Lo scenario è tutt’altro che rassicurante, s’intensificano gli scontri politici e istituzionali e le contrapposizioni delegittimanti tra maggioranza e opposizione. Tutto è poco chiaro, incerto. Prevale, come sempre, la faziosità di parte, l’interesse personale, a discapito dei bisogni della collettività.
A fronte dei bonus richiesti dai due deputati, tanto per fare un esempio calzante, viene da chiedersi se la classe dirigente sia ancora capace di capire cosa sta accadendo al nostro Paese. Nessuno, purtroppo, è stato in grado fino ad ora di individuare una “terapia” credibile per limitare le continue stangate che, da più parti, falcidiano la nostra economia; nessuno ha elaborato un progetto articolato per mettere in sesto i “conti di casa nostra”, per arginare il dilagante fenomeno della disoccupazione, per riequilibrare e far funzionare il fisco e parecchio altro ancora.
Il tanto temuto autunno è alle porte. Mentre l’ombra del Covid-19 incombe nuovamente sugli italiani, quest’ultimi saranno nuovamente chiamati al voto. Elezioni in mascherina e guanti, condizionate dalla paura di oggi e di domani, che lasciano in molti col fiato sospeso. Un po’ come il mondo intero guarda alle elezioni statunitensi e ad una possibile rielezione (o no) dell’attuale presidente Donald Trump.
Sul piano strettamente sanitario le prospettive non sono migliori. Sappiamo tutti che fino a quando non ci sarà la disponibilità di un vaccino per tutta la popolazione, resteremo confinati dietro a una mascherina e (per i più fortunati) allo smart-working, magari nuovamente costretti nelle nostre case, con lo spettro di una cassa integrazione (o, peggio, della disoccupazione) a condizionare irreparabilmente le nostre vite.
Ma l’autunno sarà anche la prova del nove. Perché se si prevedono solo nuvole nere dobbiamo sforzarci di trovare segnali di sereno: risalire la china sarà sempre più dura se ci facciamo prendere dallo sconforto. Bisognerà dare il meglio di noi, proseguire uniti in un’unica direzione, con spirito di sacrificio e una sana dose di ottimismo.
Le elezioni regionali possono essere un buon punto di (ri)partenza. Gli italiani devono convincersi che è giunto il momento di tornare tutti ad occuparci dei problemi del Paese, riappropriandosi della politica, della rappresentanza, del dialogo e del confronto. Senza un governo stabile e omogeneo, veramente “rappresentativo” di una maggioranza, ripartire sarà ancora più complicato.
il Direttore, Ugo Rodorigo
direttore@poliziaedemocrazia.it
|