Il Silp di Palermo è a fianco della Cgil e degli altri lavoratori per manifestare e chiedere immediate risposte al governo.
In un delicatissimo momento che sta vivendo la nostra città, con un nuovo proliferare di pesanti atti criminali, il Silp è sempre in mezzo alla gente a rappresentare gli operatori di Polizia, sia come lavoratori che come cittadini.
Il lavoro è il diritto su cui si fonda la Repubblica italiana che la nostra Costituzione riconosce a tutti i cittadini; un fisco giusto, dove tutti pagano le tasse, rispetta le regole e rappresenta il sistema in cui si esprime la solidarietà; la cittadinanza assume il significato di riconoscimento dei diritti fondamentali di tutti gli esseri umani. Crediamo che questi diritti vadano anche coniugati con legalità, solidarietà e giustizia sociale, con le quali sono indissolubilmente uniti: insieme sono il fondamento e la sostanza vera della democrazia.
Il Silp di Palermo continua oggi a denunciare la mancanza di investimenti in risorse umane, mezzi ed infrastrutture, con una evidente carenza di personale destinato al controllo del territorio, frutto dei tagli operati dal governo nella legge Finanziaria.
Al di là delle sempre più reiterate promesse fatte dal governo, alle quali però non ha mai fatto seguito alcun concreto segnale di attenzione nei confronti delle Forze di polizia - il cui contratto di lavoro, è bene ricordare, è scaduto da oltre due anni - il Silp ritiene che si può comunque dare luogo ad una migliore razionalizzazione delle risorse, soprattutto per quello che attiene proprio la questione del controllo del territorio.
Ma, di fatto, non abbiamo riscontrato nei soggetti responsabili dell’ordine e della sicurezza pubblica la volontà precisa di procedere in tal senso; abbiamo anzi registrato dei preoccupanti segnali, indici di un allentamento di attenzione e di una verosimile incuria del fatto che la crisi economica attuale ha generato una catena di episodi criminali che non accenna a diminuire.
Palermo non ha dimenticato che le Forze di polizia, negli anni scorsi, pur avendo a disposizione analoghe risorse rispetto a quelle attuali, hanno conseguito strepitosi successi nella lotta alla mafia, grazie anche alla responsabilità gestionale ed organizzativa degli alti funzionari che hanno retto le sorti in quel periodo.
La nostra città, quindi, registra una pericolosa recrudescenza dell’attività criminale, ad oggi culminata con l’efferato massacro di una persona avvenuti nei pressi del Palazzo di Giustizia, luogo simbolo ed icona della legalità, ma anche con inquietanti e sempre più diffusi atti di microcriminalità che stanno ancor più mettendo a repentaglio il senso di sicurezza nella gente, facendo ripiombare la città in un clima di paura e di insicurezza.
Assistiamo infatti ad un significativo aumento degli episodi delittuosi contro la persona e contro il patrimonio, a cui si aggiungono - soprattutto in questi ultimi tempi - danneggiamenti ad istituti scolastici e mezzi pubblici: questa è la cronaca della quotidianità della città, e tutti noi lavoratori, genitori e figli, anziani e giovani, abbiamo già compreso che il sistema-sicurezza offerto da questa gestione governativa è assai deficitario.
Ed un Paese poco sicuro è anche un Paese poco giusto.
Ringrazio di cuore tutti quei magistrati e tutti quei poliziotti che, nonostante i tagli e gli attacchi ricevuti, continuano a conseguire brillantissimi risultati e che cercano disperatamente, ogni giorno di più, di consegnare a noi tutti una società migliore ed a garantire la democrazia in questo Paese.
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