Caos in questura ad Imperia
A seguito del trasferimento per il Capo della Squadra Mobile Raffaele Mascia i sindacati attaccano duramente l'operato del questore Luigi Mauriello.
“Chiediamo a gran voce un risolutivo e definitivo intervento del Capo della Polizia che ponga fine a questa triste permanenza in provincia del questore Mauriello! I dati sconfortanti parlano da soli e non hanno bisogno di ulteriori commenti. La sbandierata rimozione, ammesso che di ciò si tratti, di un valente funzionario della questura apre un'ulteriore ed inutile pagina di veleni che continuerà ad alimentare tensioni e preoccupazione tra i colleghi. Appare sorprendente come chi abbia denunciato e cercato di perseguire la criminalità organizzata venga 'rimosso' mentre chi persegue la lotta alle borsette contraffatte voglia apparire come un 'manager' capace. I poliziotti della provincia di Imperia dicono Basta!”
Siulp - Siap - Silp-Cgil - Ugl Polizia di Stato
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Siulp
La Segreteria provinciale di Novara comunica: “Il Siulp novarese, in merito alle ultime ed ennesime modifiche al Nuovo Codice della Strada del 1993, vuole esprimere le proprie considerazioni.
Iniziamo con la piena condivisione d’intenti nei confronti del Parlamento nella deliberazione di norme e leggi in materia di sicurezza delle strade, quando questi sono indirizzati alla riduzione di norme dei fenomeni incidentali ed al fine di salvaguardare meglio la vita umana e la capacità produttiva del Paese (anche se 6.000 morti e 300.000 feriti, con un costo sociale di 20 miliardi di euro, sono ancora eccessivi).
Quello che i lavoratori di Polizia ritengono, invece, sempre meno sopportabile è il continuo rincorrere l’emergenzialità dei fenomeni, senza che a monte vi sia un progetto legislativo uniforme e conforme alle esigenze degli utenti e dei lavoratori che lo devono attuare e far rispettare, mettendo in atto tutte quelle sinergie atte a creare una cultura della legalità per la sicurezza stradale, sul piano del rispetto delle norme che possano permettere ad una condivisione delle strade civile, sicura e pacifica.
Quindi, scevri dal voler affrontare una diatriba polemica con il responsabile del sindacato minore di turno (che peraltro non lavora nemmeno in questa provincia), si vuole piuttosto ristabilire la ‘realtà’. Per tale motivo si vuole far emergere che il disagio da parte dei lavoratori di Polizia, in particolar modo della Polizia Stradale, non è dettato tanto dal fatto che, come diariato da qualcuno, ‘gli agenti denunciano una carenza di informazione da parte dei dirigenti locali’, ma piuttosto dal fatto che, in mancanza di una riforma generale, quest’ultimi sono costretti continuamente a dover ‘resettare’ il proprio sapere e la propria professionalità a seconda del governo di turno e dell’emergenzialità del momento”.
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Coisp
Il Segretario generale Franco Maccari - a proposito dell’aggressione verbale del ministro La Russa nei confronti del Segretario generale aggiunto Coisp Domenico Pianese, nel corso della trasmissione Annozero - ha dichiarato: “Questo governo ha costruito le sue politiche della sicurezza solo sulla propaganda, raccontando un cumulo di menzogne ai cittadini: per questo non riesce a tollerare chi, proprio perché indipendente, può descrivere la reale situazione del Comparto. Se solo avesse potuto, La Russa avvrebbe azzannato al collo il nostro Segretario generale aggiunto pur di farlo tacere! Pur di non far sapere agli italiani che i presidi di Polizia sul territorio sono al collasso, che mancano i soldi per il carburante delle Volanti, che gli agenti sono costretti a comprare la carta per le fotocopie!
Come avrebbe potuto spiegare, La Russa, che il Ministero spreca 20 milioni di euro per far ‘villeggiare’ in caserma centinaia di sedicenni, mentre i poliziotti sono costretti a combattere senza messi e risorse contro una criminalità sempre più organizzata e potente?
La verità - continua Maccari - è che questo governo sa bene di aver tradito le promesse fatte in campagna elettorale ai cittadini e alle stesse Forze dell’ordine, ma non riesce ad accettare di essere sbugiardato. Per questo le sagome dei poliziotti pugnalati alle spalle, che sono diventate il simbolo della protesta di tutte le Forze di polizia, fanno saltare i nervi ai Ministri. Prima è toccato a Maroni e Brunetta. Ora persino il sempre composto La Russa ha dichiarato di essere soffocato da un embolo quando, alla vista di Pianese, è stato colto da una crisi di rabbia e, paonazzo in volto e schiumante di odio, ha ricordato il clamoroso impatto mediatico dei pugnali conficcati nelle spalle dei poliziotti: immagine emblematica del tradimento di questo governo nei confronti degli uomini in divisa”.
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Sappe
A nove mesi dall’approvazione del Piano carceri del governo e dalla dichiarazione dello stato nazionale d’emergenza per le criticità penitenziarie, il Segretario generale Donato Capece chiede un urgente incontro con il ministro della Giustizia Angelino Alfano e dichiara: “La situazione nelle carceri è ogni giorno sempre più allarmante, con un numero di detenuti mai raggiunto prima (quasi 69mila i presenti), carenze organiche di poliziotti gravissime (oltre 6.500 agenti in meno) e gravi eventi critici ogni giorno (primi tra tutti i suicidi di detenuti e le aggressioni agli agenti).
Nel gennaio scorso il ministro Alfano, in un incontro con i sindacati del Corpo, aveva parlato della previsione di edificare 18 nuove carceri, di cui 10 ‘flessibili’ (di prima accoglienza o destinate a detenuti con pene lievi) e di 47 nuovi padiglioni affiancati a strutture carcerarie già esistenti e dell’assunzione di 2.000 nuovi agenti di Polizia Penitenziaria in tempi rapidissimi, con riduzione dei corsi di formazione a sei mesi.
Rispetto a tutto ciò espressi la fiducia del Sappe nel piano carceri, chiesi al Ministro e al governo un ulteriore sforzo per una riforma strutturale del sistema penitenziario, con più misure alternative, braccialetto, il ricorso all’edificazione di padiglioni con il sistema modulare, che garantisce tempi rapidi di costruzioni e costi più contenuti rispetto al ricorso esclusivo al cemento, e soprattutto espulsioni come già avviene in Spagna.
Di fatto, però, non si è ancora visto nulla di concreto. Né nuove assunzioni, né nuove carceri, né una nuova politica della pena. Le carceri sono ogni giorno sempre più invivibili, per chi ci lavora e per chi sconta una pena, e il prossimo 31 dicembre ha termine il decreto del governo di emergenza nazionale sulle carceri. Quali sono stati realmente gli interventi adottati? Quali risultati ci si prefigge di raggiungere? Quali prossimi urgenti provvedimenti intendono assumere ministero della Giustizia e governo? Un confronto con il ministro della Giustizia Alfano su questi temi è urgente e prioritario, atteso che oggi abbiamo quasi 70mila detenuti in carceri nate per ospitarne poco più di 42mila, controllati da agenti di Polizia Penitenziaria che sono ben 6.500 in meno rispetto agli organici previsti”.
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