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Novembre/2010 - SOLO ON LINE SU POLIZIA E DEMOCRAZIA
I tesori della Luna
di Carlotta Torre

E’ lontano il tempo in cui la Luna ispirava i poeti e spandeva un velo di romanticismo sull’uomo che l’ammirava nelle notti stellate.
“O falce di Luna calante,
se brilli su l’acque deserte,
o falce d’argento, qual messe di sogni
ondeggia al tuo unite chiarore qua giù!”
Così Gabriele D’Annunzio esprimeva le sue sensazioni.
Questo satellite naturale della Terra, esercita sul nostro pianeta una serie di influenze magnetiche non ancora del tutto conosciute. Ma tra queste influenze è evidente quella delle maree che, secondo teorie nuove, potrebbero portare nel tempo ad una modifica dell’attuale equilibrio Terra-Luna.
Nel 1610 Galieli osservò per la prima volta, con un cannocchiale, la superficie lunare e rivelò che le macchie scure che noi vediamo, sono regioni pianeggianti, mentre quelle chiare sono regioni accidentate che riflettono la luce solare.
Le nostre conoscenze sulla superficie lunare sono ora molto più perfette: un’area luminosa con migliaia di crateri di varia grandezza; una regione oscura di pianure, chiamate “mari”; un’area di catene montuose e di sistemi minori che circondano i crateri.
Con l’aumento dei mezzi d’indagine oggi a nostra disposizione una nuova teoria lunare potrebbe equivalere ad una scienza esatta.
L’origine della Luna è ancora sconosciuta, si è staccata dalla Terra o si è formata autonomamente da gas e polveri cosmici come vorrebbe una recente teoria?
Alcuni astronomi prevedono che dopo migliaia di anni l’attrito esercitato dalle maree sulle croste solide terrestri allungherà le nostre giornate. Il giorno terrestre e quello siderale finiranno per avere la stessa durata del tempo di rivoluzione dei due corpi intorno al loro centro di gravità. Terra e Luna presenteranno sempre la stessa faccia. Inoltre, la distanza tra di esse andrà sempre diminuendo, finché la forza di attrazione sarà tale da far esplodere la Luna. I suoi frammenti continueranno a compiere orbite intorno alla Terra, formando un anello.
La fantasia è una scienza che non si può frenare, ma tornando ai versi del grande poeta cerchiamo di considerare più positivamente la falce d’argento.
Il satellite Lro ha mandato sulla Terra un segnale di ricchezza poiché, anche se in minima quantità, sulla Luna c’è argento, probabilmente in uno strato di roccia sotto la superficie. Ma è presente anche una quantità di acqua molto più preziosa di qualsiasi altra scoperta.
Se verrà confermato verrà facilitato il progetto di una stazione spaziale sul pianeta. Il sogno potrebbe realizzarsi, crisi mondiale permettendo, poiché le nazioni mondiali stanno affrontando un periodo di austerity nell’ambito dei viaggi spaziali.
Ci dobbiamo, quindi, accontentare della sensazionale scoperta del professor Randell Gladstone che ci informa su quanto si è verificato, relazionandoci su “Science”.
Un anno fa, e più precisamente il 9 ottobre 2009, due razzi lanciati dalla Nasa hanno colpito la superficie lunare. Causta dall’esplosione, si è alzata una nube di detriti alta 10 km, contenente 155 kg di vapore, particelle di ghiaccio e minerali come: zolfo, anidride carbonica, idrogeno, calcio, magnesio, mercurio e argento.
Quando il razzo Leross si è lanciato sul cratere Cabeus, vicino al Polo Sud lunare, noto per il freddo glaciale, ad una velocità di 9.000 km/h, l’impatto ha sollevato polveri e ghiaccio che erano custoditi lì da tempi immemorabili.
Molta acqua, pochissimo argento, da quanto relazionato dal professor Anthony Colaprete, ricercatore Nasa a capo della missione, e quindi non utilizzabile, anche se facilmente estraibile, trovandosi in superficie.
Le nuove esperienze che riguardano la Luna non tolgono però il tenero incanto che ci procura nelle notti stellate.

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