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Luglio-Agosto/2011 - Contributi
Il sindacato militare? Costa 40 milioni di euro l’anno ma non offre servizi
di Luca Marco Comellini

In questo periodo storico del Paese, dove tutti parlano di sicurezza e stringono la cinghia per l’evidente crisi che attanaglia ogni settore della società, forse non tutti sanno che in quello militare, dove giustamente i tagli pesano in termini di efficienza e operatività, vi è una inutile struttura che assorbe 40 milioni di euro all’anno.
A differenza delle organizzazioni sindacali, che comunque un peso più o meno importante lo hanno, il nulla offerto dalla rappresentanza militare (i cosiddetti Cocer, Coir e Cobar) ai cittadini militari, allo strabiliante costo di 40 milioni di euro l’anno, appare un evidente spreco.
Il motivo per cui questo sistema rappresentativo - che opera esclusivamente nel mondo militare essendo previsto dall’arcaica legge di Principio sulla Disciplina Militare (l. 382/78) - continua a resistere alle sempre maggiori spinte popolari che lo vorrebbero sostituire con un vero e proprio sindacato, è facilmente spiegabile in un Paese come il nostro, dove poltrone e vantaggi economici personali sono, in fondo, la motivazione per ogni cosa, e allo stesso tempo sono un eccezionale collante tra coloro che detengono il potere e quelli che, ben ricompensati, si prestano a ringhiare con chi li ha eletti.
Qualsiasi organizzazione sindacale svolge le proprie attività autofinanziandosi con i proventi del tesseramento, contrariamente nell’ambito militare questo non avviene e tutte le spese vengono sostenute dalle già povere casse della Difesa.
Con il D.p.r. 163/2002 venne istituito il sistema di pagamento delle spese di missione, cosiddetta “forfettaria”, con lo scopo di essere alternativo al rimborso analitico delle spese di trasferta fuori sede e omnicomprensivo della diaria giornaliera. Tale indennità, inizialmente di 100 euro ogni 24 ore di missione, aveva l’obiettivo di far risparmiare l’Amministrazione, nonché quello di semplificare le procedure amministrative di liquidazione dei certificati di viaggio. Successivamente, con il D.p.r. 171/2007 tale rimborso è stato elevato a 110 euro ogni 24 ore di missione, ed è stata creata una nuova tipologia (miniforfettaria) di 50 euro ogni 12 ore di missione. Sin qui la parte normativa. Ma allora perché parlare di sindacato, rappresentanza militare e spese di missione? Il sindacato non costa alle casse dello Stato, la rappresentanza militare sì. Da subito la norma poc’anzi citata ha costituito per i delegati Cocer (in missione per ben 4 settimane al mese, ovvero sempre) un’ottima opportunità di facile guadagno, mentre si è dimostrata poco utile per la stragrande maggioranza del personale militare, che generalmente viene aggregato presso le strutture militari sia per il vitto che per l’alloggio.
Per i “coceristi” o per quei delegati Coir e Cobar, dove la competenza è regionale, è differente e col tempo hanno perfezionato alcuni meccanismi che permettono di ottenere considerevoli utili per l’attività di servizio svolta. Un secondo stipendio spesso molto consistente. Di seguito ne elencheremo alcuni, ma bisogna intanto premettere che ogni “cocerista”, nella peggiore delle ipotesi, ottiene ogni settimana 490 euro di rimborso forfettario; 490 x 4 = 1.960 euro. Il calcolo, per difetto, tiene conto di quattro settimane di missione al mese, ognuna di quattro giorni + 12 ore di missione, ma non è raro che l’attività dei “coceristi” sia di cinque giorni a settimana con un incremento di ulteriori 440 euro mensili.
Questi i metodi più utilizzati:
1) tre/quattro delegati affittano insieme un appartamento e ne condividono le spese. Bastano 600/700 euro al mese per affittare in alcune aree di Roma. Ogni singolo spende 175 euro per alloggiare. Anche le spese di esercizio (acqua, luce e gas) vengono ripartite. Il pasto meridiano, solitamente, viene consumato presso le mense militari al costo inferiore a 5 euro. La cena, di solito, prevede una pizza/panino e bibita (circa 10 euro) oppure la divisione delle spese per la preparazione di un pasto caldo presso l’appartamento. Ricapitolando: 175 euro (affitto) + 25 euro (esercizio) + 80 euro (pranzi) + 160 euro (cene); totale spese mensili: 440 euro. Guadagno netto: 1.520 euro;
2) i delegati residenti nelle zone limitrofe a Roma, es. Viterbo, Tivoli, Colleferro, Velletri, Caserta, Napoli, ecc., sono quelli che maggiormente ne traggono profitto. Infatti, ogni giorno, con treni espressi o regionali in abbonamento, rientrano tranquillamente presso le proprie abitazioni e non hanno necessità di affittare casa e di cenare fuori, spendendo solo 80 euro al mese per i pranzi + 240 euro per le spese del viaggio; totale spese mensili: 320 euro. Guadagno netto 1.640 euro;
3) altri delegati optano per sistemazioni alloggiative di fortuna, ovvero pensioni, ostelli, ricoveri religiosi, foresterie militari con una spesa massima giornaliera di 30 euro per un totale di 480 euro mensili per l’alloggio. Per il vitto spendono 60 euro a settimana per un totale di 240 euro al mese. Totale spese mensili: 720 euro. Guadagno netto: 1.240 euro;
4) esiste anche qualche delegato con la passione del camper, con il quale risparmiano le spese di alloggiamento. Spese di vitto: 240 euro mensili. Guadagno netto: 1.720 euro;
5) esiste anche la tipologia dei delegati che alloggiano e mangiano presso parenti/amici residenti a Roma. Guadagno netto: 1.960 euro.
Giova precisare che il trattamento “forfettario” è riferito alle spese di vitto e alloggio e non alle spese di viaggio. La maggior parte dei delegati viaggia in aereo spendendo oltre 500 euro di biglietto a/r con relativo accumulo di punti millemiglia per il rilascio di premi e/o biglietti gratis da utilizzare per i viaggi familiari. Le ultime notizie parlano di prevedere l’aumento dell’indennità di missione oraria da 6 euro l’ora di viaggio a 8 euro e la sua cumulabilità con la forfettaria. Questo sarebbe un altro introito (mediamente 70/100 euro in più ogni settimana) per i “coceristi”.
Infine, i delegati sono percettori del cosiddetto gettone di presenza e dell’eventuale straordinario svolto. Ovviamente le metodologie per guadagnare qualche soldo, potrebbe essere il frutto di una pura invenzione. Purtroppo, questi facili guadagni di alcuni hanno un costo che soventemente rende inesistente lo stesso strumento rappresentativo.

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