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Novembre/2010 - SOLO ON LINE SU POLIZIA E DEMOCRAZIA
Un italo-americano alla Casa Bianca
di Claudio Ianniello

LE ELEZIONI DI META’ MANDATO SEGNANO UN DURO COLPO PER IL PARTITO DI OBAMA E SPETTA AD UN ITALO-AMERICANO RAVVIVARE LA SPERANZA DEI DEMOCRATICI.
ANDREW CUOMO, NUOVO GOVERNATORE DELLO STATO DI NEW YORK, POTREBBE RAPPRESENTARE IN FUTURO LA PRIMA CANDIDATURA ITALO-AMERICANA ALLA
CASA BIANCA.

Le elezioni di mid term 2010

Che il Gran Old Party -GOP- come viene anche definito il Partito Repubblicano, facesse incetta di voti nelle trascorse elezioni di mid-term, soprattutto sulla spinta populista del Tea Party (Taxes Enough Already Party), era ampiamente previsto, per quanto scongiurato, dall’intero entourage del Presidente Obama.
I risultati elettorali rappresentano la delusione degli elettori che, in un momento drammatico per gli Stati Uniti, avevano proiettato in Barack Obama aspettative ben al di sopra delle reali possibilità umane, rimanendo delusi dall’ incapacità del Presidente di riuscire a risolvere subito tutti i problemi del Paese.
La mancanza di voti che ha quasi affossato il Partito Democratico, è conseguente anche alla diserzione delle urne da parte di chi, come minoranze etniche, giovani, ambientalisti, etc. rimprovera al Presidente di non aver apportato in fretta riforme efficaci innanzitutto contro la crisi economica, ben lungi dall’essere superata.
Inoltre alcuni elettori centristi e moderati -che Hillary Clinton definisce “come Riccioli d’oro”, cioè la protagonista della favola per bambini, mai soddisfatta dalla pappa- non sono rimasti indifferenti alla propaganda del Tea Party, convincendosi che Obama abbia peggiorato il deficit pubblico con disastrose manovre anti crisi e non ultima, con una fantomatica politica simil-socialista, convinti cioè che Obama sia intento ad importare “tutto il male” del welfare state all’europea.
Un altro risultato interessante è stato un certo sostegno del voto ispanico al GOP. Sembra infatti che i Repubblicani abbiano recuperato parte dei voti che andarono a suo tempo a Obama, ciò sarebbe stato possibile anche grazie alla presentazione ed elezione di un senatore ispanico in Florida, (Marco Rubio, nato a Miami, figlio di esuli cubani fuggiti dal regime di Castro e considerato la risposta repubblicana a Barack Obama,) la vittoria di un “latino” come prossimo Governatore del New Mexico e l’elezione a Governatore del South Carolina di una americana di origine indiana.
In effetti se anche non si voglia parlare di una vera e propria dèbacle, magari in considerazione del fatto che i democratici abbiano mantenuto il Senato, seppur di strettissima misura, non si può certo negare che questi risultati rappresentino un duro colpo per l’amministrazione Obama oltre che un deciso freno alla possibilità di proseguire con un’ agenda riformista.
D’altra parte al Presidente non è negato un discreto margine di ripresa, perché ha subìto un rovescio che rientra nella tradizionale alternanza politica americana: Clinton ad esempio perse ben 54 seggi alla Camera dei Rappresentanti alle elezioni di mid term del 94’, eppure fu rieletto solo due anni dopo, ma lo stesso accadde a presidenti del calibro di Roosvelt o Truman.
Obama dovrà fare una scelta: andare verso un secondo biennio più moderato, alla ricerca di compromessi con la maggioranza repubblicana alla Camera, utilizzare intelligentemente la risicata maggioranza democratica al Senato, e cercare di tenersi buoni i governatori repubblicani, che presiedono gran parte degli Stati Uniti, in vista soprattutto del rilevante peso da questi esercitato durante le elezioni presidenziali.

