Il pagamento del premio di produttività al personale delle Forze di Polizia per l’anno 2008 ha innescato un clima di polemiche e di malumori atteso che l’Arma dei Carabinieri ha proceduto alla liquidazione di esso già nell’Agosto 2009 mentre nella Polizia di Stato ancora si attende la seconda trance che si aggira attorno al 40% del totale. L’esempio è emblematico, mette in luce il trattamento parziale fra i diversi Corpi di Polizia anche se secondo lo spirito della legge 121/81, economicamente sarebbero riconducibili ad un sistema unico. L’ammontare delle spettanze che ai Carabinieri sono state liquidate interamente a luglio 2009 sono avvenute mediante l’utilizzo di un fondo proprio considerato che il finanziamento del governo che interessa tutte le Forze dell’ordine porta la data di novembre 2009.
Molti all’interno della Polizia di Stato si interrogano ancora sul perché l’Amministrazione non ha proceduto in modo analogo e a distanza di 4 mesi attendono ancora di percepire la restante parte del premio di produttività? Le ragioni dell’accaduto sembrerebbero risiedere nell’assenza di fondi, dovuto al fatto che probabilmente la gestione delle risorse nelle altre Forze di polizia avverrebbe secondo oculati criteri di economicità, ma sopratutto nei rapporti con la politica considerato che con il documento annuale di programmazione economica i bilanci delle Amministrazioni dello Stato sono finanziati per il sostenimento delle spese istituzionali.
Il dubbio sollevato circa la qualità dei rapporti con la politica non sembra destituito di fondamenta se si considera che con la Finanziaria 2006 per l’Arma dei Carabinieri il governo deliberò 100.000.000 di euro mentre ai dirigenti superiori della Polizia di Stato, con cinque anni di anzianità, gli venne riconosciuta la liquidazione di dirigente di livello “B”. Un trattamento sproporzionato nella misura in quanto assegna all’Arma una cifra consistente tale da far fronte a progetti nazionali, di converso riconosce ai singoli dirigenti superiori della Polizia di Stato, in pensione, piccoli incrementi sul trattamento di fine rapporto.
Il dato finanziario a prescindere dalla sostanziale differenza tra Carabinieri e Polizia mette in luce un aspetto non secondario della vicenda se si considera che il finanziamento all’Arma dei Carabinieri di 100.000.000 di euro è stato elargito con la causale, per: “finalità istituzionali” mentre per la Polizia di Stato, si legge: “aumento della buonuscita dei dirigenti superiori con una anzianità superiore a cinque anni di servizio”. Tale citazione sembrerebbe evidenziare il differenziato trattamento almeno sotto il profilo finanziario fra le Forze di Polizia, conseguente al “particolare” rapporto che evidentemente intercorre fra politica e Forze dell’ordine. La scarsità di fondi nel capitolo “Missioni” negli ultimi tempi sembrerebbe far segnare il passo atteso che metterebbe in difficoltà i dirigenti (questori, dirigenti delle Specialità, Autocentri ecc) periferici se si considera che con 25.000,00 euro una questura come Messina, con in organico 1.000 operatori, per le missioni in servizio fuori sede è tenuta a corrispondere ad ogni singolo dipendente una somma forfettaria di 110 euro giornalieri.
Non si esclude a priori che l’esiguità di risorse nel capitolo Missioni potrebbe generare un elevato contenzioso atteso che l’istituzione Polizia per adempiere ai doveri Istituzionali sarebbe costretta a rinviare a tempo indeterminato la liquidazione delle spettanze.
In merito, a prescindere della qualità del rapporto con la politica, molte obiezione andrebbero sollevate, fermo restando il legittimo uso da parte dell’Amministrazione del potere discrezionale, atteso che scelte che implicano dei costi forse si potrebbero evitate studiando magari soluzioni alternative a quelle più probabili e possibili.
Se per la copertura di un posto quale dirigente di un commissariato distaccato o addirittura per la copertura di un posto quale comandante di un Posto di Polizia anziché scegliere uno fra tanti funzionari che hanno presentato domanda in quanto avverrebbe a costo zero e il trasferimento non potrebbe pesare sulle finanze dell’Amministrazione Pubblica ne viene prescelto uno d’ufficio al quale per due anni, ai sensi della legge, la Polizia di Stato gli deve corrispondere la missione di euro 8.000,00 per il primo e di 4.000,00 per il secondo, oltre ovviamente i costi per il trasferimento delle masserizie e per la famiglia, senz’altro si sarebbero potute risparmiate preziose risorse finanziare.
E ancora la situazione sembra sprofondare quando ad esempio al funzionario anziano, con provate esperienze professionali, con una anzianità di oltre 25 anni di servizio, già dirigente nel 1994 del commissariato di Barcellona con in organico 60 operatori, già dirigente della Divisione Anticrimine e della Divisione Personale, stimatissimo dal personale in servizio alla questura di Messina, l’Amministrazione Centrale interviene dall’alto ed assegna un funzionario molto più giovane e con minore esperienza. Si è particolarmente curiosi di sapere cosa possa sottendere a scelte simili considerato che negli uffici dell’Amministrazione spesso manca la carta per fotocopie, i soldi per far pulire le autovetture di servizio ecc. ma di converso si finanziano spese che potrebbero essere evitate.
Il fatto è emblematico. Un sistema che nonostante la consapevolezza di evidenti difficoltà in cui si imbatte sembra intenzionato a persistere nella stessa direzione.
Si dispone la missione – costo euro 110,00 al giorno – ad esempio di un giovane ispettore, con qualche anno di anzianità, a Reggio Calabria dove la questura ha oltre 2.000 unità in organico. Il caso desta molta curiosità, il sindacato invero vorrebbe conoscere se il questore di Messina sia stato o meno interpellato considerato che egli avrebbe potuto cooperare nella scelta proponendo alla questura di Reggio Calabria un operatore con maggiore esperienza, con maggiori titoli magari insomma una migliore professionalità.
Disposizioni e ordini vanno eseguiti ma trasparenza, economicità, efficacia ed efficienza sono principi cardini che dovrebbero guidare l’azione della Pubblica Amministrazione.
In un momento di crisi come l’attuale l’Amministrazione a livello Centrale dovrebbe rivedere le scelte in particolare quando implicano l’impiego di soldi del contribuente che ha il diritto di chiedere conto e ragione sulle scelte operate dall’apparato pubblico.
La dicitura tradizionale nei provvedimenti di trasferimento d’ufficio “per esigenze di servizio” al di là che sotto il profilo di legittimità l’atto potrebbe essere viziato per difetto di motivazione in tal modo non si rendono trasparente le ragioni del perché un determinato provvedimento è stato adottato.
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