Al MAXXI di Roma una monografica presenta
100 lavori da collezioni pubbliche e private
del Leone d'Oro alla carriera. E anche un focus sul
laboratorio creativo fondato a Biella per i giovani artisti
Dopo la grande retrospettiva su De Dominicis il MAXXI di Roma decide di celebrare un altro grande rappresentate dell’arte contemporanea italiana, Michelangelo Pistoletto, Leone d’Oro alla Biennale di Venezia del 2003. Considerato negli Stati Uniti un anticipatore delle pratiche artistiche di partecipazione collaborativa è uno degli esponenti fondatori dell’Arte Povera ed è una figura di riferimento per le giovani generazioni. La mostra, a cura di Carlos Basualdo, aperta fino a 15 agosto, raccoglie più di 100 lavori provenienti da collezioni pubbliche e private mostrandoci il lavoro dell’artista dal 1956 al 1974. L’inizio del percorso espositivo, inizia con in Quadri specchianti ei Plexiglass che sono esposti insieme rispettando così il raggruppamento concettuale pensato dall’artista. Sono ritratti familiari, conoscenti, amici, fino a gruppi di persone della serie Comizi e Manifestazioni. Un secondo momento della mostra raggruppa gli Oggetti in meno, gli Stracci e le opere della serie Luci e riflessi, tutti in un unico ambiente. C’è anche l’iconica “Venere degli Stracci”, che può essere considerata il simbolo dell’Arte Povera. Gli Stracci, che sono quelli usati dall’artista stesso per lucidare i suoi specchi, superano la loro funzione originaria e diventano oggetti d’arte. Infine uno spazio a parte è riservato alle azioni e le performance degli artisti del gruppo teatrale Lo Zoo e ospita oggetti di scena legati alle performance, documentazioni fotografiche e video. Il percorso artistico di Pistoletto è affrontato tramite una rigorosa indagine sulla rappresentazione di se stesso fino allo sviluppo delle collaborazioni creative che caratterizzano anche la sua attuale ricerca. Guardando queste opere in questa sequenza cronologica dobbiamo considerare le trasformazioni che nel dopoguerra hanno investito l’Italia, l’Europa occidentale e il Nord America, e ritrovare le relazioni del suo lavoro con la Pop Art, il Minimalismo e il Concettuale, e in particolare, pensare al particolare aspetto collaborativo della sua opera che ha caratterizzato la sua ricerca dalla metà degli anni Cinquanta. Un’altra mostra al MAXXI ma sempre dedicata all’opera di Pistoletto è Cittadellarte, molto più piccola per dimensioni rispetto all’altra. Questa è infatti un focus sull’omonimo laboratorio creativo fondato da Pistoletto a Biella nel 1998, in cui la pratica artistica interagisce con la società. Il progetto prende come punto di partenza le pratiche artistiche sperimentali avviate negli anni Sessanta che prevedevano il coinvolgimento e la partecipazione attiva del pubblico. L’arte, si fa impegno civile e sociale attraverso l’attività svolta da uffici autonomi dedicati a diversi settori tra cui, in mostra al MAXXI, Architettura, Educazione, Moda, Politica, Produzione, Strategia e Comunicazione. Durante l’inaugurazione ha cantato Gianna Nannini, che si è esibita su una pedana allestita ad hoc per la sua performance nell’atrio del Maxxi, intonando la sua Mama. La presenza della cantante è dovuta ad una collaborazione tra i due che dura da vari anni. Riguardo a ciò l’artista ha detto: “Partivo dall’idea di questo ventre, con al centro l’ombelico, come simbolo di energia procreativa, che per me diventa femminile. Per accompagnare questa visione, Gianna Nannini ha creato la parola ‘mama’ e la usa dandole respiro e forza. Attraverso la sua voce, ‘mama’ diventa una scultura vocale per il concetto di Terzo Paradiso. E il messaggio è stato così importante per lei che ha deciso di diventare mamma dopo questa esperienza. Con Gianna Nannini si è trattato di una collaborazione tra due artisti che si stimano profondamente e che per questo hanno pensato di lavorare insieme per un progetto simbolico soprattutto rivolto ai giovani, coinvolgendoli nell’idea di affrontare un percorso di vita attraverso l’arte. Entrambe le mostre sono una coproduzione tra il MAXXI e il Philadelphia Museum of Art.
FOTO: Michelangelo Pistoletto - Venere degli stracci
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