A livello Ccampano, con particolare riguardo per le province di Napoli e del Casertano, dove si registra un tasso di illegalità assai più marcato, il rapporto cittadino/tutore dell’ordine e l’integrazione delle Forze di polizia nel tessuto territoriale appare spesso complesso e difficile.
Elevata rimane la diffidenza nell’efficacia dell’attività di prevenzione e repressione dei reati svolta dalla Polizia di Stato, una diffidenza ed una sfiducia nelle Istituzioni certamente non attenuate da una legislazione nazionale che, in tema di contrasto alla criminalità e di prevenzione dei reati, lascia molto a desiderare, specie negli ultimi tempi, come dimostra l’acceso dibattito in corso sul tema delle intercettazioni, un disegno di legge che sembra fatto apposta per tutelare chi delinque, tenendolo al sicuro sia dalle indagini della magistratura che dal giudizio della pubblica opinione.
Sin dalla sua nascita come autonoma forza sindacale, di rappresentanza dei lavoratori della Polizia di Stato, il Silp per la Cgil ha fatto registrare un incremento di fiducia sempre crescente da parte dei colleghi, ponendosi come punto di riferimento per la risoluzione di ogni sorta di conflitto tra gli operatori e l’Amministrazione, allo scopo di migliorare le condizioni di lavoro dei colleghi, affrontando problematiche spesso assai diverse a seconda del posto di lavoro, della specialità, delle peculiarità che si registrano nei differenti uffici.
Si tratta di un’attività sindacale che, ponendosi come obiettivo la tutela del lavoro dei colleghi, nel contempo rende un servizio importante alla collettività, poiché contribuisce enormemente a rendere più efficiente l’attività di istituto svolta dagli operatori di Polizia. Il tutto in una realtà come Napoli dove le problematiche sociali, ambientali, economiche si riflettono anche sui colleghi, sull’organizzazione del lavoro e sulla logistica (vedesi, ad esempio, gli sfratti a carico di caserme e commissariati di Polizia, la mancanza di alloggi e di posti letto, le enormi difficoltà per spostarsi e raggiungere il posto di lavoro).
Si possono distinguere due grandi ordini di problemi. Il primo è sicuramente legato alla criminalità spicciola, intendendo con questo termine l’insieme dei cosiddetti reati minori, che vanno dallo scippo al furto, allo spaccio al minuto di stupefacenti, ai delitti contro il patrimonio di piccola entità, alle truffe in genere, alla piccola corruzione, a via dicendo. Tali reati, anche se di valore più modesto rispetto a quelli di grande livello, registrano tuttavia un impatto enormemente maggiore sulla popolazione, poiché sono quelli cha danno più fastidio e rendono spesso difficoltosa la convivenza civile. La seconda fascia di criticità comprende, invece, l’attività criminale in grande stile, condotta dalle organizzazioni mafiose, con le infiltrazioni negli Enti locali, le grandi speculazioni, le collusioni con il mondo politico. Per dirla con una felice definizione del Procuratore capo di Salerno, Franco Roberti, gli affari stipulati ad un tavolo in cui siedono tre persone: l’imprenditore, il camorrista ed il politico.
Rispetto a questi due ordini di criticità, il Silp per la Cgil si pone, con riguardo alla criminalità comune, per una più capillare presenza sul territorio delle Forze dell’ordine, non disgiunta da una necessaria attività sociale, condotta a tutti i livelli e tesa a migliorare le condizioni di vita e di lavoro di quelle fasce più disagiate della popolazione, dove la microcriminalità trova terreno fertile per un continuo ricambio e reclutamento di giovani condotti sulla strada della delinquenza.
Circa il secondo aspetto, quello legato ai reati in grande stile, non c’è dubbio che essi vadano combattuti non solo dalle Forze di polizia ma da un’azione congiunta della magistratura e – ciò che manca sempre più – di una rappresentanza politica che finalmente abbia il coraggio di porre, al proprio interno, una seria questione morale.
Di certo, gioverebbe una costante attività d’informazione e di sensibilizzazione, condotta a 360 gradi, e non solo verso gli iscritti ed i colleghi. Essa dovrebbe essere indirizzata verso la società civile, sì da stimolarla a guardare con fiducia agli operatori di Polizia, non più visti come avversari al servizio del potere e della repressione, ma come lavoratori comuni, che svolgono un compito delicato.
In questa chiave, particolare rilievo riveste l’attività del Silp per la Cgil, con l’organizzazione di seminari e convegni, il dialogo con i cittadini, la presenza ininterrotta di proprie rappresentanze a tutte le manifestazioni cittadine, al fianco delle varie categorie di lavoratori della Cgil. Questo lavoro sta dando i suoi frutti, al punto che possiamo affermare che oggi il Silp per la Cgil rappresenta, sulle problematiche che riguardano la sicurezza, un valido interlocutore, sia per altre rappresentanze, organizzazioni sociali, associazioni ed Enti, sia per i media che informano sui medesimi temi.
Di certo, con l’intenzione da parte di alcune forze politiche di stravolgere la Costituzione, e delegare in modo incoerente funzioni e compiti ai Comuni anche in materia di sicurezza e di prevenzione dei reati, non si sta favorendo la creazione di rapporti equilibrati tra le ormai innumerevoli Amministrazioni che si occupano della tutela dei cittadini. Al contrario si assiste ad una confusa distribuzione di “poteri di polizia”, condotta in maniera approssimativa, nella mancanza di un organico e coerente disegno legislativo, assegnando gravosi ed impegnativi compiti di repressione dei reati ad Enti locali, che hanno una competenza territoriale limitata ed una mancanza di preparazione tecnica, di mezzi e di cultura della sicurezza.
Il tutto crea una pericolosa frammentazione di forze e di competenze ed il conseguente indebolimento della Ps, che svolge attività di polizia a competenza generale, mentre si assiste sempre di più a fenomeni di organizzazioni criminali potenti ed agguerrite che travalicano le frontiere nazionali e realizzano affari illeciti su larga scala, con l’ausilio di ingenti ed efficienti dotazioni finanziarie, tecnologiche e logistiche.
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