Durante questo
periodo determinante, in cui avviene
la scoperta del sesso, è ormai statisticamente
provato che una sessualità attiva può essere
dannosa sia sotto il profilo psicologico che fisico.
Il fenomeno della sessualità attiva precoce, d’altra
parte, dimostra come il sesso sia presente
nella vita degli adolescenti ancora prima che essi
siano preparati alle sue conseguenze
Salò, sul lago di Garda, scuola media “Gabriele D’Annunzio”, seconda C, mentre il professore di francese interroga, nascosta dai compagni di classe, ad una ragazzina di 12 anni viene imposto da un coetaneo un rapporto orale. E’ uno dei tanti episodi che, tramite facebook o le denunce dei genitori, filtrano da una realtà scolastica ed adolescenziale che lascia perplessi. E ci si interroga: è violenza sessuale? E’ bullismo? E’ incoscienza adolescenziale? E’ sessualità senza limiti né pudore? Ma soprattutto ci si chiede: che tipo di sessualità può essere espressa dagli adolescenti?
L’adolescenza, il periodo di crescita ed evoluzione che va dai 12 ai 17 anni di età, è la fase maggiormente determinante nello sviluppo psicologico ed affettivo di un individuo ed è anche quella in cui avviene la scoperta del sesso, con tutti gli interrogativi ed i problemi ad esso connessi. È questo il periodo nel quale i giovanissimi iniziano a considerare quali comportamenti sessuali possono essere piacevoli, moralmente accettabili e appropriati per la loro età. È statisticamente provato che nella prima adolescenza una sessualità attiva può essere dannosa sia sotto il profilo psicologico che fisico. Il fenomeno della sessualità attiva precoce, d’altra parte, dimostra come il sesso sia presente nella vita degli adolescenti ancora prima che essi siano preparati alle sue conseguenze.
Da un punto di vista medico e psicologico, l'adolescenza inizia con la pubertà, ovvero con il completamento dello sviluppo sessuale dal punto di vista riproduttivo (comparsa del ciclo mestruale nella femmina e spermatogenesi nel maschio) e dura fino al completo sviluppo fisico che coincide con l'età adulta. Negli ultimi 100 anni il momento della pubertà si è molto anticipato e la tendenza sembra continuare. Ad esempio il menarca, ovvero la comparsa delle prime mestruazioni, avveniva nella seconda metà del secolo scorso in media verso i 17 anni, rispetto ad un'età di 11 - 12 anni negli anni '60, ed attualmente ad un'età compresa tra i 9 e i 12 anni. Per contro la conquista dell'autonomia economica, ovvero il riscontro sociale della maturità, si sta gradatamente spostando in avanti e può arrivare a 25 - 30 anni. Ne deriva che il periodo dell'adolescenza, inteso in senso più ampio e cioè non solo come sviluppo fisico, si può forzatamente estendere fino a 15 anni, mentre l'adolescenza fisiologica dura 6 - 7 anni. L'adolescenza è anche il periodo in cui i giovani acquisiscono la completa maturità sessuale passando dalla semplice capacità procreativa alla piena consapevolezza della propria sessualità. Questo passaggio è profondamente influenzato dal contesto culturale e sociale in cui vive il giovane. Diversi modelli culturali, sociali e religiosi causano nei giovani rilevanti differenze di comportamento a parità di sviluppo fisiologico.
Il giovane, passando dal controllo parentale all'adattamento sociale, deve costruirsi i propri modelli di comportamento, anche sessuale, mediando tra i modelli trasmessi dai genitori e quelli del contesto sociale in cui si trova a vivere. E' importante in questa fase che il giovane acquisisca le giuste informazioni sull'anatomia e la funzionalità degli organi sessuali, sulla fisiologia del rapporto sessuale, sulla contraccezione e sulle malattie sessualmente trasmissibili. I genitori possono svolgere un ruolo importante in questo processo formativo, anche se i giovani preferiscono procurarsi autonomamente queste informazioni.
