Per quanto riguarda i profili internazionali, la materia dei rischi sociali è affidata al Ministero degli Affari Esteri che la condivide, per alcuni aspetti, con la Presidenza del Consiglio dei Ministri.
La struttura organizzativa e di coordinamento deputata ai compiti di emergenza è l’Unità di Crisi , cui è affidato il compito istituzionale di assistere i connazionali e tutelare gli interessi italiani all’estero in situazioni di emergenza.
Nelle situazioni d’emergenza, l’Unità svolge compiti di analisi, pianificazione e attuazione di azioni dirette nelle zone di crisi attraverso l’invio di contingenti militari, la fornitura di generi di prima necessità e di soccorsi sanitari, o attraverso l’evacuazione dei cittadini italiani.
Uno degli ultimi interventi effettuati in situazioni d’emergenza internazionale è stata la missione Unifil in Libano, autorizzata dal D.L. 28 agosto 2006, n. 253, che è stata considerata come un intervento di cooperazione allo sviluppo per migliorare le condizioni di vita della popolazione.
Rientrano in tale ambito anche le missioni di protezione civile all’estero rese possibili dopo che il D.L. 31 maggio, n. 90 (convertito, con modificazioni, dalla Legge 26 luglio 2005, n. 152), ha esteso l’applicabilità della legge sulla Protezione Civile alle situazioni d’emergenza fuori dai confini nazionali ed europei.
A partire dal 2000 l’Unità di Crisi è stata posta alle dirette dipendenze del Segretario Generale del Ministero degli Esteri, acquisendo una maggiore autonomia funzionale e decisionale soprattutto alla luce dell’utile esperienza accumulata attraverso gli anni.
Per rendere ancora più efficace il conseguimento dei compiti istituzionali, l’Unità di Crisi mantiene pertanto contatti operativi regolari sia a livello istituzionale (con le altre Amministrazioni dello Stato e con le cellule di crisi degli altri Ministeri degli Esteri dei Paesi dell’Unione Europea), sia con le varie articolazioni della società civile (operatori economici, ordini religiosi, tour operator, ONG, etc.).
L’Unità di Crisi del Ministero degli Affari Esteri lavora, inoltre, in stretto contatto con le strutture omologhe negli altri Paesi, in particolare in ambito UE ma anche al di fuori dell’Unione Europea, e con loro scambia e confronta informazioni utili, grazie soprattutto alle evolute tecnologie che consentono di realizzare a basso costo e con frequenza desiderata collegamenti con i vari software e in videoconferenza.
La collaborazione a livello dei Paesi della UE ha già al suo attivo notevoli successi: dal rimpatrio dei cittadini comunitari a seguito della crisi politica in Costa d’Avorio nel 2004, allo tsunami del dicembre 2004; dal soccorso prestato dopo l’attentato terroristico di Sharm-el-Sheikh nel giugno 2005, fino all’evacuazione dal Libano nel luglio 2006.
L’Unità di Crisi elabora piani di emergenza per tutti i Paesi del mondo .
Per predisporre gli eventuali scenari di intervento e verificare i piani di emergenza l’Unità di Crisi organizza missioni tecniche, alle quali partecipano anche altre Amministrazioni dello Stato coinvolte nella ricognizione dei piani di emergenza (in primis le Forze Armate): si definiscono accordi di cooperazione con le autorità locali e si tengono corsi di formazione del personale nel settore d’emergenza.
La struttura interna dell'Unità di Crisi è il riflesso di una delle sue principali caratteristiche: la massima flessibilità.
In caso di crisi ciò consente di fornire una risposta immediata che, unita ad una catena decisionale chiara e definita, assicura univocità ed efficacia agli interventi operativi .
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