Silp-Cgil
Il segretario generale provinciale di Genova, Robero traverso, comunica: “Consideriamo l'arrivo del nuovo questore a Genova un’altra occasione per rilanciare l’immagine della Polizia di Stato nella nostra città.
Dopo l'insediamento "mediatico", del questore Piritore, avvenuto poco più di un anno fa alla presenza del Capo della Polizia, purtroppo abbiamo registrato un sostanziale immobilismo rispetto all'esigenza di affrontare le gravi criticità organizzative, interne ed esterne, che da troppo tempo ci affliggono.
Auspichiamo che il nuovo questore possa affrontare, con adeguata autorevolezza, le priorità da affrontare, Prima su tutte: l'effettivo e definitivo recupero del rapporto con la Procura della Repubblica, alla luce del buon esito delle manifestazioni relative all'imminente ricorrenza del decennale del G8 di Genova.
Inoltre sarà fondamentale, per riuscire ad equilibrare l'utilizzo delle risicate ed insufficienti risorse a disposizione, che la questura assuma un ruolo incisivo all'interno del Comitato provinciale per l'Ordine e la Sicurezza Pubblica, contribuendo a garantire la sicurezza dei cittadini, tenendo conto però dei limiti oggettivi di un’Amministrazione in difficoltà per i tagli indiscriminati inflitti dal governo.
Si tratta di un compito impegnativo che troverà il sostegno di chi come noi sostiene i valori democratici e i diritti della nostra categoria che ha bisogno di recuperare in fretta dieci anni vissuti in un clima freddo dovuto ad una sensazione d'isolamento che Genova deve finalmente superare”.
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Siap
Il segretario nazionale, Giuseppe Tiani, - in occasione della giornata di mobilitazione nazionale del 31 maggio scorso - ha comunicato: “La sicurezza non si può fare solo con i tg di Emilio Fede, questo governo ha puntato tutto sulla sicurezza, salvo togliere e tagliare uomini e risorse”. La situazione è critica, non da oggi ma dal 2008, e alla crisi generale si è aggiunto il decreto Brunetta a peggiorare la situazione perché se è vero che il Paese deve sanare il debito pubblico è vero pure che non lo si può fare tagliando gli stipendi, cosa che in molti non sanno”. Oltre al blocco contrattuale “c’é un prelievo su somme in busta paga che, per il biennio 2012-2013, ammonta a 4.000 euro.
Per quanto riguarda invece il contrasto alla criminalità organizzata, il segretario nazionale Siap giudica “buona” la legislazione antimafia che, però, resta una “chimera che si regge sulla buona volontà di magistrati e di uomini e donne che sono pochi, senza straordinari e senza mezzi”. Tiani, infine, ricordando che gli agenti di Polizia nell’ultimo periodo sono passati da 110mila a 90mila e che presto potrebbero diventare 80mila, sottolinea una “differenza attuativa nella gestione della sicurezza e dell’ordine pubblico fra nord e sud, differenza che è nei fatti e che al sud penalizza la categoria e i cittadini che lamentano ritardi nelle risposte alle chiamate di emergenza, ed è vero perché ci sono meno macchine e meno soldi”.
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Siulp
Il Segretario Generale Siulp, Felice Romano, in merito alle notizie apparse su un quotidiano e relative a presunti atti di “nonnismo” tra gli appartenenti al Nocs, dichiara che «il Siulp, nel confermare la piena fiducia nell’operato della magistratura e nell’azione amministrativa che il Dipartimento della Ps ha attivato per verificare quanto riportato dal quotidiano “La Repubblica”, esprime la propria solidarietà agli appartenenti al Nocs su quello che, da quanto emerge di ora in ora, appare sempre più una tempesta in un bicchiere d’acqua e non il “caso” eclatante dell’anno.
Pur restando in attesa, per il rispetto che si porta all’operato della magistratura ma anche all’attività di inchiesta interna, non si ha dubbi sul fatto che casi di “nonnismo” nei reparti di polizia non si sono mai verificati, poiché questa cultura non appartiene ai poliziotti.
Essa non è mai appartenuta ai poliziotti, ribadisce Romano, nemmeno quando il Corpo era militare; infatti nei trent’anni di carriera passati in questa Amministrazione, non mi è mai capitato di registrare fatti di questo tipo attesa la “cultura civile e democratica” che da sempre è stata patrimonio dei poliziotti e di coloro che provenivano dal disciolto Corpo delle Guardie di Pubblica Sicurezza.
Anche in quell’epoca in cui il Corpo era militare, continua Romano, gli unici episodi che potrebbero essere ricondotti ad una forma di pseudo “nonnismo”- che è un fenomeno effettivamente presente nelle organizzazioni militari ma anche lì con il processo di professionalizzazione di questi Corpi sta man mano scemando - erano quelli posti in essere, ma solo per difesa e per segnalare la “spia” del maresciallo di turno, che male interpretava il suo ruolo nell’ambito della catena di comando, attuata solo per fini difensivi, e mai offensivi, era il “gavettone” di acqua colorata. E ciò proprio perché restasse chiaro il segno distintivo di chi era oggetto di questa attenzione.
