STAGIONE 2011-2012:
la direzione è quella giusta!
Venerdì 16 settembre, presso l’Auditorium Parco della Musica -Sala Santa Cecilia -, si è svolto il concerto di “pre”- apertura della stagione 2011-2012 dell’Orchestra e Coro dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia. Direttore Antonio Pappano. Concerto con dedica ai giornalisti Graziella De Palo e Italo Toni, scomparsi in Libano nel settembre del 1980.
Cominciamo bene! Se gli appuntamenti che ci ha riservato l’Accademia di Santa Cecilia saranno tutti di questo livello, nella stagione concertistica 2011-2012 si potrà forse celebrare il trionfo della musica classica a Roma.
Tanto per cominciare coinvolgendo un sempre più vasto ed eterogeneo pubblico. E la direzione è quella giusta, quella di Pappano, certo, ma anche la strada intrapresa, visto che il 16 settembre la sala Santa Cecilia, da 2800 posti, era gremita e con un uditorio variegato: non solo le classiche coppie borghesi di mezza età dall’aria radical-chic, ma soprattutto tanti veri amanti della buona musica, visibilmente coinvolti, emozionati, qualcuno commosso. Inoltre ho notato (con un pizzico di curiosa ammirazione) alcune famiglie con a seguito figli di non più di dieci anni, i quali hanno seguito con attenzione il concerto (al massimo qualcuno ha scimmiottato un po’ le gestualità di Pappano), molte giovani coppie, e molti gruppi di teen-agers.
Il pubblico sembrava confidente, sicuro di non vedere disattese le proprie speranze: ma con Pappano e l’Orchestra dell’Accademia di Santa Cecilia si può rimanere delusi? Non è stato difficile quindi lasciarsi inebriare dalle melodie, estasiati dal fluire di “infinite” combinazioni di note, sapientemente domate dalla conduzione “fisica” quasi teatrale di un Pappano in splendida forma.
Dopo l’esecuzione magistrale del Preludio Sinfonico, opera di un giovane Puccini studente di Conservatorio, presentata per la prima volta a Milano nel luglio del 1882, si è entrati nel “vivo” del concerto.
Ed Il cuore della serata è stato il Secondo Concerto per pianoforte e orchestra di Sergej Rachmaninoff. Carattere aspro e reduce dal fallimento della sua Prima Sinfonia, Rachmaninoff avvilito e demoralizzato era sul punto di sospendere definitivamente la sua attività di compositore. E forse oggi non avremmo il Secondo concerto se non fosse stato per l’incontro, all’inizio del ‘900, con lo psichiatra Nikolaij Dahl, sotto la cui influenza, R. riprese a comporre.
E’ lo stesso Rachmaninoff a dire : “La partecipazione emotiva del dottor Dahl e le sue cure hanno fatto il miracolo e, dall’inizio dell’estate del 1900, è ripresa a fluire in me la voglia di comporre. Nella mia mente si sono di nuovo affollate idee musicali tali da dar vita a più di un lavoro” (cfr. -Il secondo concerto di Rachmaninoff- di Carlo Cavalletti). Così, da queste idee musicali, prende vita il Concerto n. 2 in do minore per pianoforte e orchestra, il cui successo determinò la rinascita artistica del compositore.
Il Concerto è un inno alla musica romantica. Il trionfo del pianoforte, che col suo elemento soggettivo, esalta la figura di un esecutore in particolare e ci mostra un virtuosismo quasi inaffrontabile, di cui Rachmaninoff era consapevole rappresentante. Ma il pianoforte da una parte spicca con protagonismo, dall’altra si fonde in una sinergia strumentale imponente, che denota il ruolo chiave della melodia come veicolo dell’espressione: ora impetuosa e concitata, ora malinconica e languida.
La dinamica irregolare, fatta di passaggi dal pianissimo al fortissimo ci trasmette la tempestosità dell’anima di Rachmaninoff in cui probabilmente confluivano momenti di grande fervore creativo alternati a inquietudini ed insicurezze. L’atmosfera “cupa” che pervade tutto il brano, ci rimanda ad un generale senso di mestizia e di infinita ricerca “dell’essenza” che solo il vero artista proverà per sempre: perché la pura intuizione, l’Assoluto, non sono mai pienamente raggiungibili. Da qui l’eterno desiderio, doloroso perché inestinguibile, di Infinito, che i pre-romantici della fine del XIX sec. indicavano con sehnsucht.
