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Ottobre/2010 - Articoli e Inchieste
Beni culturali
Musei e opere d’arte: un patrimonio da tutelare
di Claudio Ianniello

Crescono i visitatori e occorre rafforzare
le misure di sicurezza per persone e beni
culturali. E mentre le tecnologie
si sviluppano offrendo soluzioni, il fattore
umano è ancora al centro della questione


Si assiste oggi ad una crescente richiesta di sicurezza proveniente dal mondo museale e più in generale dei beni culturali. Ciò è dovuto ad una molteplicità di fattori, quali l’incremento delle attività culturali, la crescita costante dei visitatori nei siti d’arte, la creazione di nuovi spazi museali (a volte anche ricavati da antichi edifici, parte integrante del patrimonio storico-artistico) e, non ultima, la triste ma non remota evenienza che un luogo d’arte possa essere considerato un target di attività terroristiche o criminali: ricordiamo ad esempio gli attentati mafiosi del 1993 ai danni della Torre dei Pulci, a Firenze, sede dell’Accademia dei Georgofili, e ai danni di San Giovanni in Laterano e San Giorgio al Velabro a Roma.
Bisogna tener presente inoltre, il triplice aspetto dell’effettivo valore reale dei beni custoditi, della loro capacità di incrementare il turismo e quindi l’economia di un Paese ed il loro alto valore simbolico, legato al contesto storico-sociale dei territori che li ospitano. Chi gestisce un bene pubblico ne risponde alla collettività, potendosi considerare il patrimonio culturale come patrimonio dell’umanità intera. L’opera d’arte va preservata e custodita a vantaggio non solo delle presenti ma anche delle future generazioni.

Un patrimonio di tutti
Con il termine sicurezza, nell’ambito museale o, in genere, nei siti d’arte, s’intende in prima istanza la tutela della vita umana, in secondo luogo la protezione e la custodia dei beni esposti e/o conservati in appositi depositi, infine la tutela degli edifici stessi, soprattutto se di pregnante rilievo storico (la sicurezza strutturale, intesa come stabilità degli edifici e delle strutture sia da fenomeni naturali che da azioni umane, è una questione di non poco conto nel computo delle responsabilità dei gestori della sicurezza di musei). Particolari strutture antiche, storiche, con diversi secoli di vita alle spalle, come ad esempio quelle medievali, adibite oggi alla conservazione ed esposizione di collezioni, presentano oggettivi e notevoli vincoli all’applicazione pedissequa di talune norme, tant’è che la legge prevede in alcuni casi un’approvazione in deroga del progetto di sicurezza.
Nella procedura di deroga, ai sensi del D.p.r. 37/98, vengono proposte delle misure di sicurezza alternative a quelle di tipo prescrittivo, dette infatti di tipo prestazionale, purché in grado di ripristinare un livello di sicurezza equivalente a quello stabilito dalle disposizioni di legge. La procedura, in questo caso, deve essere approvata a livello regionale.

