“Oltraggiata appena giovinetta, nell’onore e nell’amore. Vittima svillaneggiata di un pubblico processo di stupro. Che tenne scuola di pittura a Napoli. Che s’azzardò, verso il 1638, nella eretica Inghilterra. Una delle prime donne che sostennero colle parole e colle opere il diritto al lavoro congeniale e a una parità di spirito tra i due sessi” - Anna Banti in Artemisia (Milano, 1947).
Palazzo Reale ci propone una mostra su Artemisia Gentileschi. Oltre 50 opere e documenti inediti che ci raccontano la storia di una donna e la passione di un’artista. Per la prima volta l’ampia antologica milanese dà spazio all’intera produzione di questa eccelsa protagonista del Seicento europeo, seguendola nelle sue non comuni esperienze di vita e riscoprendo un’artefice completa, di indubbio talento, che si è espressa in una variegata gamma di temi e generi pittorici.
La mostra e’ suddivisa cronologicamente nelle quattro fasi che contraddistinguono la vita di Artemisia: gli inizi a Roma - giovanissima - sotto l’influenza del padre Orazio, gli anni a Firenze in cui il suo stile si sviluppa autonomamente giungendo ad una codificazione inconfondibile, il ritorno a Roma all’inizio degli anni Venti ed il successivo quasi quarto di secolo a Napoli fino alla morte giunta nel 1653. Artemisia nacque nel 1593 a Roma, figlia di quell`Orazio Gentileschi, celebrato in tutta Europa, capace di uguagliarlo in fama e nella pur diversamente orientata passione per la pittura.
Roberto Longhi scrisse di lei nel 1916: «l'unica donna in Italia che abbia mai saputo che cosa sia pittura, e colore, e impasto, e simili essenzialità...»; tuttavia l’artista ha dovuto aspettare oltre tre secoli per vedere riconosciuto dai posteri il suo status di grande pittore. Fino al secondo dopoguerra, infatti, la Gentileschi viene ricordata più per il processo per stupro intentato al collega del padre Agostino Tassi - che segnerà dolorosamente la sua vita e carriera - che per i suoi evidenti meriti pittorici.
Dai primi anni Sessanta, la vicende della sua vita avventurosa e libera, come la forza espressiva e il linguaggio ricco e fantasioso della sua arte, sono stati oggetto di studi ed interpretazioni da parte della critica femminista: Artemisia diveniva un simbolo di coraggio ed emancipazione, ma la sua eccelsa pittura, ammirata sin dal Seicento e ricercata dai potenti di tutta Europa, era messa in secondo piano. La mostra vuole farci scoprire il posto di Artemisia Gentileschi nella grande pittura del suo tempo.
Artemisia Gentileschi
Storia di una passione
Milano, Palazzo Reale 22 settembre 2011 – 29 gennaio 2012
a cura di Roberto Contini e Francesco Solinas
e arricchita da interventi scenografici e teatrali di Emma Dante.
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