Da allora ad oggi, attesa anche l’attestazione che quotidianamente viene dai cittadini italiani nel confermare la loro fiducia nella Polizia di Stato quale una delle prime Istituzioni di questo Paese per affidabilità, di strada ne è stata fatta tantissima e sempre nel consolidare la cultura democratica e civile sia dei singoli che dell’intera Istituzione, il tutto grazie all’azione di formazione e di vigilanza attenta del Sindacato. A rafforzare questo convincimento, -prosegue Romano - vi sono altri due aspetti importanti: il primo è relativo al fatto che il Nocs è ubicato all’interno della struttura di Spinaceto insieme a numerose altre articolazioni della Polizia di Stato, a conferma che non sono una “nicchia” riservata e nascosta, ma solo un reparto di eccellenza utilizzato per i servizi più rischiosi e delicati ai quali, la Polizia, in alcuni casi, deve far fronte e per i quali il Nocs ha pagato anche alti tributi in termini di sacrificio di vite umane.
La seconda è che gli appartenenti ai Nocs sono altamente sindacalizzati (sono presenti almeno 4 sigle compreso il Siulp di quelle maggiormente rappresentative, mentre pare non sia presente quella attraverso la quale è scoppiato il caso), a conferma della massima trasparenza del Nocs verso “l’esterno”.
Ecco perché, al di la di un singolo episodio come quello al vaglio della magistratura che è relativo però al diverbio tra due componenti il citato nucleo e che è già stato oggetto di intervento e censura disciplinare (anche questo a conferma di una vigilanza costante così come su tutti gli altri Reparti della Polizia di Stato) in quanto avvenuto nella mensa di quella sede.
Non vorremmo che un caso di diverbio, per quanto grave perché avvenuto tra alti professionisti, possa diventare la miccia per una campagna, speriamo involontaria, di delegittimazione di un segmento della Polizia di Stato, così importante e altamente professionale, per una rivalsa di un singolo rispetto ad un altro. Cosa diversa, come siamo certi confermerà l’attività di indagine ed ispettiva in corso, sono le pratiche del “nonnismo” o la devianza del Reparto».
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Coisp
Il segretario generale Franco Maccari dichiara: “Per qualcuno l’esplosione della rivolta nel centro accoglienza di Lampedusa e la fuga degli immigrati avrà avuto l’effetto della rottura di un grande salvadanaio, con migliaia di monete sonanti lasciate scappare per le strade dell’isola. Non possono non scoppiare, infatti, le costosissime bombe ad orologeria costituite dai tanti centri per immigrati disseminati per il Paese, che vengono stipati fino all’inverosimile di disperati, privati della libertà e costretti a sopravvivere in condizioni disumane, in strutture degradate, insicure e prive di igiene. «Ciò nonostante le cifre incredibili complessivamente spese per la permanenza degli immigrati nei centri – tra i 45 e 185 euro al giorno a persona – che alimentano un business dal fatturato milionario, senza contare i costi per i trasferimenti dei profughi. È evidente pure che, con il pretesto dell’emergenza, vengono aggirate ad arte, nella piena legalità, le procedure di appalto previste dalla legge.
A fronte di tanto scialacquo di denaro pubblico, nel quale evidentemente qualcuno sguazza felicemente, le Forze dell’ordine rappresentano i fessi della catena, costretti ad orari di servizio estenuanti ed a missioni faticosissime senza godere di riposi, indennità e nemmeno di pasti decenti. E, soprattutto, rischiando quotidianamente la propria vita per affrontare continue guerriglie, come dimostrano i fatti di Lampedusa.
Mentre oggi gli italiani restano attoniti di fronte al dramma dell’isola, con i cittadini isolani e le Forze dell’ordine sopraffatti dalla rabbiosa disperazione degli immigrati, siamo costretti nuovamente a parlare di disastro annunciato. Mentre il governo continua a restare immobile, a non far nulla, mettendo a rischio l’incolumità dei suoi cittadini, e perdendo sul tema dell’immigrazione la sua ultima piccolissima briciola di credibilità”.
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Uil-Pa Penitenziari
Benedetto Attili, segretario generale comunica: “Con molta e profonda preoccupazione apprendiamo dell’introduzione nella manovra economica delle norme di riordino dell’organizzazione giudiziaria sul territorio. L’aver collocato tali norme nel provvedimento economico la dice lunga sulle reali intenzioni del governo ed in particolare del neo-ministro della Giustizia. Non si guarda all’interesse generale, all’efficienza, ai diritti dei cittadini, alla professionalità dei lavoratori. Si interviene ancora una volta per fare cassa. Per attuare risparmi di spesa. Sulla pelle dei cittadini che saranno penalizzati da un’organizzazione giudiziaria sempre più distante.
