Ogni anno, da luglio a settembre, la cittadina di Arles diviene la capitale mondiale della fotografia. Dal 1964 ad oggi, infatti, si svolge il festival Les Rencontres d’Arles, uno dei più importanti festival di fotografia a livello mondiale. In questo periodo la cittadina francese è disseminata di numerosissime mostre allestite nei più bei siti monumentali della città. Per gli appassionati del settore il periodo migliore per visitare il festival è sicuramente la prima settimana d’apertura, durante la quale la cittadina si popola di persone provenienti da tutto il mondo, divenendo così il luogo ideale per incontrare professionisti della fotografia. Altra attrattiva della prima settimana sono le proiezioni notturne che si svolgono all’interno del Theatre Antique, suggestivo anfiteatro romano, o in vari punti della città dove vengono allestite delle piccole arene all’aperto. Durante la serata di chiusura della prima settimana vengono anche consegnati due premi, sponsorizzati dalla Fondazione LUMA, entrambi di 25.000 euro. Il primo, il Prix Decouverte, è assegnato dal pubblico dei professionisti presenti durante la prima settimana che premiano il miglior artista emergente. Il secondo invece, il Prix LUMA, è assegnato da una giuria di esperti chiamati dalla fondazione stessa per premiare un artista già affermato. Quest’anno i premi sono stati vinti rispettivamente da Taryn Simon, con un interessante lavoro sui casi di persone innocenti ma ingiustamente accusate di omicidi o stupri e da Trisha Donnelly con premio alla carriera.
Dal 2001 il direttore del festival è Francois Hebel. Ogni anno Hebel propone degli specifici temi sui quali vengono poi sviluppate e allestite le mostre, sia personali che collettive. Quest’anno i temi principali sono da un lato la fotografia argentina, dall’altro il rapporto che si è sviluppato nel tempo tra la fotografia e il rock. Mostra di maggior rilievo tra quelle della fotografia argentina è quella del grande artista Leon Ferrari, premiato anche con il Leone d’Oro alla Biennale di Venezia del 2007 e che, dopo aver esposto al Museo d’Arte Moderna di New York e al Reina Sofia di Madrid, espone per la prima volta in Francia al Festival d’Arles. La mostra di Ferrari è allestita nella splendida chiesa sconsacrata di Saint-Anne, scenario che dona ulteriore fascino alle sue opere proprio per il contrasto che si viene a creare tra la sacralità a cui richiama il luogo e le opere dell’artista quasi sempre dissacranti, sovversive e dai toni anarchici. Inoltre, in rappresentanza della fotografia argentina contemporanea, al festival di Arles vi sono anche altri cinque artisti sudamericani: Leandro Berra, Marcos Adandia, Gabriel Valansi, Marcos Lopez e Sebastiano Mauri. Questa volta il luogo d’esposizione è un vecchio complesso industriale, l’Atelier des Forges, adibito con grande successo ad area espositiva. Per quanto riguarda invece il tema del rock e il suo rapporto con la fotografia, la mostra più importante è sicuramente I am a cliché, echos de l’esthétique punk, ampissima collettiva, anche questa allestita negli ateliers, che raccoglie artisti di grande fama: da Andy Wharol a Stephen Shore, da Wolfgang Tillmans a Robert Mapplethorpe e tanti altri. Altra importante mostra che segue il tema del rock è quella su Mick Jagger, considerato uno dei cantanti più mediatici di tutti i tempi. La mostra è costituita da una serie di ritratti della rockstar che ripercorrono la sua carriera dai primi inizi fino ad oggi.
Accanto agli allestimenti principali, decine di altre mostre popolano la città, disseminate fra le stradine del centro storico. Fra queste segnaliamo le mostre di Ernst Haas e Augusto Ferrari al chiostro di Saint Trophime, e le mostre Polaroids en Peril e Zhang Da Li allo spazio Van Gogh.
Il sito del festival: www.rencontres-arles.com dal 3 luglio al 19 settembre
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