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Marzo - Aprile/2011 - SOLO ON LINE SU POLIZIA E DEMOCRAZIA
Il risorgimento italiano
di Carlotta Rodorigo

L’unità italiana venne promossa dal Risorgimento, movimento che dopo la divisione politica di oltre un millennio trovò la sua conclusione.
Il Risorgimento coincise con i moti indipendentisti degli altri paesi europei e con la lotta della borghesia contro i regimi assolutistici.
L’idea di indipendenza, unità e rinnovamento della vecchia struttura politica inizia in Italia durante l’era napoleonica.
Dopo il Congresso di Vienna del 1815 la borghesia lombarda appoggiò l’idea della formazione di uno stato italiano, premessa per uno sviluppo industriale e commerciale, trovando complicità nella classe intellettuale italiana.
L’Italia divisa in vari stati, scelse lo stato piemontese riunito in un esercito efficiente che decise di mettersi alla testa del movimento.
Ma il Risorgimento ebbe diversi avversari, dalla Chiesa ai grandi proprietari terrieri che temevano ogni novità.
Il popolo contadino, analfabeta, povero, abituato ad essere escluso da secoli dalla vita politica restò ai margini del movimento.
Le correnti indipendentiste, moderate e di destra si appoggiarono alla monarchia sabauda.
Ritornando al Congresso di Vienna, l’Austria ottenne il controllo di tutta la penisola, non sostenuto dalla Francia e dall’Inghilterra che favorirono il sorgere di uno stato indipendente.
Iniziò così il Risorgimento nel 1814-15 per concludersi nel 1861.
Ormai erano mature le rivendicazioni di libertà e autonomia di un popolo.
I primi moti costituzionali iniziarono nel 1820 e 1821 rispettivamente a Napoli e in Piemonte.
Questi tentativi furono soffocati soprattutto dall’Austria, ma seguiti da un periodi di cospirazioni e sommosse, tra le quali la più importante fu quella del 1831 in Romagna.
Nel 1848 la Sicilia si rivoltò contro i Borboni, seguita dalla guerra contro l’Austria e le repubbliche di Roma e Venezia. L’Austria riuscì a soffocare i veri moti rivoluzionari, ma i patrioti italiani sostenuti da casa Savoia, prepararono le campagne del 1859, 1860 e ’61 che avrebbero portato alla costituzione del Regno d’Italia. Sono trascorsi 150 anni, i numerosi avvenimenti sono accaduti, la prima, la seconda guerra mondiale, la guerra fredda e una crisi finanziaria voluta dal destino e da una catena di fatti spiegabili e non. Di chi la colpa? la retorica politica, inutile, cerca sempre un colpevole per evitare di esprimere il proprio pensiero vero. Non cambi a niente e giustifichiamo tutto quello che è accaduto in tanti anni, fino ad oggi.
Episodi brillanti o dolorosi e non, una storia da rinnegare.
Oggi l’inno per la commemorazione dell’Unità d’Italia si recita parola per parola come non avevamo mai fatto.
Critiche su critiche su ogni parola dell’inno di Mameli senza citare il fatto che alla fine, cantandolo tutti insieme qualcosa di emozionante resta in noi.
Un inno scritto molti anni fa con la semplicità, tanto amore e orgoglio di patria che ci ricorda il grido di una nazione che finalmente è unita anche tra immense difficoltà.




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