In Italia, secondo i dati diffusi dai medici e psicologi, la “prima volta” delle adolescenti italiane si verifica mediamente all’età di 17 anni, con un andamento in crescita rispetto al passato, cui si accompagna anche la constatazione di una maggiore maturità sessuale. Tale dato, però, è da rapportare ad una situazione formativa e familiare normale, escludendo quindi tutte quelle situazioni di disagio nelle quali sono più frequenti comportamenti anomali rispetto ad una media che è in linea con la statistica europea, ma che risulta superiore a quella, ad esempio, degli Stati Uniti. Negli Usa, infatti, il fenomeno della sessualità precoce è avvertito sensibilmente, soprattutto nelle comunità afroamericane e in quelle ispaniche, con conseguenti ricadute sul piano sanitario. Negli Stati Uniti, ogni anno, un caso di malattia trasmessa per via sessuale ogni quattro è da imputare ad uno o ad una adolescente sessualmente attivi. Inoltre la percentuale di gravidanze tra i minorenni è la più alta tra tutti i Paesi civilizzati. Gravidanze non pianificate e malattie trasmesse per via sessuale sono inoltre più comuni tra coloro che hanno iniziato molto presto l’attività sessuale, prima cioè dei 16 anni di età. Uno studio reso pubblico nel 2001 aggiunge agli effetti descritti la probabilità che chi ha iniziato a praticare il sesso in giovanissima età possa avere molti partner sessuali, sia portato a forzare uno o una partner ad avere sesso contro la sua volontà, ad avere rapporti frequenti e assumere alcool e stupefacenti prima o durante l’atto sessuale. In sostanza, i minorenni che hanno iniziato molto presto a praticare sesso finiscono per adottare comportamenti devianti che li mettono in pericolo sia sotto il profilo della salute che quello del compimento di reati penali. Ma quali sono i fattori che incoraggiano negli adolescenti la ricerca di un rapporto sessuale precoce?
Esistono diversi elementi che possono portare un adolescente ad affrontare prematuramente il rapporto sessuale completo, ma quello che viene più evocato, sia in ambito familiare che in quello politico o pedagogico, è il mezzo televisivo. Ci sono buone ragioni scientifiche per pensare che la televisione possa contribuire ad una attività sessuale precoce. Il comportamento sessuale, infatti, è fortemente influenzato dalla cultura e la televisione è parte integrante della cultura degli adolescenti. Secondo alcuni studi, gli adolescenti guardano fino a 3 ore di televisione ogni giorno. Una indagine scientifica di un campione rappresentativo di programmi andati in onda durante una stagione televisiva, ha stabilito che due terzi dei programmi televisivi contengono riferimenti più o meno espliciti al sesso. Inoltre un programma televisivo su sette include la descrizione di un rapporto sessuale. Questa alta esposizione dei giovanissimi al sesso può incidere sulle convinzioni degli adolescenti in materia di norme culturali. La tv può infatti creare l’illusione che il sesso sia più centrale nella vita quotidiana di quanto non lo sia in realtà e quindi ricercarlo come complemento naturale di un qualsiasi rapporto interpersonale.
L’esposizione ai modelli sociali forniti dalla tv può anche alterare le opinioni rispetto alle probabili conseguenze che comporta l’attività sessuale. Una teoria sociologica, infatti, sostiene che gli adolescenti che vedono in televisione personaggi che hanno rapporti sessuali casuali senza conseguenze negative, sono maggiormente inclini ad assumere gli stessi atteggiamenti nella vita reale. Uno studio pubblicato nel settembre 2004 sulla rivista “Pediatrics” ha dimostrato come la televisione possa influenzare i giovanissimi nell’avere rapporti sessuali in età precoce. Raccogliendo un segnale proveniente dall’Accademia Americana dei Pediatri che ha collegato il fenomeno dei contenuti sessuali nei programmi televisivi a quello del sesso praticato in età adolescenziale, lo studio ha indagato approfonditamente il fenomeno su basi scientifiche, prendendo in esame per un periodo di due anni un campione significativo di 1.792 ragazzi e ragazze di età compresa tra i 12 e i 17 anni. Al campione di giovanissimi, eterogeneo per area di appartenenza, è stato chiesto di raccontare le loro abitudini in fatto di televisione e le risposte sono state confrontate con i risultati di una analisi scientifica dei programmi televisivi per ricavarne metri di valutazione rispetto ai contenuti sessuali. Il risultato finale attesta che il 90% degli adolescenti che guardano programmi televisivi ad alto contenuto sessuale ha una probabilità doppia di iniziare precocemente l’attività sessuale rispetto a coloro che guardano la televisione in modo meno assiduo. Un dato tanto più significativo se si pensa che i programmi cosiddetti “a rischio” rispetto all’indagine, non erano solamente quelli che mostravano atti sessuali, ma anche quelli in cui il sesso veniva solo evocato verbalmente.