Norme più specifiche
In tutti i Paesi del mondo, si stanno sviluppando normative sempre più dettagliate ed approfondite in merito alla salvaguardia dei musei, ma le regole, in se stesse, hanno un’efficacia limitata se non si persegue, oltre alla loro puntuale applicazione, una cultura specifica della sicurezza nei luoghi d’arte. Infatti, che si tratti di un museo o di altro sito, la protezione del patrimonio culturale è affidata alla sinergica cooperazione di un gruppo eterogeneo di persone, che dovrà operare conoscendo le dinamiche dei musei sia nel normale svolgimento delle attività culturali, ad opera di visitatori, studiosi, restauratori, tecnici ecc. sia nel caso di una qualsivoglia emergenza.
La gestione della sicurezza si sviluppa su due concetti principali: safety, intesa come tutela della salute fisica di personale e visitatori e per ottenere la quale ci si avvale anche di impianti come i rivelatori d’incendi e di gas tossici, si prevedono uscite d’emergenza, cassette pronto soccorso e tutto l’occorrente per la tutela della persona umana; e security, intesa come la custodia delle opere d’arte, per la quale pure ci si avvale di impianti, ma del tipo antintrusione o antifurto.
Le strategie con cui i musei perseguono la cura delle proprie collezioni e degli utenti possono sostanzialmente ricondursi a: misure preventive, ovvero quelle atte a ridurre le occasioni di rischio; misure di protezione passiva, ovvero quelle atte a mitigare le conseguenze di un evento dannoso che non si è potuto evitare (e in queste misure rientrano anche opere di restauro e manutenzione); misure di protezione attiva, ovvero i cosiddetti sistemi integrati di sicurezza e la vigilanza.
Misure preventive
Ed è nelle misure preventive il nuovo approccio al problema della sicurezza nei musei, si tende a privilegiare il momento dell’ante-factum, rispetto a quello dell’intervento post-factum. La prevenzione quindi, è oggetto di una attenta analisi chiamata gestione del rischio o risk management ovvero il processo attraverso il quale si stimano i rischi, le problematiche possibili, gli eventi che potrebbero verificarsi, e successivamente, si sviluppano le varie strategie atte al governo di queste situazioni di potenziale pericolo.
Detto ciò, è chiaro che il pericolo, non si potrà mai azzerare completamente, nonostante ogni stima. Si stilerà allora una lista di priorità, cercando quello che viene chiamato “livello accettabile di rischio” e si calcoleranno le risorse a disposizione. Per questo occorrerà studiare alcuni fondamentali dati, necessari per la valutazione degli imprevisti, come le quantità di particolari sostanze pericolose presenti nel museo, spesso utilizzate in ambito di restauri, il materiale combustibile che è presente in ogni ambiente, le aree con rischi specifici, eventuali cantieri di restauro o manutenzione, le condizioni di ventilazione e di climatizzazione, le vie d’esodo e le uscite d’emergenza, i presidi antincendi, l’illuminazione di sicurezza, il mantenimento delle condizioni di progetto. Questi e molti altri dati sono cruciali per il mantenimento nel tempo di condizioni di sicurezza accettabili.
In sede di preparazione del progetto di sicurezza e dei piani di gestione dell’emergenza e di evacuazione, bisogna anche saper trovare la risposta ad una pluralità di quesiti come: dove si trovano (come sono distribuiti) in questo momento i visitatori? Quanto sono lontani dalle uscite di sicurezza? Quanto tempo si fermano in media in ogni area? Qual è il numero medio di visitatori?

Casi straordinari
Diverso invece è il piano di emergenza che si attua in casi straordinari come terremoti, inondazioni, uragani, eruzioni vulcaniche e conflitti armati. A questo proposito è giusto citare il Blue Shield ovvero l’accordo pattuito nel 1954 durante la “Convenzione dell’Aia per la Salvaguardia dei Beni Culturali in caso di Conflitto Armato” per indicare i siti culturali in caso di conflitto armato o di attacco al fine di proteggerli. E’ anche il nome di un comitato internazionale istituito nel 1996 che opera per proteggere il patrimonio culturale mondiale minacciato da guerre e calamità naturali.
Nei casi di emergenza, la normativa italiana afferma, in termini generali, nella Sezione II (Misure di conservazione) del D.lgs. 22 gennaio 2004, n. 42 (“Codice dei beni culturali e del paesaggio”) che: “Lo Stato, le Regioni, gli altri Enti pubblici territoriali nonché ogni altro Ente ed Istituto pubblico hanno l’obbligo di garantire la sicurezza e la conservazione dei beni culturali di loro appartenenza”, ed indica la Protezione civile come il primo organismo in grado di intervenire: la legge del 24 febbraio 1992, n. 225 stabilisce infatti che essa sia intesa come “servizio nazionale”.
Le linee guida nella gestione della sicurezza si discutono, si stilano e si diffondono, oltre che sulla base delle disparate disposizioni nazionali, regionali e della Comunità Europea, anche per mezzo di studi congiunti di organismi internazionali che, grazie al lavoro di esperti mondiali di sicurezza dei siti museali, raccolgono i dati sulle problematiche più frequenti, in base ai quali procedono allo studio di soluzioni.
In questo campo sicuramente un ruolo meritorio lo svolge l’Icom: l’International Council of Museums, il quale sta operando per diventare un punto di riferimento sulle tematiche relative alla difesa del patrimonio culturale.
Icom ha pubblicato testi e linee guida, tra i quali il Manuale per la Sicurezza nei Musei, ed ha messo a punto un programma per la formazione di professionisti museali in caso di emergenza.

