Silp-Cgil
Il Segretario regionale del Lazio, Cosmo Bianchini e il Segretario provinciale di Roma Gianni Ciotti comunicano: “Il Silp per la Cgil Roma e Lazio è perplesso per quanto affermato dal sindaco Alemanno relativamente alla morte di 4 bambini rom, avvenuta all’interno di un campo nomadi. Da anni il Silp-Cgil conduce una battaglia per far applicare gli stanziamenti di Roma Capitale, non solo di potenziamento dell’aspetto repressivo-militare, ma soprattutto per quello della prevenzione.
Per troppo tempo si è assistito alle notizie propagandistiche di questa giunta comunale, circa lo sgombero di baracche in aree abusive, ma mai si è trovata soluzione adeguata per una Capitale che ha l’ambizione di essere vetrina del Paese nel mondo. Si sono succedute solo dichiarazioni di intenti e ci sembra paradossale declinare responsabilità ‘alla maledetta burocrazia’ intesa come entità astratta.
Ricordiamo che la questione ‘nomadi’ è stata oggetto di campagne elettorali, ed insieme alla sicurezza ha contribuito in modo determinante all’elezione del sindaco stesso. E sempre in tema di demagogia ci sembra opportuno per il sindaco, specificare di quali poteri speciali abbia necessità per affrontare un problema che in tutto il mondo occidentale è risolto attraverso le politiche sociali”.
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Siulp
Il Segretario generale Felice Romano comunica: “Dopo l’ennesimo attacco da parte del governo, e questa volta ad opera del suo massimo esponente che senza alcun riscontro e senza alcuna prova, ma solo animato ed accecato dal dover difendere i propri comportamenti, il premier, destabilizzando tutte le fondamenta delle Istituzioni, attacca in modo sconsiderato gli uomini e le donne della Squadra Mobile di Milano, rei di aver fatto, come sempre, il proprio dovere; il Siulp dichiara inaccettabile questo comportamento e si aspetta dal premier, dal ministro Maroni e dall’intera compagine di maggioranza un segnale di chiare scuse e di piena solidarietà ai servitori dello Stato quali sono i poliziotti di Milano.
L’on. Berlusconi, così come i Ministri, a partire dall’on. Maroni, non hanno esitato un solo istante a definire prevaricatori e violenti gli stessi poliziotti che alcuni mesi addietro e nel corso dell’intero anno, quando hanno assestato i durissimi colpi alla criminalità organizzata sono stati strumento della propaganda di governo nella lotta alla mafia. E’ singolare - continua Romano - come gli stessi poliziotti, a seconda di dove indirizzano le loro indagini di intesa con la magistratura, diventino eroi o delinquenti incalliti. Questo è un gioco al massacro che nessuna persona, assennata e consapevole del proprio ruolo, si può permettere; a maggior ragione quando chi parla è il Capo del governo.
Dura lex, sed lex! In funzione di questo, come sostenevano gli antichi romani, le democrazie si possono reggere e crescere. Se si mette in discussione questo principio si può parlare di tutto, ma non di democrazia.
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Il Segretario provinciale di Verona Davide Battisti comunica: “E’ appena cominciato il nuovo anno, e già si sentono i primi devastanti effetti dei tagli al Comparto Sicurezza. Il 70% dei veicoli destinati alle Volanti sono infatti fermi in officina, in attesa di autorizzazioni di spesa, che pare non giungano proprio in virtù della scure che la manovra finanziaria ha calato sul bilancio del ministero dell’Interno.
A disposizione delle Volanti scaligere restano, così solo 5 Pantere efficienti, alcune con percorrenza superiore ai 200mila km, che ruotano incessantemente sulle 25h senza alcuna sosta, costringendo gli equipaggi che iniziano il turno ad attendere il rientro dei colleghi che lo terminano. Inoltre, dopo la fruizione delle ferie di fine anno, l’organico delle Volanti sarà al completo e parte delle pattuglie automontate dovrà essere sostituito con pattuglie appiedate.
Tutto ciò va ad aggiungersi alla già da tempo denunciata limitazione nella disponibilità di approvvigionamento di carburante, essendo previsto il rifornimento solo con buoni carburante di compagnie che nel territorio cittadino hanno pochissimi impianti di distribuzione. Il che, tra l’altro, vincola la possibilità di rifornire l’auto di servizio agli orari di apertura delle pompe di benzina, essendo necessario consegnare i ticket all’esercente.
