A Torino l'omaggio
a Vittorio Emanuele II, primo sovrano
del Regno Unito
La grande mostra “Vittorio Emanuele II. Il Re galantuomo.” (fino al 10 maggio, a cura di Elena Fontanella) percorre la storia della vita del sovrano, dalla sua adolescenza all’unificazione italiana. L’esposizione si sviluppa in tre sedi espositive, tutte a Torino: Palazzo Reale, Palazzo Chiablese e Castello di Racconigi. Nel castello Racconigi sono raccontate l’adolescenza del re e la sua ascesa al trono di Sardegna. Il percorso espositivo mette in luce le persone collegate alla sua infanzia e alla sua formazione come Carlo Alberto, Maria Teresa e Ferdinando. Attraversando le sale si ha anche l’opportunità di vedere gli arredi da cui Vittorio era circondato durante la sua crescita ed è inoltre proprio in quelle sale che venne festeggiato il suo matrimonio. E’ a Palazzo Reale invece che si scopre maggiormente la figura del Re e della storia che lo ho portato al trono. Al primo piano infatti sono raccontati gli episodi fondamentali della storia del risorgimento. Il racconto inizia dalla dominazione napoleonica, periodo nel quali nascono le prime aspirazioni unitarie e emergono i principi di indipendenza e libertà che infiammeranno lo stivale durante gli anni e venire. Pian piano avanzando attraverso il percorso espositivo emergono figure ed eventi portanti della nostra storia unitaria, come gli eroi (Garibaldi), i ministri del Regno di Sardegna (D’Azeglio, Cavour e Rattazzi), i regnanti delle corti europee (Napoleone III, Francesco Giuseppe, Pio IX). Attraverso questi sono ricordati gli eventi fondamentali che vanno dal 1849 al 1864. A conclusione di questa carrellata di grandi personalità, nella sala dal ballo del palazzo sono esposti gli abiti di scena del “Nabucco” di Giuseppe Verdi della collezione della scala di Milano, e la visita si conclude sulle note del suo celebre coro. Salendo al secondo piano invece si passa agli appartamenti del Vittorio sovrano. Il percorso va alla scoperta dell’uomo, dei suoi affetti, delle sue passioni e delle sue debolezze. Si parte dalla camera da letto della Regina di Sardegna Maria Adelaide, seguita da una serie di stanze che raccontano il gusto femminile dell’epoca, facendoci vedere abiti, oggetti personali e gioielli. Le successive stanze del sovrano, ovvero il suo studio e la sua camera da letto, ci raccontano gli aspetti privati e personali, come il suo amore per i sigari, il biliardo e la passione per una vita per la caccia e la guerra. Nelle ultime stanze invece sono tracciati dei sintetici ritratti dei figli e delle loro vicende di vita. Le sale di Palazzo Chiabese infine ci mostrano la partecipazione attiva ai più importanti eventi delle guerre risorgimentali tramite dei diorami delle più importanti battaglie, l’esposizione di armi, armature e documenti dipinti.
A metà ottobre inoltre è stato aggiunto al percorso espositivo un’importante quadro, “Il Bacio” di Hayez, custodito dalla Pinacoteca di Brera e arrivato da Parigi dov’era stato per una mostra sul Risorgimento italiano. Il quadro, realizzato dall’artista veneziano nel 1859 e considerato il simbolo del successo delle lotte risorgimentali ed è sicuramente uno delle più importanti opere dell’arte risorgimentale.
Da segnalare l’eccezionalità della presenza dello Statuto Albertino, dell’unica divisa militare indossata da Vittorio Emanuele II nella celebre battaglia di Solferino, l’originale del Trattato di Vienna, il Registro originale dei partecipanti allo sbarco dei Mille, oltre al “Ritratto di Cavour” di Hayez ed al “Ritratto di Metternich” di Johan Nepomuk Ender.
FOTO: Morgari,
Vittorio Emanuele II, Racconigi
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