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Luglio-Agosto/2011 - Osservatorio
Dopo 40 anni sono online i pentagons paper
di Carlotta Rodorigo

L’Archivio Nazionale degli Stati Uniti ha deciso di pubblicare tutte le circa settemila pagine dei Pentagons Paper, i documenti riservati che descrivono in dettaglio il comportamento di quattro Amministrazioni Usa sul Vietnam, tra cui le menzogne del presidente Lyndon Johnson. Non sono attese rivelazioni di spicco, perché ampi stralci dei Pentagon Papers, e in particolare quelli più segreti ed esplosivi, erano stati pubblicati con ampio rilievo nel 1971 dal New York Times. Si tratta però della prima volta che il pubblico ha la possibilità di leggere tutti i Papers, grazie ai quali si era appreso che i leader Usa sul Vietnam dicevano una cosa in pubblico e cose totalmente diverse in privato, o nelle riunioni a porte chiuse.
Considerati una sorta di antenato dei documenti che Wikileaks, anche loro hanno il loro soldato Bradley Manning, l’uomo che ha consegnato centinaia di migliaia di “cable” diplomatici riservati all’organizzazione diretta da Julian Assange, e si trova attualmente in carcere. La gola profonda di quaranta anni fa si chiama Daniel Ellsberg, ex marine e analista militare. Era stato lui a consegnare i documenti al Nyt, con un impatto senza precedenti, dato che dopo la pubblicazione dei primi stralci del documento sul Vietnam, il parere dell’opinione pubblica sulla lunga guerra degli Stati Uniti si modificò in maniera radicale. Seguì un momento molto difficile per la politica americana, perché poco dopo scoppiò lo scandalo del Watergate, con le traumatiche dimissioni del presidente Richard Nixon.
Le accuse più dure dei Pentagon Papers furono quelle nei confronti del presidente Johnson, un democratico. C’erano in particolare piani dettagliati per l’invasione del Vietnam, nonostante lo stesso Johnson avesse escluso categoricamente di avere intenzioni in tal senso.

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