La situazione è quindi al limite della paralisi. Far circolare le auto ininterrottamente significa provocare una conseguente accelerazione dell’usura del veicolo, e per questo 2011 non sono previste forniture di nuovi automezzi. In altre parole si avvererà presto quanto da mesi andavamo denunciando con pubbliche proteste, alle quali il governo ha risposto con un silenzio assordante. Non resta che recitare il de profundis per il Sistema Sicurezza”.
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Coisp
Il Segretario generale Franco Maccari, dopo una riunione del Consiglio dei Ministri sul piano per la crescita, dichiara: “Che l’Italia sia assillata da tante urgenze ed emergenze è vero, ma per l’ennesima volta dobbiamo prendere atto con estremo rammarico che le disastrose condizioni in cui operano gli operatori del Comparto Sicurezza non sono considerate dall’Esecutivo parte di questa lunga lista.
Questo governo trova modi e tempi per intervenire su questioni certamente importanti, ma non è seriamente comprensibile come possa venir meno ai necessari interventi che urgono per gli operatori della Sicurezza.
Troppi impegni mancati e soluzioni troppo a lungo attese hanno generato un enorme scontento negli uomini e nelle donne in divisa, che ancora vivono in una situazione estremamente critica sul piano della retribuzione, della previdenza e del mancato reale riconoscimento della specificità del proprio lavoro. Eppure - conclude Maccari - come ripetiamo da tempo, si tratta di un Comparto vitale per il Paese, da sempre a presidio della democrazia e delle condizioni generali di un Paese che punti al sereno sviluppo economico e culturale”.
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Sialpe-Asia
Il Segretario generale Roberto Coppotelli comunica: “Non si può parlare del problema carcerario ignorando che l’art. 27 della Costituzione impone che le pene devono tendere alla rieducazione del condannato e che in una situazione di grave sovraffollamento diventa problematico parlare di rieducazione.
Le carceri italiane continuano a riempirsi, ad oggi abbiamo abbondantemente superato i 69mila detenuti, con una capienza regolamentare di 42mila posti, una situazione di grave emergenza carceraria a cui si fa fronte con una Polizia Penitenziaria in forte sott’organico, infatti occorrono almeno 4.000 unità per ripristinare una situazione al limite della sicurezza.
Le misure sino ad oggi intraprese sono insufficienti ed inapplicabili nel breve periodo: la costruzione di nuove carceri richiede necessariamente anni e un maggior numero di operatori penitenziari. E’ pertanto necessaria l’adozione di misure urgenti per far fronte a questo grave sovraffollamento.
Occorrono atti per procedere allo sfollamento delle carceri attraverso l’adozione di misure alternative alla detenzione quali l’uso del braccialetto elettronico, ma non solo”.
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Sap
Il Segretario generale Nicola Tanzi comunica: “Volere è potere, diceva qualcuno. Aggiungiamo sommessamente noi che spesso il potere vuole solo quello a cui tiene veramente, dimenticandosi delle promesse e degli impegni più volte presi, ribaditi e sottoscritti.
Non ci sono, infatti, altre spiegazioni per giudicare il comportamento del governo e della maggioranza che nei giorni scorsi, sconfitti in Parlamento sul federalismo fiscale, hanno riproposto nel giro di poche ore lo stesso provvedimento in Consiglio dei Ministri, approvandolo per decreto.Un comportamento che molti giuristi ed esperti hanno giudicato discutibile dal punto di vista costituzionale.
Non è certo competenza del Sap esprimersi sul punto. Ma non possiamo non chiederci perché tanta solerzia non sia stata adottata nei confronti delle Forze dell’ordine, che da mesi attendono risposte urgentissime sul tetto retributivo, sul fondo perequativo e sulle pensioni, soltanto per toccare gli argomenti più pressanti.
Ci domandiamo dov’era Maroni quando il capo del suo partito, Bossi, convinceva il premier a convocare d’urgenza un Consiglio dei Ministri per approvare il federalismo fiscale tanto caro ai leghisti: perché il titolare dell’Interno non si è ricordato dei gravi problemi del Dipartimento di Pubblica Sicurezza, delle difficoltà in cui operano quotidianamente le donne e gli uomini della Polizia di Stato?
Un altro schiaffo alle Forze dell’ordine, l’ennesimo di una lunga serie. Non possiamo tollerare questo stato di cose. Non possono tollerarlo soprattutto coloro che sono in prima linea, che ogni giorno tutelano la sicurezza dei cittadini. Non resteremo con le mani in mano, questo è certo”.
