Un decreto ministeriale (Attività produttive e Economia) che cancella le agevolazioni postali da sempre riconosciute alla stampa, in vigore dal 1° aprile, ha messo in forti difficoltà l’editoria minore (quella più indipendente e meno sostenuta da supporti pubblicitari, e basata essenzialmente su una diffusione per abbonamenti), e ha comunque assestato un colpo durissimo a tutto il settore della carta stampata, già appesantito dalla crisi. Tutte le associazioni degli editori, Fieg, Mediacoop, Uspi, Fisc, i sindacati di settore, in particolare la Cgil della comunicazione, e la Federazione nazionale della stampa, sono insorte contro questa gravissima misura. Anche l’Istituto di Previdenza dei giornalisti italiani, l’Inpgi, ha chiesto al governo di soprassedere a incontrare la Fnsi per discutere il provvedimento sulle tariffe postali. Il sindacato dei giornalisti chiede che non si facciano ricadere sulle aziende editoriali costi aggiuntivi fino al momento in cui sarà stato raggiunto tra le parti un accordo sulle nuove tariffe. La libertà di stampa, e il diritto dei cittadini a un’informazione libera da condizionamenti passa anche attraverso il canale delle tariffe postali.
|