Abbattere i rischi
Ma quali sono oggi le misure che occorrono per abbattere i rischi? Innanzitutto non si può prescindere dalla formazione e aggiornamento, ovvero la preparazione, degli operatori di sicurezza dei musei. Gli operatori devono essere formati ed informati dal punto di vista legislativo ed operativo, dall'accoglienza, all'emergenza, dal primo soccorso, a quello che prevedono le procedure in circostanze di criticità. Si riconosce quindi la necessità di condurre esercitazioni e di eseguire un addestramento specifico.
Oltre all’irrinunciabile elemento umano, la tecnologia ci permette il ricorso a sistemi di sicurezza estremamente avanzati, caratterizzati da funzionalità sempre nuove e da affidabilità elevata. Inoltre, potendosi integrare con le risorse umane, consentono l’ottimizzazione delle procedure di sicurezza.
I cosiddetti sistemi di protezione che intervengono per mettere in sicurezza persone, beni e strutture, sono diversi ma in generale si possono ricondurre all’impiantistica specifica, (di cui a seguire si proporrà una breve presentazione); e alla rete di telecomunicazioni interne ed esterne e alla centrale operativa. In particolare quest’ultima svolge un ruolo fondamentale in quanto in essa convergono, mediante opportune reti di trasmissione dati, tutte le segnalazioni di allarme e tutti i dati generati dai vari impianti, consentendo di gestire ed unificare le procedure, attuando i programmi più opportuni in funzione degli allarmi in corso. Per quanto concerne l’impiantistica specifica, essa sarà costituita dall'integrazione di numerose e differenti installazioni di sicurezza, ovvero:
- sistemi di controllo dei visitatori, che includono, in alcune situazioni particolarmente critiche ove vi sia il concreto rischio di terrorismo o di intrusione di malintenzionati, metal detector, scanner a raggi x e rilevatori di esplosivi, al fine di garantire i più elevati standard di sicurezza;
- sistemi di controllo degli accessi, i quali provvedono al controllo e all'organizzazione degli ingressi e delle uscite. Possono esserlo ad esempio dispositivi di sicurezza fisica come le chiusure o le barriere, ma lo sono anche i nuovi modelli di biglietti a lettura ottica piuttosto che a lettura magnetica, per la loro maggiore affidabilità e durata nel tempo;
- sistemi antintrusione ed antifurto, che rappresentano uno strumento efficiente per la prevenzione di atti criminosi quali vandalismo, furti, sabotaggi. In particolare sono sempre più diffusi sistemi che monitorano il comportamento, come l'eccessivo avvicinarsi dei visitatori ad un’opera o ad una vetrina espositiva;
- sistemi di videosorveglianza il cui scopo principale consiste non già nel cogliere sul fatto i malintenzionati, quanto nel costituire un valido deterrente contro di essi.
Il punto di forza della videosorveglianza è rappresentato dalla sua possibilità di controllare aree remote nelle quali manca la presenza fisica della vigilanza. Moderne tecnologie permettono di effettuare l'analisi automatica delle immagini, possono ad esempio identificare automaticamente l’abbandono di un oggetto o di una borsa.
I luoghi all'intero di strutture chiuse devono inoltre essere dotati di impianti di rivelazione incendi, con diffusione sonora di emergenza e, dove possibile, di spegnimento automatico.
Si può concludere questa carrellata sulle installazioni di sicurezza, con i sistemi di monitoraggio ambientale, volti a controllare e registrare i principali fattori che possono influire sulla corretta conservazione delle opere (temperatura, umidità, luminosità, atmosfera). Per sottolinearne l’importanza ricordiamo che un eccessivo numero di persone può alterare in maniera pericolosa il microclima interno di un determinato ambiente, il quale, anche se controllato da un opportuno impianto di climatizzazione, non può assolutamente spostarsi al di fuori di determinati intervalli di temperatura ed umidità.
A nostro avviso è necessario riconsiderare la sicurezza nei e dei musei e luoghi d’arte, al fine di trasmettere una sempre maggiore fiducia agli utenti, i quali ultimi, hanno il diritto di sapere tutelata la propria incolumità, e di vedere tutelate le opere d’arte.

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