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Marzo - Aprile/2011 - SOLO ON LINE SU POLIZIA E DEMOCRAZIA
La soluzione del rapimento di Sandra Mariani va ora rivalutata dopo l’uccisione di Bin Laden
di Claudio Ianniello

Domenica 1 maggio 2011 e` stato ucciso Bin Laden. Il mondo intero, almeno nella sua parte occidentale, festeggia la notizia. Probabilmente non staranno facendo altrettanto i familiari di Maria Sandra Mariani, 53 anni, originaria di San Casciano Val di Pesa in provincia di Firenze. A far data dal 20 gennaio scorso, la donna si trovava in Algeria ospite di alcuni suoi amici in una struttura turistica, e vi sarebbe dovuta rimanere per circa un mese. ''Maria Sandra ha sempre amato l'Africa e il suo deserto” riferiscono persone a lei vicine. Pare infatti che da anni la signora Mariani trascorresse lunghi periodi di ferie in Algeria, spesso adoperandosi anche in iniziative di carattere umanitario a favore della popolazione tuareg.
Tutto normale insomma, fino al 2 febbraio, quando a sud della città di Djanet, a 90 km dal confine con il Niger, Maria Sandra sarebbe stata prelevata da un gruppo di 14 uomini armati a bordo di due pick-up, mentre era insieme ad una guida, un autista ed un cuoco. Un rapimento. Fonti della sicurezza algerina si dicono certe infatti che si tratti di rapimento e che sia opera di una cellula di Al Qaeda operante nel Maghreb islamico: l`Aqmi. La notizia era inizialmente trapelata attraverso il quotidiano Echourouk il quale riferiva di essersi basato su "fonti al di la` di possibili dubbi”. A seguito della conferma ufficiale del rapimento da parte della Farnesina, parenti ed amici sono sprofondati nell`angoscia piu` profonda.
Da subito si occupa del caso anche la stampa internazionale, in primis i media algerini come l'agenzia stampa Aps (Algerie presse service) ed i quotidiani El Watan e Le Quotidien d'Oran. All’inizio pero` si fa fatica a fornire una versione univoca dei fatti: La fonte di Echourouk sostiene che a venire a conoscenza del rapimento sarebbero state le forze di sicurezza algerine, allertate dalla guida di Sandra, presente durante il sequestro. Sempre la stessa fonte sostiene che i rapitori abbiano poi portato l'ostaggio in Niger e che da quel momento non arrivino più notizie.
Un’altra invece la versione del giornale algerino Ennahar: “La donna - scrive il quotidiano - si era allontanata dal gruppo per comprare del cibo, quando e` stata intercettata dai terroristi che viaggiavano a bordo di un fuori strada. Il sequestro è avvenuto mentre Maria Sandra Mariani stava ritornando alla comitiva, in compagnia della guida e di un autista, anch’essi rapiti e poi subito rilasciati”. Infine fonti "esperte della regione", sentite dall'Ansa, lasciano intendere che le due guide della donna potrebbero essere implicate nel sequestro e per questo a piu` riprese sentite dalle autorita` algerine. "Le guide - precisa la fonte - sono le uniche a conoscere perfettamente la regione sahariana".
Ulteriori dettegli del rapimento sono trapelati successivamente, in maniera disomogenea e frammentaria. I rapitori ''non parlavano algerino né targui, ma avevano un accento mauritano'', scrive El Watan, ed ancora: ''si sono assicurati dell'identità della donna e poi l'hanno presa''.
E` molto probabile inoltre, come spesso accade per il sequestro di occidentali nella regione, che il rapimento sia stato compiuto da un gruppo di contrabbandieri i quali in un secondo momento avrebbero venduto la donna all'organizzazione terroristica Al Qaida.
Che Sandra in un modo o nell’altro sia finita nelle mani del braccio nordafricano della rete terroristica di Bin Laden e` ormai pacifico. La conferma arriverebbe da un messaggio audio trasmesso dalla televisione Al Arabiya in cui si puo’ ascoltare una voce femminile, riconducibile con ogni probabilita` a quella di Sandra, dichiarare in lingua francese: “sono la donna italiana rapita mercoledì 2 febbraio vicino a Djanet in Algeria”. Al Arabiya ha detto di aver ottenuto il messaggio audio dopo essere stata contattata per telefono da un portavoce di Al Qaida nel Maghreb Islamico che ha rivendicato il sequestro e ha detto che la donna è viva. «Sono ancora nelle mani di Al Qaida nel Maghreb Islamico... chiedo ad Al Arabiya per favore di diffondere questo messaggio. Grazie», dice ancora la donna nella registrazione.
D’altra parte Al Qaida si è gia` resa responsabile di altri sequestri e attentati tra Mali, Mauritania e Algeria. Il gruppo rivendicò anche il rapimento dell'italiano Sergio Cicala e della moglie Philomene, catturati in Mauritania nel dicembre 2009 e liberati quattro mesi dopo. Nata nel gennaio 2007 dall'algerino "Gruppo salafita per la predicazione e il combattimento" (Gspc), che a sua volta alla fine degli anni '90 raccolse l'eredità del sanguinario "Gruppo islamico armato" (Gia), l'organizzazione è guidata da Abu Mussab Abdel Wadud. Dal 2009 il gruppo ha limitato gli attacchi terroristici per intensificare il "business" dei sequestri.
Dal Niger, ora Maria Sandra Mariani potrebbe essere addirittura in Mali, come accaduto "per i lavoratori francesi di Areva", sequestrati vicino ad Arlit in settembre e non ancora rilasciati. E' questo il percorso abituale dei gruppi legati ad Al Qaida per il Maghreb islamico.
In una nota del 2 maggio scorso, il Ministro degli Esteri Intervenendo sulla vicenda afferma di: “operare senza soluzione di continuità attraverso tutti i canali istituzionali competenti” aggiungendo che l’ambasciata italiana ad Algeri “rimane in contatto costante con le più alte cariche dello Stato algerino che hanno assicurato massimo impegno e attenzione”. In questo senso si e` svolto il 12 maggio scorso quello che e` stato definito un incontro ''proficuo e utile'', a Bamako, tra Margherita Boniver, inviata speciale per le emergenze umanitarie del ministro degli Esteri Franco Frattini e Cisse' Mariam Kaidama Sidibe', primo ministro del Mali. Un incontro in cui si e' discusso di cooperazione tra i due Paesi, ma soprattutto del caso di Maria Sandra Mariani.
Quale sara` la reazione di quei gruppi terroristici che hanno nelle loro mani Sandra Mariani dopo l’uccisione di Bin Laden? Attendiamo di conoscere ora quali iniziative il Governo voglia attuare, visto il nuovo scenario che si prospetta, per ottenere il rilascio della nostra connazionale.

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