La collezione Terruzzi ora a Bordighera:
più di 1000 pezzi, tra cui 170 dipinti, mobili
antichi, ceramiche, porcellane, in una sede
che ha caffetteria e anche spazi temporanei
Dal 19 giugno ha aperto al pubblico Villa Regina Margherita- Fondazione Famiglia Terruzzi, lo storico e fascinoso edificio che è stato acquistato dalla Città di Bordighera e dalla Provincia d’Imperia e assegnato alla Fondazione Terruzzi ed è stato successivamente oggetto di un attento intervento conservativo e allestitivo sostenuto interamente dalla Famiglia Terruzzi.
La villa si propone come polo museale e culturale di assoluto rilievo nel panorama nazionale grazie all’esposizione permanente di un nucleo cospicuo di opere scelte della straordinaria collezione Terruzzi – più di 1000 pezzi, tra cui 170 dipinti, mobili antichi, ceramiche e porcellane, europee e orientali – e i servizi culturali offerti, tra i quali un attrezzato gabinetto di restauro, e a un’attività di eventi espositivi, convegni e incontri, avviata in concomitanza con l’inaugurazione con una mostra omaggio proprio a “Margherita, Regina d’arte e cultura”, nei 150 anni dell’Unità d’Italia. La villa fu costruita per volere di Margherita di Savoia tra il 1914 e il 1916 dove la prima regina d’Italia trascorse gran parte degli ultimi anni di vita e dove si spense nel 1926. Villa Regina Margherita sorse su progetto di Luigi Broggi, tra i più valenti architetti formatisi alla scuola del Boito, nel luogo più congeniale di Bordighera: all’interno del parco che circondava villa Etelinda in “una specie di spiazzo… a mezza costa della collina…”; in uno spiazzo dal quale “.. nei giorni di vento si riesce a vedere perfino la linea oscura della Corsica”. Nelle sale della villa ove, sotto il controllo delle competenti soprintendenze, sono stati recuperati stucchi, tempere, parquets, vetrate artistiche, ecc. - adeguando nel contempo l’edificio ai più moderni standard museali - si dipana dunque il percorso permanente, con un progetto allestitivo di Michelangelo Lupo, teso a ricostruire l’atmosfera seducente di una dimora d’epoca. Un percorso che, se colpisce già per i numeri della collezione, concessa in comodato trentennale alla Fondazione - impressiona soprattutto per la varietà e la qualità delle opere selezionate. I dipinti vanno da preziose tavole a fondo oro del Tre e Quattrocento di importanti autori toscani e veneti, collocate nella Cappella della villa e nella sala antistante, a dipinti del Sei e del Settecento italiano con particolare attenzione alla scuola ligure, emiliana, e a quella napoletana - quasi un omaggio all’amore della regina per la città partenopea - fino ad opere di pittori francesi, fiamminghe e olandesi, in particolare di paesaggi e di nature morte. Un’abbuffata d’arte per i visitatori che poi potranno riposarsi nella grande terrazza che corona l’edificio dove ora è stata creata una raffinata caffetteria da cui lo sguardo si perde verso il mare. La Regina Margherita amava ristorarsi nella bella terrazza della sua amata residenza a Bordighera, circondata da un parco straordinariamente ricco ove prossimamente verrà riportata la rara rosa Reine Marguerite d’Italie, che a lei aveva appositamente dedicato il vivaio lussemburghese Soupert & Notting. Per ora, come era giusto in occasione dell’apertura del nuovo polo museale, la sovrana amata dal suo popolo, rivive anche nella mostra temporanea che la vede protagonista: attraverso i ritratti o oggetti simbolo che le sono appartenuti – dal mantello all’inginocchiatoio – e nella selezione di opere d’arte che Margherita stessa aveva voluto per sé, acquistate nelle tante Biennali o Esposizioni d’arte che era solita frequentare e incentivare come La morte del pulcino di Luigi Nono, ad Affetti di Giacomo Balla, di Notte a Verona di Bartolomeo Bezzi. Una trentina di pezzi in gran parte provenienti dal Patrimonio del Quirinale - ma anche da collezioni private, dal Museo Internazionale d’Arte Moderna di Ca’Pesaro, dal Mart di Rovereto, ecc. – per questa mostra curata da Annalisa Scarpa e da Michelangelo Lupo (che ne è anche l’allestitore) con la preziosa collaborazione di Louis Godart.
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