Cibo di carta è un’inedita esposizione
itinerante: 122 carte presentate tra cartoline,
etichette, figurine, pieghevoli ma anche
periodici e libri
La collezione Rapisarda di 12.000 carte illustrate di uso quotidiano è una miniera inesauribile di documenti e immagini tanto interessanti quanto poco noti della storia italiana. Dopo la mostra della primavera 2010, che ha allineato una sequenza di carte alimentari dal Seicento al pieno Novecento (e ha dato il nome all’intero progetto “Cibo di carta”), è ancora la raccolta di Michele Rapisarda ad inaugurare la seconda edizione dell’iniziativa con un’inedita esposizione di materiali dedicati al tema del fare la spesa. Le 122 carte presentate (cartoline, etichette, figurine, locandine, pieghevoli, ma anche periodici e libri) raccontano un gesto di tutti i giorni, essenziale nella vita di ogni famiglia. Dietro l’apparente minimalismo del tema scorrono 150 anni di profonde trasformazioni economiche, sociali, commerciali, di costume, culturali. È un voluto insolito approccio “dal basso” alle celebrazioni del centocinquantenario dell’Unità d’Italia.
La mostra – curata dal libraio antiquario milanese Andrea Tomasetig insieme a Michele Rapisarda – è realizzata dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Melzo e dal Sistema Bibliotecario Milano Est, con il sostegno di UniCredit e UniCredit Leasing. La mostra inizia con documenti relativi alle tante monete esistenti negli stati preunitari e si conclude con la pubblicità di un centro commerciale che evidenzia un carrello della spesa contenente un gigantesco euro annunciatore di occasioni a basso prezzo. Nel mezzo si snodano i capitoli di una vicenda affascinante ancora da ricostruire fino in fondo: mercati ed esposizioni tra fine Ottocento e primo Novecento (chi ricorda più le precorritrici “regine del mercato”?), l’avvento degli alimenti confezionati e dello scatolame (a cui si contrappongono a lungo i prodotti venduti sfusi), lo sviluppo delle moderne tecniche di vendita con la pubblicità e il prodotto di marca, la stagione eroica delle figurine, dei concorsi e dei premi (mai venuta meno), l’emergere della “donna moderna” che con i vari elettrodomestici a disposizione (primo tra tutti il frigorifero) si emancipa dalle fatiche domestiche, fino alla nascita quasi contemporanea negli anni Cinquanta della televisione e del supermercato.
È una storia raccontata per immagini (molte sono opera di illustratori di valore, tra cui Achille Beltrame, Leonetto Cappiello, Antonio Rubino, Plinio Codognato, Primo Sinopico, Aldo Mazza, Angelo Bioletto, Leo Longanesi, Walter Molino) negli spazi del Cinema Arcadia di Melzo. La seconda edizione di “Cibo di carta”, che prevede nel corso del 2011 ben cinque mostre, (una diversa dall’altra), laboratori (tra cui i laboratori realizzati con il Metodo Bruno Munari), letture e degustazioni, allarga i suoi confini: oltre a Melzo e Gorgonzola, quest’anno partecipano Abbiategrasso, Cesano Boscone e Lodi. È il grande territorio milanese, coincidente con il Parco Agricolo Sud Milano (il più esteso parco agricolo europeo), e lodigiano storicamente legato all’agricoltura e all’industria alimentare. Nella strategia di valorizzazione dell’area in vista dell’Expo 2015, dedicata proprio all’alimentazione, la collezione Rapisarda, con le sue 12.000 carte illustrate di cui alcune migliaia sul tema del cibo, è un tassello importante perché permette di immaginare il futuro Museo dell’Alimentazione, luogo permanente di documentazione e sede espositiva. Museo che la città di Melzo, a lungo una capitale dell’industria casearia con due celebri aziende – Galbani e Invernizzi – all’avanguardia nella produzione e comunicazione, si candida a realizzare.
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