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Agosto-Settembre/2010 - Articoli e Inchieste
Focus on...
Calabria - Il Silp, con Cgil, protagonista di un confronto incessante su cause e ragioni delle criticità socio-economiche del territorio
di Francesco Suraci Segretario generale regionale Silp

Il Silp per la Cgil, grazie e soprattutto allo stretto livello di confronto e di collaborazione che le sue strutture territoriali hanno instaurato con gli omologhi livelli organizzativi della Cgil, gode, anche rispetto alle altre sigle del variegato panorama sindacale della Polizia di Stato, di un punto di osservazione concreto, privilegiato, in ordine al rapporto tra territorio e Forze di polizia.
In questo senso, giova una premessa: il tessuto sociale, economico, culturale, della Calabria richiede un apparato di analisi complesso, in grado di approfondire i chiaroscuri di questa realtà sociale. Si deve, cioè, saper cogliere e interpretare tanto la richiesta di sicurezza da parte del cittadino quanto una retriva ostinazione a perpetuare atteggiamenti omissivi da parte di chi - a torto o a ragione - non sa o non vuole privilegiare gli strumenti della partecipazione, dell’impegno sociale e civile. Al dunque, però, il cittadino calabrese conosce comunque bene gli scatti d’orgoglio e, quando vuole, risponde alla sollecitazione di organizzazioni come sindacati ed associazioni; quel che va problematizzato, invece, è la corretta comprensione del livello d’isolamento in cui opera, spesso, in quanto individuo.
Ebbene, proprio in ragione di ciò, spicca la peculiarità del rapporto sinergico che il Silp ha scelto di costruire con la Cgil, favorendo il massimo dell’apertura ad un confronto incessante su cause e ragioni delle criticità socio-economiche che pesano sul territorio.
La forte complementarità tra sviluppo socio-economico-culturale ed esigenza di garantire condizioni adeguate di sicurezza e legalità (con la consapevolezza che quest’ultima sia la precondizione essenziale perché possa realizzarsi la prima), inducono ad operare su due fronti essenziali. Il primo, quello proprio del sindacato, ovvero la rivendicazione di maggiori tutele, migliori condizioni di lavoro per gli operatori della sicurezza e maggiore razionalità rispetto all’adeguamento tecnico-strutturale delle diverse articolazioni dell’apparato sicurezza. In questo senso, il Silp opera a favore di tutte le Forze di polizia, anche per quelle non ancora sindacalizzate. Secondo fronte: partecipare attivamente ai tavoli di discussione in cui il rapporto cittadino-territorio-sviluppo viene correlato con l’aspetto sicurezza e legalità, per sostenere una precisa linea di indirizzo. Per inciso, ad esempio, è bene ricordare che quando, nel 2004, la Cgil di Gioia Tauro si trovò di fronte alla necessità di decidere se firmare o meno il protocollo aggiuntivo al Contratto d’Area per la zona portuale di Gioia Tauro, il Silp sedeva al tavolo della discussione e, con la Confederazione e i rappresentanti di altre categorie, decise di non sottoscriverlo.
L’obiettivo del Silp è comunque quello di farsi parte attiva di un’azione positiva, e non rappresentazione di un semplice diniego. Al cospetto di tante “criticità”, giova avere voce per portare alla luce irrazionalità e disinvestimenti. Irrazionalità nella dislocazione dell’appartato sicurezza presente sul territorio, laddove rispetto alla presenza di massici e, per certi versi, eccessivi insediamenti delle forze dell’ordine in alcune zone corrispondono aree in cui la copertura è pressoché inesistente; oppure, si veda la suddivisione di giurisdizioni territoriali tra uffici di Polizia, in ambito delle quali non si tiene conto della complessità e della precarietà delle vie di collegamento. Se a tutto questo si aggiunge anche l’esistenza di una dotazione tecnica e tecnologia insufficiente ed obsoleta, il dato diventa desolante.
E’ irrazionale che una larghissima percentuale delle strutture ospitanti gli uffici di Polizia non siano di proprietà dello Stato, e risultino in affitto da privati. Benché il Governo si sia scomodato per venire fino a Reggio Calabria, ad annunciare l’apertura dell’Agenzia nazionale per i Beni Confiscati, nessun ufficio di Polizia risulta essere ospitato in un immobile provento di confisca alla criminalità. Si aggiunga – tanto per esprimere una modalità di approccio al problema – che il ministro Giulio Tremonti, all’epoca delle cartolarizzazioni effettuate per fare immediata cassa, tra i tanti immobili da (s)vendere individuò proprio la struttura che ospita la Scuola Allievi Agenti della Polizia di Stato, di Vibo Valentia. Ebbene, una banca l’acquistò per la modica cifra di ? 2.354.949,00 (bando di vendita pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, Suppl. n. 183, 06/08/2002) ed oggi lo Stato ne paga ? 1.010.000 per continuare ad utilizzarla.
Ci sono tutti gli elementi per un impegno incessante da parte del Silp, dunque. Lavorare affinché il cittadino, rispetto ai temi della sicurezza e del rispetto delle regole, possa sempre più essere messo in grado di scegliere, senza sentirsi isolato. Obiettivo possibile, almeno fin tanto lo si inviterà a partecipare consapevolmente, come parte attiva, ad un’opera di riscatto del territorio, rifiutando l’idea di continuare inopinatamente a delegare ad altri le proprie ragioni ed il proprio futuro. Il cittadino deve tornare ad essere protagonista della propria vita, civile e sociale. Per questa ragione, il Silp sceglie di parlare ad ogni singolo cittadino. Lo fa attraverso momenti di confronto pubblico, attraverso gli organismi della Cgil, utilizzando gli organi d’informazione, con i suoi congressi.
Il Silp si esprime, rendendo partecipe ogni interlocutore sulle difficoltà lavorative derivanti dai continui tagli alle risorse destinate alla sicurezza; sforbiciate operate dall’attuale esecutivo che, contrariamente alla propaganda pre-elettorale, continua ad erodere fondi, a non rinnovare contratti di lavoro (dal dicembre 2007), a consentire il depauperamento dell’apparato ed ispirando, per fortuna con scarsa presa in Calabria, il fiorire di gruppi più o meno organizzati che vorrebbero darsi il compito di sostituire lo Stato nell’attività di controllo del territorio. Come si chiamavano? Ronde; ma la sicurezza, quella vera, e non quella di propaganda televisiva o quella dettata dal numero di arresti snocciolati come versi di una poesia, è una cosa seria, è un modo di intendere il senso delle istituzioni che non ammette improvvisazioni, e necessita di investimenti, prospettive, crescita sociale, sviluppo economico.

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