Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia, Italia, Canada, sono i i Paesi attualmente impegnati nell’azione aerea contro Gheddafi. Perché il lontano Canada, e non, ad esempio, la Spagna, o la Grecia? Non è stato detto, e nessuno sembra esserselo chiesto.
E quanto all’Italia, c’è, ma (e ti pareva!) con qualche distinguo. I nostri aerei partecipano alle operazioni, ma “non sganciano bombe”, si limitano ad oscurare i radar libici. Secondo fonti governative questo sarebbe stato spiegato agli altri alleati. I quali avranno certamente capito. Che cosa? Se l’intervento è ritenuto giusto, che senso ha partecipare in formato ridotto lasciando che siano gli altri a fare il lavoro duro?
Del resto in questa vicenda di cose da spiegare ne spuntano ovunque. Nei suoi bellicosi messaggi l’ex “amico” Gheddafi ha affermato più volte di essere sicuro di battere gli “aggressori”, come ha già in passato sconfitto gli italiani. Anche a questo proposito, nessuno ha fatto notare che Italia e Libia non si sono mai scontrate in un conflitto. A meno che il colonnello non si riferisca alla “vittoria” sui civili italiani espulsi dopo il suo arrivo al potere.
Che importa? Le parole vanno e vengono. Si tratta, come sempre, di badare ai fatti, o meglio agli affari. il ministro Calderoli chiede che in primo luogo vengano assicurati i nostri contratti riguardanti petrolio e gas. Una garanzia da chiedere – questa sì - con grande fermezza. Un piccolo problema: a chi?
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