E ancora punendo decine di migliaia di lavoratori che vedono ogni giorno messa in discussione la propria professionalità ed il posto di lavoro. Tutto questo senza alcun confronto o programmazione.
La riforma della Giustizia, alla quale siamo anche noi interessati e che chiediamo da anni è tutt’altra cosa e non può esaurirsi con provvedimenti di taglio al personale, alle risorse, alle strutture. Il Ministro, il governo, tutti gli attori interessati sanno benissimo che una seria riforma richiede risorse, investimenti, condivisione.
L’arroganza e l’improvvisazione non portano lontano e rischiano di rendere ancora più difficile, se non impossibile realizzare una riforma che serva veramente gli interessi dei cittadini.
Invieremo questo comunicato a tutte le istituzioni coinvolte, alle forze politiche, ai gruppi parlamentari perché riflettano sull’opportunità di avviare da subito un confronto con tutte le componenti del sistema giustizia, prima di adottare provvedimenti di così grande e delicato impatto sociale.
Lo stato di agitazione del personale giudiziario rimane confermato e sarà reso più incisivo attraverso ulteriori iniziative nel caso le norme in questione non dovessero essere stralciate dal testo della manovra”.
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Comunicato congiunto
Questura di Genova. Orari ordine pubblico. Siamo disposti al dialogo ma sul servizio allo stadio non concederemo deroghe sino a quando la struttura non sarà giudicata agibile. Non accettiamo che il disagio del personale del comparto sicurezza aumenti a causa di responsabilità politiche locali chiederemo al questore di non firmare più l’agibilità in deroga dell’impianto sportivo. In sintesi, riteniamo necessario che vengano diversificati gli orari di lavoro in ordine pubblico tenendo conto della specificità d’impiego del personale, Non è accettabile che non si tenga conto della differenza sostanziale che oggettivamente esiste tra il servizio garantito dai colleghi durante un servizio d’accompagnamento stranieri e quello svolto durante una manifestazione sportiva o di piazza.
Per non parlare della diversità d’impiego allo stadio delle forze territoriali rispetto all’impegno della DIGOS prima durante e dopo l’evento sportivo.
Abbiamo proposto d’incentivare l’attività del Nucleo Servizi dell’Ufficio di Gabinetto proponendo di formalizzare, attraverso una circolare organizzativa, l’introduzione di un criterio che garantisca, a chi ne faccia richiesta, la possibilità di svolgere prioritariamente servizi di ordine pubblico, per un minimo garantito di 15/20 turni mensili. Tale innovazione organizzativa agevolerebbe la ricollocazione presso l’UPG del personale del Nucleo Servizi che da tempo chiede di operare presso la “Squadra Volante”
Inoltre, al fine di valorizzare il ruolo del Poliziotto del Quartiere, tenendo conto che, a causa della cronica carenza di personale, gli operatori assegnati a tale incarico vengono utilizzati per altre mansioni, abbiamo suggerito all'Amministrazione di provvedere ad un immediato ridimensionamento delle zone territoriali di competenza allo scopo di recuperare, su base volontaria e in mancanza di volontarietà nel rispetto dell’anzianità di servizio, un congruo numero di operatori da assegnare ad altri uffici operativi.
Per quanto concerne i servizi di ordine pubblico presso lo stadio di Genova, l’Amministrazione ha chiesto alla parte sindacale una deroga oraria per anticipare la presenza delle forze territoriali presso i tornelli in occasione degli incontri che iniziano alle ore 15.00.
Le nostre OO.SS. ritengono tale proposta irricevibile in quanto si chiedono deroghe a discapito dei lavoratori della Polizia di Stato, mentre a causa di responsabilità politiche locali, lo stadio di Genova pur non rispondendo ai requisiti strutturali previsti per ottenere l’agibilità continua ad essere utilizzato dal pubblico grazie ad una deroga che periodicamente viene firmata dal comitato competente che tra l'altro, tra i vari membri conta la presenza del Questore di Genova. Inoltre ricordiamo che l’impianto sportivo non rispetta il D.M. del 2005 per quanto concerne l’area antistante il lato distinti e precisamente in Corso De Stefanis (anche se l’Assessore Anzalone non se ne vuol fare una ragione…)
Pertanto sino a quando tale situazione non sarà sanata le nostre sigle non sono disposte a concedere nessuna deroga oraria e chiederemo un incontro al Questore di Genova per invitarlo a non firmare più l'agibilità in deroga dell'impianto sportivo.
Genova, 14 settembre 2011
Silp-Cgil Genova; Ugl-Polizia Silp-Cgil Genova; Siap- Anfp Genova
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