Come conclusione del concerto, sempre in “aria di romanticismo”, è stata eseguita la Sinfonia n. 6 in si minore -Patetica- Di Cajkovskij. Un’opera che, a detta dello stesso Cajkovskij, riflette i suoi più intimi sentimenti. Franco Pulcini la definisce quasi un autoritratto musicale, un diario, intimo e irrivelabile.
Ed infatti emergono, ad un ascolto attento, gli sconvolgimenti esistenziali che colpirono Cajkovskij, le sue necessità sentimentali, il suo matrimonio fallito, la sua omosessualità e le alterne vicende economiche.
L’autore quasi si prende gioco cinicamente del pubblico: la Sesta Sinfonia, prevede un movimento lento a conclusione dell’opera, ma quando si ascolta il penultimo movimento, l’Allegro molto vivace, con la sua conclusione da “gran finale”, si ha l’impressione che la Sinfonia si stia avviando alla conclusione. Ecco quindi regolarmente arrivare gli applausi del pubblico (che non sono mancati neanche durante la nostra serata), interrotti solo dal celebre Adagio lamentoso, che con il suo contrasto antitetico al precedente movimento, “incarna il pessimismo passivo e il personale decadentismo cajkovskijani” (cfr. Franco Pulcini).
L’epilogo da “marcia funebre” della Patetica, ben rappresenta anche il triste epilogo della vita del musicista: morto di colera, per aver bevuto da una caraffa di acqua non bollita, quando a San Pietroburgo stava infuriando un’epidemia della malattia.
Una “menzione speciale” la merita senz’altro il giovane talento russo della serata, il pianista Denis Matsuev. Definito dal Times il “nuovo Horovitz”, è un grande protagonista delle maggiori sale di tutto il mondo. Inoltre Matsuev è probabilmente il migliore interprete vivente del repertorio di Rachmaninoff. E’ Direttore Artistico della la “Sergei Rachmaninoff Foundation”, ed è stato scelto per eseguire e registrare alcuni pezzi sconosciuti del compositore russo, eseguiti su un pianoforte appartenuto allo stesso Rachmaninoff.
Il concerto è dedicato alla memoria di Graziella De Palo e Italo Toni, i due giornalisti scomparsi in Libano il 2 settembre 1980, e rientra tra le attività che Roma Capitale ha promosso negli ultimi tre anni per ricordare i due reporter.
Altro punto di interesse dell'avvenimento è che il concerto è stato trasmesso in live streaming su www.telecomitalia.com/pappanoinweb, progetto promosso dall’ Accademia di Santa Cecilia e da Telecom Italia.
l’Orchestra di Santa Cecilia ed Antonio Pappano sono ora coinvolti in una lunga tournee che li vedrà protagonisti in diverse località italiane ed internazionali fino al 31 ottobre, dalla Romania al Giappone, dalla Cina all'Olanda e alla Francia, alle quali parteciperanno, oltre allo stesso Denis Matsuev, altri importanti pianisti come la francese Heléne Grimaud e ed il russo Boris Berezovsky.
In particolare le tappe programmate prevedono concerti presso città e sale molto importanti: Rimini, Auditorium Palacongressi (18 settembre), Verona Teatro Filarmonico (20 settembre), Bucarest Festival Enescu (21-22 settembre), Nagoya Aichi Prefectural Art Theater - Concert Hall (1 ottobre), Kyoto Concert Hall (2 ottobre), Tokyo NHK Hall (3 ottobre), Tokyo Opera City (5 ottobre), Fukui Harmony Hall (6 ottobre), Pechino National Centre For The Performing Arts (9 ottobre), Udine Teatro Comunale (29 ottobre) Amsterdam Concertgebouw (31 ottobre) e Parigi, Salle Pleyel (1 novembre).
Unica interruzione della tournee il 22 ottobre, per l'inaugurazione della stagione di musica sinfonica 2011-2012 che si aprirà con la Sinfonia n. 8 in mi bemolle maggiore di Gustav Mahler, diretta ovviamente da Antonio Pappano.
La stagione 2011-2012 riserva anche altri importanti prestigiosi nomi, sul podio, oltre a Pappano: Yuri Temirkanov, Lorin Maazel, Valery Gergiev, Georges Pretre, Claudio Abbado, Vladimir Jurowski, Christoph Eschenbach, James Conlon, Daniel Harding e numerosi altri.
Si, non c’è che dire, la direzione è quella giusta.
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foto:
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INFO e FONTI:
http://www.santacecilia.it
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Programma dell’evento
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