze scientifiche a supporto di tale tesi. In realtà La Bachmann è contraria ad una politica di controllo delle emissioni di CO2 nell’atmosfera.
Questi continui strafalcioni, che denotano anche la poca conoscenza delle tematiche di cui si occupa nei pubblici discorsi, la portano ad essere trattata con sufficienza dalla grande stampa. Tuttavia la Bachmann conosce e rappresenta bene il cuore conformista dell’America che l’ha votata. Ma anche tra i suoi sostenitori, non si è risparmiata in uscite che hanno fatto arrossire tutto il suo staff. Per annunciare la sua candidatura, ad esempio, ha scelto Waterloo, in Iowa, la città dove è nata. Proprio a Waterloo, davanti ai suoi fans, ha detto di essere orgogliosa di condividere lo spirito della gente di Waterloo, gente come John Wayne.
In realtà, il celebre attore è nato a tre ore di macchina dalla cittadina. Dalla “sua” Waterloo invece, proviene John Wayne Gacy, il serial killer che torturò e uccise 33 adolescenti.
Recentemente ha dapprima “riportato in vita” Michael Jackson, invitandolo, durante una convention a Spartanburg, in South Carolina, ad unirsi a lei nel mese di settembre a Washington D.C.: “ perché i musicisti possono contribuire a guarire il mondo!” Inoltre ha reso noto che una delle sue canzoni preferite è “Man in the Mirror” perché: “questo è quello che sono: un uomo (una persona) allo specchio”.
Successivamente ha interpretato i fenomeni naturali che si sono abbattuti sulla città di New York, prima il terremoto, poi l’uragano, come il segno del disappunto di Dio, chiedendosi: “cos’altro deve fare Dio per attirare l’attenzione dei politici?”
Altre uscite bizzarre? quella per cui i bambini di colore “avrebbero avuto maggiori possibilità di crescere in una famiglia con una madre e un padre durante lo schiavismo, rispetto ad adesso”.
Al di là di esternazioni divertenti e goffe, un dato ci porta a riflettere: nelle due legislature nel Senato del Minnesota, e come membro della Camera dei Rappresentanti, non c’è una sola legge che porti il suo nome.
E’ di questo tipo di candidati alle presidenziali che hanno bisogno gli Stati Uniti?
Signora Bachmann, considerando il grande numero di gaffes, “Lei è veramente affidabile?”
Foto: Michelle Bachmann, da http://ology.com
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