L’antico cerebrum, ovvero il cervello, è la parte del sistema nervoso centrale e costituisce un centro di scambio degli impulsi nervosi che attraversano il nostro corpo, ne ordinano i messaggi, dando le risposte e trattenendo le impressioni per un uso futuro.
Nel coordinare i vari impulsi, nell’uomo, è aiutato dalla corteccia cerebrale e dalle fibre che la servono, il cui complesso funzionamento è il risultato di una lunga evoluzione.
Le scissure, ovvero i solchi presenti nella corteccia, si dividono in lobi (lobo frontale, temporale, parietale, occipitale). Ogni scissura comanda alla metà del lato opposto, infatti, la lesione di una zona produce paralisi del lato opposto del nostro corpo.
Sulla faccia esterna del cervello sono localizzati i centri del movimento e della sensibilità. Nel loro temporale vi è il centro dell’udito, in quello occipitale vi è il centro della vista.
Questi per sommi capi le nozioni più accessibili e comprensibili dai non esperti nel campo, poiché dobbiamo rilevare che il cervello è l’organo più complesso del corpo, non solo, ma anche dell’intero universo.
I suoi studi risalgono al 500, epoca della rinascita degli studi sul corpo umano. Leonardo Da Vinci fu uno dei primi ad esplorare la struttura del cervello e a localizzarne le funzioni. Attualmente le ricerche sul cervello rappresentano una delle parti più importanti e promettenti della medicina in generale, e della neurologia e psichiatria in particolare.
Molto si attende da questi studi: l’origine di malattie nervose e mentali, ma soprattutto la possibilità di curare radicalmente le malattie ancora oscure del sistema nervoso, ritenute ancora inguaribili.
Noi siamo i custodi di questo tesoro. Con il compimento del primo mese di concepimento, il cervello inizia la sua formazione, nell’essere umano che raggiunge a 20 anni di età il peso forma, per poi perdere lentamente potenza specialmente per quanto riguarda la sede delle funzioni del pensiero, per la lenta perdita di neuroni presenti nella corteccia cerebrale.
Ogni individuo deve intervenire per mantenere in forma il proprio cervello, seguendo semplici ricette elaborate con anni di ricerca e di studio.
Se manteniamo viva una continua attività fisica possiamo rallentare l’invecchiamento cerebrale. Senza ricorrere ad esercizi stancanti, ma con una passeggiata al giorno aiutiamo il pensiero astratto a mantenersi presente. Naturalmente l’esercizio fisico deve effere affiancato da una dieta equilibrata perché svolga effetti per la riduzione del declino cerebrale.
Per il benessere psicofisico ed evitare la degenerazione dei neuroni, ovvero le cellule nervose, dobbiamo combattere lo stress, tipica malattia del nostro tempo, ricorrendo alla musica o alla risoluzione dei nostri problemi. Abbiamo a disposizione un aiuto formidabile sapendo che la luce ha una grande funzione antidepressiva e che il nostro cervello è sensibile all’ambiente, quindi l’esposizione alla luce ci aiuta a restare più lucidi.
Ma non dobbiamo sottovalutare che l’alimentazione ha importanza determinante non soltanto per la vita dell’uomo, ma anche per le sue condizioni e attitudini psicofisiche.
Platone diceva che i cibi hanno influenza sia sull’anima che sul corpo. L’uomo deve mangiare per vivere, e questo spiega l’intensità delle reazioni psicologiche che accompagnano l’atto di mangiare.
Il cervello si allena nutrendosi e dopo aver adottato gli Omega3 abbiamo scoperto altri composti chimici naturali: i flavonoidi, che consumati regolarmente possono migliorare la memoria e proteggere sia il sistema circolatorio che l’attività mentale.
Sono allo studio applicazioni di lievi impulsi elettrici sul cervello per poter migliorare le capacità matematiche, ma per ora si possono evitare rimedi fantascientifici usando quanto più naturale è a nostra disposizione per controllare le attività mentali che riguardano soprattutto la longevità neuronale, il linguaggio, la visione, l’attenzione, la memoria e le capacità astratte.
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