Vogliamo narrare una storia già nota, la storia d’Italia, dopo che la penisola si costituì in nazione unita e indipendente, che ci riguarda, la storia più vicina a noi, che forse non abbiamo avuto il tempo di approfondire e forse troveremo rivelazioni più o meno interessanti.
Non sappiamo se la storia della Seconda guerra mondiale non verrà mutata in un futuro prossimo che ce la farà apparire diversa da come ci è stata tramandata. Quali le vere origini, lo svolgimento e la partecipazione dei vari Paesi, o di questo o quell’altro attore degli eventi.
La storia si presenta diversa in diverse fasi principalmente perché siamo noi che le facciamo cambiare aspetto. L’uomo cerca la storia e nella storia cerca i vari aspetti, ciò che più lo interessa.
Come furono le condizioni di vita, i costumi, i sentimenti, la cultura, ma anche le difficoltà che dominarono per lungo tempo la storia d’Italia, l’indipendenza, la nazionalità, i rapporti con le altre nazioni.
Ecco perché rivalutare la storia passata, che pensiamo di conoscere, ci può far scoprire cose nuove. Ogni periodo ha scritto la “sua” storia d’talia, specialmente dopo la Seconda guerra mondiale, ha subito una trasformazione simile al periodo dell’Unità nazionale.
C’è un mistero nella storia degli antichi abitatori del nostro Paese, gli Etruschi. Nessuno è ancora riuscito a decifrare la loro lingue, nessuno ha saputo spiegare la fine di una civiltà completa e raffinata, né indicare la loro origine. Forse dall’Oriente, come sostenuto da Erodato, o come affermava Livio dal Settentrione attraverso le Alpi.
La civiltà Etrusca aveva preceduto in Italia quella Romana, da un popolo che non presentava rassomiglianze di lingua o di costumi di nessun altro popolo.
Se consideriamo obiettivamente la provenienza orientale pensiamo ad una migrazione di massa, via mare, ma con quali mezzi o potenze marittime?
Il primo etruscologo fu l’imperatore romano Claudio nel I° secolo d. C. Prima di salire al trono scrisse 25 libri sugli Etruschi, vivendo a contatto con il popolo la cui lingua era ancora parlata. Il suo studio è andato perduto. Dopo secoli ripresero ricerche per meglio conoscere i primi Italici, ma scrittori e studiosi, spesso con superficialità, commisero errori grossolani.
Napoleone fu attratto dal mondo etrusco. Una curiosità nata per caso. Un suo contadino, dissodando un campo, scoprì una tomba etrusca. Furono iniziate accurate e continue ricerche, coronate da risultati sorprendenti, che favorirono l’allargamento della zona degli scavi.
Indescrivibile il risultato: vennero alla luce immensi tesori. Statuette in bronzo, vasi e gioielli di inestimabile valore.
Con spirito moderno, rapportato ai suoi tempi, il principe pubblicizzò la sua scoperta promuovendo una festa alla quale sua moglie si presentò indossando soltanto gioielli estruschi, interessando all’evento tutta l’Europa.
Da allora la civiltà degli “antichi italici” affascina la cultura europea. Si fanno nuove scoperte, ma il mistero del mondo etrusco resiste al tempo.
Non interessa se gli Etruschi siano giunti per mare dall’Oriente o dal Settenzione, quello che interessa è ciò che vediamo nei vari dipinti o dai bassorilievi e il luogo dove si stabilirono. Tra il mar Tirreno, l’Arno e il Tevere, parte dell’Umbria e parte del Lazio, sorse l’Etruria.
La più antica città pare fosse Tarquinia, la più importante e potente finché sopravvisse l’Etruria. Dall’antico splendore ci parlano le sue tombe.
Altro centro importante è Cerveteri che ancora oggi testimonia gli usi e costumi della città di ieri. Con le tombe scavate nella rocca ad imitazione delle case. Strade dove sono impressi i segni delle ruote dei carri. Cerveteri conobbe ricchezza e splendore.
Ed il terzo centro importante: Vulci, e poi Veio e Cortona.
Il mistero della lingua etrusca è che si mostra refrattria ad ogni accostamento di altri idiomi. Non c’è somiglianza con il greco, il latino, il turco, il basco. Di tutto il vocabolario etrusco si conoscono non più di un centinaio di parole, anche se la ricerca della soluzione è in mano a studiosi ed amatori che continuano la loro ricerca nonostante il risultato sia deludente.
Questo è il mistero di un popolo che è alla base delle nostre origini. Un mistero che ancora interessa gli antichi abitatori del nostro Paese, poiché nessuno è riuscito a decifrate la loro lingua e quindi non conosciamo la causa della fine di questa civiltà.
Forse un popolo che sapeva di dover morire.
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