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Uil-Pa
Il Segretario generale Eugenio Sarno dichiara: “Alla Casa circondariale di Vicenza, l’8 febbraio scorso, abbiamo dovuto registrare l’ennesimo tentativo di suicidio da parte di un detenuto. Il tentativo di impiccagione non è andato a buon fine per il tempestivo e provvidenziale intervento dell’agente di sorveglianza. E’ il terzo tentativo di suicidio che la Polizia Penitenziaria sventa a Vicenza, solo in questo mese.
Dall’inizio dell’anno sono ben 94 i tentati suicidi posti in essere da detenuti reclusi nelle prigioni italiane. E’ del tutto evidente che l’esiguità degli organici e la mancanza di risorse e mezzi, impediscono al personale penitenziario di poter perseguire le finalità di rieducazione e reinserimento previste dalla Carta Costituzionale.
Le condizioni di iper affollamento con spazi sottratti o inesistenti, di mala sanità penitenziaria, di diritti negati, di disumanità ed inciviltà che connotano il sistema penitenziario italiano rappresentano l’humus in cui proliferano violenza, degrado e morte.
I 24 agenti penitenziari feriti da detenuti, le tante risse, i molteplici atti di autolesionismo, i detenuti morti per suicidio in cella di questo 2011, sono la prova provata della corsa verso il baratro imboccata dal sistema carcere. Nonostante tutti gli sforzi profusi, nel più completo abbandono e nella più infamante delle solitudini, la Polizia Penitenziaria non potrà per sempre garantire la tenuta dell’ordine e della sicurezza all’interno dei penitenziari. Così come è prevedibile, checché ne dica il ministro Alfano, che si dovrà ragionare sullo scioglimento del Gom (Gruppo operativo mobile) preposto alla sorveglianza dei detenuti sottoposti al 41-bis, per mancanza di fondi. Analogamente non è esercizio eretico affermare che l’inadeguatezza degli stanziamenti potrebbero portare al blocco dei processi per detenuti imputati.
Per l’ennesima volta, e con sempre maggior vigoria, lanciamo questo allarme sul dramma penitenziario. Pur consapevoli del rischio di gridare alla luna non intendiamo retrocedere rispetto al dovere civico di informare su quanto accade all’interno dei penitenziari. Basti pensare che l’Italia è un Paese che ancora subisce, per l’incapacità dei politici di risolvere la barbarie di avere bambini–detenuti.
Occorre superare questa ignominia e, soprattutto, frenare questa strage silente dei suicidi in cella.
Purtroppo non possiamo non prendere atto che il Ministro della Giustizia e l’intero governo sembrano distratti e distanti dall’emergenza penitenziaria, perché è chiaro che proclamare lo stato di emergenza per il sistema penitenziario ma restare inermi ed inattivi senza incidere a risolvere la benché minima criticità è solo un atto di grave ipocrisia”.
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Consap
Il Segretario generale Giorgio Innocenzi chiede al Capo della Polizia, che le scorte di Polizia avvengano in divisa “per salvaguardare il già esiguo stipendio di donne e uomini dei Reparti scorte della Polizia di Stato.
I colleghi ci rappresentano un problema concreto dovuto al fatto che gli abiti civili per i servizi di scorta a personalità varie si lacerano spesso a causa dell’arma e l’Amministrazione non ne prevede né la fornitura né tantomeno un’indennità vestiario. Ne consegue che circa 1.000 euro l’anno degli stipendi dei professionisti delle scorte si dilapida in vestiti che di fatto sono abiti da lavoro. Da qui la nostra richiesta di autorizzazione a garantire questo servizio con gli unici abiti che l’Amministrazione fornisce quasi puntualmente, ossia le divise. Gli agenti delle scorte di Polizia - attraverso la Consap - lanciano la loro proposta: 5 euro di indennità per ogni giorno di servizio.
L’utilizzo della divisa per i servizi di scorta, presenterebbe un rischio oggettivo che è quello di non garantire l’occultamento dell’operatore. ma potrebbe anche portare dei vantaggi a livello etico. Chissà che trovandosi a girare per la città in mezzo a due poliziotti in divisa, molte scorte inutili - dei veri e propri status symbol - non ci verrebbero risparmiate per rinuncia dello stesso scortato”.
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