Il Governatore di New York

Ma in questo scenario, a dir il vero poco edificante per il Partito Democratico che incassa la seconda sconfitta più pesante nella storia delle elezioni di mid term, un uomo rappresenta l’unica consolazione per il partito dell’ asinello, un politico che già è nel cuore di migliaia di elettori e simboleggia il futuro dei democratici: Andrew Cuomo, eletto 56esimo Governatore di New York.
Molti già lo indicano come un probabile futuro presidente. Sostenuto dal New York Times, anche in Italia non è mancato l’appoggio di numerose personalità politiche e non, tanto da aver dato vita al Comitato europeo per Andrew Cuomo, con diversi esponenti politici italiani, da Anna Finocchiaro a Francesco Rutelli, da Massimo D’Alema a Walter Veltroni. Il sostegno oltreoceano al candidato democratico è arrivato anche da personaggi del mondo dello spettacolo, come Renzo Arbore
Queste elezioni per la poltrona di Governor dello Stato di New York, saranno ricordate come the italian race, la corsa italiana, per la duplice candidatura di italo americani.
Entrambi, inoltre, originari dell’ Italia meridionale.
Da una parte Andrew Cuomo, democratico, Procuratore generale di New York, figlio di Mario Cuomo, già Governatore dello stato per ben tre mandati, dall’ altra Carl Paladino, milionario di Buffalo, originario di Santa Croce in Molise, energicamente sostenuto dal Tea Party, solito cadere in gaffes che hanno contribuito non poco alla sua disfatta, basti ricordare proposte del tipo “è meglio arrestare i neri così in carcere faranno un corso di igiene”, oppure “ mi opporrò alla riforma sanitaria di Obama” o le numerose dichiarazioni contro gli omosessuali, con la conseguente dura reazione della comunità gay newyorkese.
Come previsto fin dal primo momento quindi, è stato Cuomo a dominare le elezioni “tricolore”, con oltre il 60% dei suffragi. Paladino invece, si è dovuto accontentare della vittoria alle primarie repubblicane, tra l’altro contro un altro italo americano, Rick Lazio.

