L’ostilità contro gli ebrei viene definita con la parola antisemitismo, ostilità causata dal fatto che il popolo ebraico abbia portato al mondo il Dio unico, non accettato da tutti i popoli pagani fino ad arrivare al nazismo.
Il popolo ebreo dal latino “Hebraei” da “ivri” gente di là dal fiume era oltre l’Eufrate o da oltre il Giordano, in Palestina, discendenti da Abramo e di Giacobbe, detto Israele. La storia ebraica come viene narrata dalla Bibbia si confonde con la storia del mondo è da considerarsi leggenda.
Abramo partito da Ur si stabilì nella regione del medio Eufrate.
Da lui e da Israele ebbe origine il popolo ebraico che si divise in dodici tribù. Sollecitate da Giuseppe si trasferirono in Egitto dove crebbero in numero e prosperità da essere temuti dagli egiziani. Subirono persecuzioni fino alla loro liberazione dalla schiavitù dei faraoni, per mezzo di Mosè, che li liquidò verso l’antica patria di Canaan, l’attuale Palestina.
La migrazione attraverso il deserto del Sinai durò quaranta anni.
Da qui inizia il secondo periodo della storia ebraica che durerà 300 anni.
Sorse una monarchia con i famosi re Saul, David e Salomone. Alla sua morte il regno di Israele venne distrutto, nel 772 a.c., dagli assiri.
Il regno meridionale, con capitale Gerusalemme, venne distrutto nel 588 a c. dai Caldei.
Guidati da Nabucodonosor gli ebrei si spostarono a Babilonia per poi ritornare in Palestina per riedificare il tempio di Gerusalemme, nel 521 a c.
Dopo un susseguirsi di guerre e conduttori nel 63 a.c. il generale romano Pompeo conquistò Gerusalemme che fede della Giudea una provincia romana.
I romani dopo l’insurrezione del 70 d.c. per mano di Tito distrussero il tempio, e ridussero in schiavitù il popolo ebreo, venduti sui mercati dell’impero e mandati nelle miniere, poi si dispersero in tutti i paesi del mondo.
Durante il medioevo gli ebrei soffrirono nei paesi cristiani e maomettani specialmente nel periodo delle crociate e sotto l’inquisizione, in Spagna e Italia.
Tutta la storia degli ebrei dal medioevo in poi è una storia tragica di intolleranza, furore religioso e fanatismo. Esclusi dal commercio e dal possesso della terra, gli ebrei si inserirono nell’attività dell’usura per investire i propri capitali, che gli procurò l’odio popolare. Furono segregati dal resto della popolazione con leggi speciali, tenuti isolati nei ghetti e vittime di persecuzioni fino ad arrivare alla paurosa notte nazista. Dal XVII secolo la situazione migliorò e gli ebrei furono ammessi in varie attività. Con la rivoluzione francese e l’dea di libertà, uguaglianza e fraternità si combatté la segregazione razziale.
Anche in Inghilterra, Italia, Austria, Svizzera e Romania.
Malgrado le leggi di uguaglianza, l’antisemitismo continuò in Europa, specie in Germania, dove prese a forma di propaganda ideologica.
Negli anni trascorsi a Vienna, Adolf Hitler, capo del nazional socialismo adottò la falsa propaganda contro gli ebrei.
Si apre così l’idea della “razza al centro della vita”.
Il 7 novembre 1938 un giovane ebreo esasperato dalle persecuzioni naziste uccide un segretario nell’ambasciata di Parigi.
Si aprì così la settimana dei cristalli, la notte del 10 novembre le parti più basse della popolazione scese in strada incendiando case e negozi, ebrei, uomini, donne e bambini furono percossi, arrestati, uccisi.
Per giorni vennero rotti vetri facendo passare quella tragedia come “settimana dei cristalli”.
Gli ebrei furono costretti a portare una stella gialla, confinati nei ghetti, avviati in campi di lavoro e utilizzati fino alla morte per le sofferenze subite.
Si creò il campo di concentramento di Auschwitz, per rinchiudervi gli ebrei provenienti da tutta Europa ed eliminati nelle famose camera a gas.
Nel nostro paese l’antisemitismo è quasi inesistente anche se nel 1938 si emanarono alcune leggi che escludevano gli ebrei dagli uffici pubblici e proibirono i matrimoni misti.
Le persecuzioni maggiori si ebbero nel 1943 ad opera dei nazisti che deportarono 2000 ebrei del ghetto di Roma.
Oggi il numero degli ebrei nel mondo è intorno ai 12.000.000 e sono entrati nella vita economica e amministrativa dei paesi in cui vivono.
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