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Gennaio - Febbraio/2011 - Lettere
Via Vittorio Spinazzola, 40 00164 ROMA - Fax 06.66140553 E-mail: redazione@poliziaedemocrazia.it
Le vostre lettere
di

...7 anni di vacche magre

Gentile Direttore,
Giuseppe, personaggio biblico, interpreta il sogno del Faraone. Le vacche magre, disse, prenderanno il posto delle vacche grasse. Giuseppe quindi consiglia il Faraone di costruire granai per conservare il cibo, il grano, in vista degli anni di carestia. Così fece il Faraone; il raccolto sovrabbondante fu tassato e i contadini portarono il grano all’ammasso.
Vennero i tempi di scarsa cuccagna e bisognava ricorrere al grano risparmiato. Il Faraone l’aveva accumulato gratis, ma il prelievo non era gratuito.
La storia si ripete; per pochi decenni gli operai hanno goduto dei beni dell’industria che loro stessi producevano con scarso stipendio e con molte tasse. Finita l’abbondanza e senza lavoro, non hanno più soldi per acquistare le meraviglie della scienza e della tecnica moderna.
Le vacche grasse per i servitori non sono mai nate.
Nella lettera precedente suggerivo di cambiare i rapporti di produzione, cioé stipendi, non più legati al sistema di produzione capitalista. Gli stipendi dovrebbero essere convenzionali, affinché l’industria possa vendere i prodotti e continuare a produrre.
L’alternativa è il ritorno all’epoca pre-industriale, al fai da te, perché altrimenti le risorse diminuiranno, anche l’industria pesante smetterà di produrre, mancheranno i semilavorati per il bricolage. Si tornerà al feudalesimo con la riscoperta delle decime da versare ai conti, agli abati, ai margravi e poi allo schiavismo.
Riconosco di essere pessimista, è vero, ma non sono Berlusconi per fare l’ottimista. Il mondo di produzione attuale, fabbriche e operai, è in crisi. Siamo nell’era post-industriale. Il sistema di produzione, il capitalismo, è anacronistico oppure, se vogliamo, i nodi, le contraddizioni, sono arrivati al pettine.
Non ci sono alternative: o si passa alla proprietà collettiva dei mezzi di produzione - già in atto, peraltro, per via delle Società per Azioni, delle “public companies” di cui però i piccoli azionisti non contano nulle - o si torna all’economia primordiale e al baratto.
E’ evidente che per scegliere bisogna fare una scelta politica, per fortuna ancora possibile, visto che siamo in “democrazia”. Bisogna decidere con la propria testa, senza lasciarsi trascinare dalle sirene che cantano le lodi e si fanno paladine della privatizzazione, della privacy, dell’ambiente. La realtà è sotto gli occhi: il passivo della Telecom, dell’Enel, delle Ferrovie è a carico dello Stato, la privacy è un paravento per le malversazioni e all’ambiente ci pensa la Bp.
Cordiali saluti
Franco Tadiotto - Genova

__________________
Per un futuro migliore

Gentile Direttore,
la crisi economica e sociale è stata pagata e la stanno pagando le classi più deboli e principalmente i giovani, la disoccupazione giovanile è alle stelle, sono proprio loro, nonostante abbiano ottima preparazione culturale e professionale.
Poi la pagano altamente i lavoratori dipendenti, pensionati e le piccole imprese in crisi. Per i lavoratori dipendenti troppo precariato, troppa incertezza e insicurezza per il proprio futuro, poca dignità della persona sui posti di lavoro.
Pensionati che non c'è la fanno ad arrivare a fine mese, con pensioni veramente da fame. Piccole imprese in crisi che non riescono a mantenere in piedi la propria azienda, non trovano aiuti finanziari dalle banche per poter andare avanti e sono costretti a chiudere. Servizi socio-assistenziali che vengono tagliati in conseguenza alle scelte fatte del governo, diminuiti drasticamente i finanziamenti, agli enti locali, regioni, province e comuni.
Lasciatemelo dire, lavoratori dipendenti e pensionati, pagano le tasse interamente come prevede la legge, bene, ma vorrebbero che tutti facessero come loro, per pagare meno. Chi non paga le tasse è uno speculatore, un fuori legge, mette la mani nelle tasche di chi è più povero di lui e di chi è onesto.
Cari cittadini dobbiamo tutti insieme portare avanti un grande progetto, per liberarci dalle mafie, dalle corruzioni e dalla illegalità, di educazione al rispetto delle regole, alla legalità, dalle istituzioni nazionali, regionali, comunali, associazioni, movimenti, mettersi veramente con impegno, responsabilità, dalle scuole di ogni ordine e grado, alle parocchie, ai sindacati, al mondo del volontariato. L’onestà è un valore vero, troppo importante, bello e di alta civiltà.
Con più controlli fatti da chi di dovere, con più onestà, entrerebbero più soldi nel bilancio dello Stato, che poi si potrebbero investire per migliorare i servizi, in parte anche per rilanciare lo sviluppo e l'economia. Servirebbe anche a mettere nelle tasche dei più deboli, ai lavoratori dipendenti e pensionati qualche soldo in più, che ne avrebbero estremamente bisogno.
Poi avviare piccole opere e lavori socialmente utili in tutti i comuni d'Italia, tutte queste cose si possono iniziare a fare da subito. Cari cittadini diamoci una smossa, abbiamo il dovere di reagire e darci da fare, come punto di riferimento solido, abbiamo la nostra magnifica costituzione italiana, che è sicuramente una delle più belle del mondo, garantisce diritti e doveri ad ogni cittadino, diritto alla salute, alla scuola, per tutti i cittadini in eguale misura, diritto alla cultura, al sapere, alla ricerca , diritto dovere al lavoro, il dovere di rispettare le leggi e tanti altri diritti doveri.
Lor signori che stanno al governo, dovrebbero guardare meglio i principi universali della nostra costituzione e pensare meno al potere e ai propri interessi, ed ascoltare di più le richieste dei cittadini e dei loro bisogni. Dobbiamo noi cittadini rimboccarci le maniche, non solo per difenderla la nostra bella costituzione, ma per farla applicare, consolidare e migliorare. Un invito ad essere tutti più protagonisti nella vita democratica del nostro Paese, partecipare, fare, progettare. Costruire progetti per migliorare i servizi, sanità, scuola, assistenza, previdenza, sicurezza sul lavoro e in ogni luogo. Poi abbiamo il dovere di adoperarci per lasciare l'ambiente migliore di come l'abbiamo trovato, ai nostri figli, nipoti e alle future generazioni.
Allora io dico, studenti, disoccupati, lavoratori dipendenti, pensionati, cittadini, uniti per costruire progetti obiettivi da portare avanti in tutte le direzioni, internet, Tv, radio, giornali, manifestazioni civili e pacifiche, per far crescere la cultura solidale, di uguaglianza, di giustizia sociale, lavoriamo per costruire progetti per il bene comune, dei cittadini della nostra bella Italia.
Costruire una cultura dei diritti doveri e di valori veri, con l'obiettivo da raggiungere un futuro più giusto, un mondo migliore, dove tutti si possa vivere un po’ meglio.
Francesco Lena - Cenate Sopra (Bg)

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