La storia di Andrew Cuomo

Il nonno, Andrea Cuomo emigrò negli Stati Uniti nel 1926, da un paesino del salernitano, Nocera Superiore. Anche la mamma Immacolata era originaria di Salerno, più esattamente di Tramonti.
Insieme aprirono un negozio di alimentari in South Jamaica, quartiere popolare del Queens.
Le infinite difficoltà e le ristrettezze economiche a cui andarono incontro questi due emigranti italiani sono comuni a molti altri che, dall’Italia, cercarono fortuna in quegli anni in America.
Ma i due poveri lavoratori, con i loro sacrifici, avrebbero dato la possibilità al figlio Mario, (e conseguentemente più tardi al nipote Andrew), di studiare e di affermarsi, percorrendo un brillante cursus honorum, fino al raggiungimento della carica di Governatore di New York, inaugurando quella che molti definiscono una delle “dinastie politiche” americane: i Cuomo, come i Kennedy o come i Clinton.
Il papà del Governor elect, Mario, un illustre esponente della comunità italiana e del partito democratico, fu governatore dello stato di New York dal gennaio 1983 al dicembre 1994.
Andrew Cuomo, nato nel dicembre del 1957 è anzitutto un fine giurista oltre che politico. Alternando la pratica legale privata a quella da pubblico ministero, nel 1982 sostiene attivamente, come consulente elettorale, la campagna per l'elezione del padre alla massima carica statale, divenendone poi uno dei consiglieri politici.
In questo ruolo, per tutto il resto degli anni 80’ e 90’, si impegna in una serie di politiche abitative, in particolare a favore degli homeless. Durante il mandato del sindaco David Dikins, ha presieduto la commissione per senzatetto della città di New York, e, più in generale, ha continuato ad adoperarsi in politiche della casa in favore delle classi sociali di reddito più basso. Allo scopo, fonda un’organizzazione denominata HELP: Housing Enterprise for the Less Privileged, "impresa per favorire l'accesso alla casa dei meno fortunati".
Durante la seconda presidenza Clinton, è stato ministro per le politiche abitative e lo sviluppo urbano
Tra il 2002 ed il 2003 Andrew Cuomo rischiò seriamente di dire addio alla carriera politica dopo due episodi che lo colpirono profondamente: una pesante sconfitta alle primarie democratiche, e la sua foto sulle prime pagine di giornali scandalistici quando la moglie Kerry Kennedy lo tradì con un ristoratore newyorkese. A quest’ultimo episodio seguì una dolorosa separazione. Ora vive con Sandra Lee, una anchor della tv via cavo Food Network.
Alla carica di Governatore dello Stato di New York Cuomo ci pensa da diversi anni, ma oltre alla sconfitta del 2002, rinunciò anche nel 2006, quando si profilò per i democratici la candidatura di Eliot Spitzer, che aveva conquistato molta visibilità come Procuratore generale dello Stato.
Poi, eletto Spitzer Governatore, Cuomo ripiegò sapientemente per la carica di Procuratore generale (gennaio 2007), che, grazie all’alta visibilità, può rappresentare un eccellente viatico per successivi incarichi politici.
L’attività di attorney general, ha dato la possibilità a Cuomo di occuparsi di importanti inchieste molto a cuore dei cittadini di New York, come quella che nel 2008 avviò contro Merck, il gigante farmaceutico che immise sul mercato un prodotto ingannevole chiamato Vytorin. In quell’ occasione Andrew Cuomo, disse: "è intollerabile nascondere informazioni su medicine che dovrebbero salvare la vita. Soprattutto quando poi si viene a sapere che l'obiettivo era unicamente quello di speculare sulla pelle della gente e sperperare i fondi dell'erario".
Una denuncia gravissima e coraggiosa contro i colossi farmaceutici i quali, per non incorrere nelle scadenze previste dei brevetti , arrivavano al punto di inventare nuove medicine, con proprietà totalmente inesistenti e che differivano solo per il nome da quelle precedentemente immesse sul mercato.
Un’altra inchiesta storica del procuratore Cuomo, è stata quella contro le banche e le agenzie di rating, accusate di aver giudicato buoni i titoli spazzatura creati nel mondo dei mutui e di aver convinto migliaia di cittadini a metterci i loro risparmi. Cuomo, di fatto, firmando dei subpoena, si è scagliato contro gli eccessi di Wall Street e contro la mafia italoamericana
Se il nuovo Governatore sia o no la persona giusta per “ripulire” la capitale di New York, Albany, è ancora presto per dirlo. La gente è indignata e delusa dalla corruzione di New York, ed ha ora bisogno di un uomo che, in tempi non sospetti, si sia sempre dimostrato a favore delle classi disagiate, anche contro gli interessi di grandi lobbies economiche. In questo senso Andrew Cuomo lascia ben sperare per il futuro.

Cosa farà Cuomo?

Secondo il New York Times il neogovernatore democratico dello stato di New York si prepara a trasferirsi nella storica residenza governativa di 40 stanze, sull'Hudson River, nella capitale Albany.
Andrew Cuomo ha annunciato poi di volersi battere per contenere le tasse statali, inoltre, per ridurre le spese e migliorare il bilancio complessivo, vuole dar vita ad una riforma pensionistica per tutti i nuovi dipendenti pubblici, “perchè gravano troppo sul deficit”. Non ultimo l’impegno del Governatore sarà quello di combattere la corruzione,(attività in realtà già iniziata con l’incarico di attorney general) anche ripristinando regole etiche.
Cuomo dice di voler governare lo stato di New York come Bill Clinton governò la Casa Bianca negli anni ’90, riferendosi al fatto che l’ex presidente era riuscito a ribaltare una situazione finanziaria disastrosa: avendo ereditato da Ronald Reagan un enorme ammanco economico, Clinton lasciò la Casa Bianca otto anni dopo con una situazione del tutto migliorata, grazie soprattutto ad una severa disciplina fiscale.
Andrew Cuomo merita fiducia, ha dimostrato più volte di avere la stoffa del buon politico unita alla capacità ed alla tenacia tipiche del magistrato impegnato in battaglie difficili. Tra qualche anno potrebbe essere addirittura lui a candidarsi alla Casa Bianca, certamente dopo un’intensa esperienza maturata come Governatore dello stato democratico per eccellenza, quello di New York.













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