Il progetto Maxxi inizia nel 1997 quando il ministro della Difesa Beniamino Andreatta cede al ministro dei Beni Culturali Walter Veltroni l’area delle ex caserme di via Guido Reni. Due anni dopo, il ministro dei Beni Culturali Giovanna Melandri, decide, per quell’area, la realizzazione di un museo d’arte contemporanea e bandisce un concorso internazionale che verrà vinto dall’architetto Zaha Hadid. Quest’ultimo concepirà il museo come un “campus urbano aperto alla circolazione pubblica”.
I lavori iniziano nel febbraio del 2001, prevedendo l’apertura nel 2006, ma il museo viene inaugurato solo il 26 maggio 2010. Il vernissage prevede un’iniziativa del tutto insolita: prima di qualsiasi Ministro, giornalista o vip, il museo viene aperto a 400 cittadini. Gli inviti vengono fatti da un gruppo di anziani del quartiere e da una dozzina di disabili mentali tramite la Asl di Roma. L’idea per questa quanto mai peculiare apertura del museo, è stata proposta dell’artista Cesara Pietroiusti.
Il museo ha inaugurato i suoi spazi con opere di artisti contemporanei e di fine ’900. Tra queste, le opere di De Dominicis, una video istallazione di Vezzoli, una mostra sull’architetto Luigi Moretti, una video istallazione di Studio Azzurro sull’architettura italiana. Inoltre, la collezione permanente del Maxxi, comprende l’archivio di Carlo Scarpa, quello di Aldo Rossi e quello di Luigi Nervi. La compresenza di arte e architettura non è casuale, il Maxxi infatti, “Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo”, è stato articolato in due rami, il Arte e il Maxxi Architettura. Entrambe le strutture, con a disposizione circa 26mila mq, avranno come attività principale quella della promozione delle rispettive discipline tramite lo studio e la raccolta dei nuovi linguaggi contemporanei, condividendo spazi, risorse e attività in modo da creare un continuo scambio tra arte e architettura. Come spiega anche lo stesso presidente Pio Baldi: «Non sarà un museo come gli altri, né sarà un luogo dove esporre le opere d'arte. Sarà invece un laboratorio di ricerca per il confronto tra diversi linguaggi contemporanei: design, moda, cinema, pubblicità dialogheranno con l'arte e l'architettura. Una vera e propria fabbrica della creatività che si baserà su tre parole: innovazione, multiculturalità, interdisciplinarità».
Costati 150 milioni di euro, gli spazi del Maxxi ricordano quelli di un meraviglioso aeroporto e sono riusciti a convincere i sei governi che si sono succeduti negli anni della sua costruzione. «Ogni volta che c'è un cambio di governo si ha un attimo di perplessità ma poi tutto si risolve» dichiara l’architetto Zaha Hadid. Ad oggi tuttavia, il museo non è completamente finito e mancano ancora quattro lotti alla conclusione del progetto. Il ministro dei Beni Culturali Sandro Bondi prevede di attivare i lavori durante il suo mandato politico. Nel frattempo per avviare l’attività artistica, è stato stanziato un finanziamento di 4 milioni di euro. All’inaugurazione purtroppo non sono mancati i fischi. Il ministro Bondi, infatti, ha rivendicato il merito della costruzione del Maxxi a Berlusconi e al ministro Matteoli, surriscaldando così l’affollatissima platea.
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