Il premio della sezione "Controcampo Italiano" della 67ima Mostra del Cinema di Venezia va al film 20 sigarette di Aureliano Amadei. A deciderlo, con parere unanime, è stata la giuria composta da Valerio Mastrandea, Susanna Nicchiarelli e Dario Edoardo Viganò. La motivazione addotta dai tre giurati è la seguente: “La densità del racconto ha il ritmo di una verità che, oltre ogni pregiudizio, diviene personale storia in cui si intersecano, con intelligenza e non senza qualche venatura di ironia, gli elementi dell’esercizio di libertà. Libertà dal proprio vissuto per inseguire un sogno, libertà dai propri pregiudizi per incontrare le persone, libertà dal proprio dolore per non indurre lo spettatore a sguardi prestabiliti”. Il protagonista del film inoltre, Vinicio Marchioni, ha ricevuto una menzione speciale "per la prova d'attore con cui permette allo spettatore di vivere in prima persona la complessità emotiva della vicenda narrata, attraverso la combinazione di istinto e tecnica". Il film, uscito nelle sale mercoledì 8 settembre, e applaudito a in sala a Venezia per ben 14 minuti, racconta l'attentato terroristico di Nassiriya del 12 novembre 2003, in cui persero la vita 28 persone, di cui 19 italiani. Amadei, regista del film, è stato l'unico superstite civile dell'attentato. Il regista infatti a deciso con questo film di raccontare la propria esperienza di vita legata alla storia dell'attentato.
Era il novembre 2003 infatti quando Aureliano, un 28enne anarchico e antimilitarista, precario nel lavoro e nei sentimenti, riceve all’improvviso l’offerta di partire subito per lavorare come aiuto regista alla preparazione di un film che si svolge in Iraq, al seguito della missione di pace dei militari italiani. Si ritrova cosi al centro di un mondo, quello militare, che non approva e su cui ha molti pregiudizi, scoprendo però in coloro che incontra un' umanità e un senso di fratellanza che appartengono anche a lui. Al seguito di Stefano Rolla il regista che lo ha coinvolto con la sua passione per il cinema e il suo entusiasmo per il lavoro e per la vita. Aureliano non fa in tempo a finire un pacchetto di sigarette che si ritrova come protagonista al centro della tragedia dell’attentato alla caserma di Nassiria del 12 novembre 2003. Unico civile sopravvissuto di una strage che ha ucciso ben 19 italiani, Aureliano, pur gravemente ferito, riesce a mettersi in salvo. Testimone oculare dell’avvenimento Aureliano passa dall’ospedale americano di Nassiria a quello del Celio di Roma in una lunga degenza in cui si ritrova assediato dai politici, dai militari e dai giornalisti perché nel frattempo e diventato suo malgrado un eroe per caso. Assistito amorevolmente da Claudia, Aureliano si trasforma cosi da ragazzo in uomo, maturando sia nei sentimenti che nella sua visione della vita fino a rielaborare la sua vicenda nella scrittura di un libro di memorie in cui rinuncia alla sua condizione di vittima per affermare di sentirsi anche lui in qualche modo responsabile di fronte alla storia.
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