Alla luce di un fenomeno che in Italia risulta ancora circoscritto, ma che rischia di esplodere in modo proporzionale alla presenza crescente di contenuti sessuali nei programmi televisivi, risulta importante stimolare i genitori e le scuole nella direzione di un’opera di prevenzione che indirizzi l’iniziazione sessuale nella prima adolescenza, rendendo consapevoli i ragazzi dei rischi ai quali espongono se stessi e i propri partner. Ridurre la quantità di contenuti sessuali nei programmi di intrattenimento, ridurre l’esposizione degli adolescenti a questi contenuti ed offrire spiegazioni riguardo alle possibili conseguenze negative, mediche e penali, dell’attività sessuale in giovanissima età potrebbe ritardare l’inizio dei rapporti completi. In alternativa, i genitori di figli adolescenti potrebbero essere in grado di contenere gli effetti negativi, guardando la televisione insieme a loro e discutendo con loro sulle opinioni che hanno sul sesso e sulle situazioni che vengono rappresentate nei programmi televisivi.
Gli studi riportano inoltre che l’impulso sessuale si manifesta in modo diverso nei ragazzi e nelle ragazze. Nei maschi le esigenze biologiche sono specifiche e volte ad uno scarico della tensione nell'orgasmo. Nelle femmine il desiderio sessuale è meno specifico: è come una sensazione diffusa, pervasa da emozioni ed affettività.
Gli impulsi sessuali sono generalmente legati a sentimenti d'amore per le ragazze e possono essere del tutto separati per i ragazzi. Il primo rapporto sessuale, viene vissuto in maniera differente dai maschi e dalle femmine. Possiamo concludere che i genitori e la società hanno il ruolo di fornire l'informazione all'adolescente, ma è il giovane che deve trovare la sua dimensione, anche nella sfera sessuale, rapportandosi al contesto attuale in cui vive.
Il comportamento, al di la delle pulsioni fisiologiche, si adatta alla situazione sociale in continuo cambiamento. Dal punto di vista del comportamento sessuale per esempio, a causa della situazione determinata dalla presenza dell'Aids, i rapporti non protetti sono oggi più pericolosi rispetto a quanto avveniva nelle generazioni precedenti quando non vi erano malattie sessualmente trasmissibili inguaribili. Ciò comporta che la generazione attuale deve affrontare l'emancipazione sessuale con più attenzione e consapevolezza rispetto al recente passato, senza però dover rinunciare all'aspetto affettivo ed emozionale della sessualità. Possiamo concludere che la sessualità dell’adolescente risponde oggi ad un bisogno di comunicazione e ad un modo per essere in contatto con l'altro sia con modalità fisiologiche che patologiche o socialmente devianti. Una sessualità dunque con molti aspetti non sessuali e non erotici. Una sessualità con funzioni da regolatore dell'umore, da veicolo d'affermazione patologica del sé, da deviante mezzo di comunicazione e di socializzazione.
(cannavicci@iol.it)
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Le funzioni non sessuali
della sessualità adolescenziale
La sessualità adolescenziale ha aspetti polivalenti, con vari significati. Spesso si tende a considerarne solo l'aspetto erotico, dimenticando che sono frutto di una continuità con le problematiche dell'infanzia e che al tempo stesso sono il risultato del disegnarsi d'orizzonti nuovi e più vasti.
1. Il sesso come sedativo ed antidepressivo – E’ necessario tenere conto che gli adolescenti sono spesso in situazioni di "crisi" psicologica e per questo portatori di una angoscia che non sanno gestire. In questo contesto la pratica di un’attività sessuale, che può andare dalla masturbazione al rapporto completo, non riveste un ruolo solamente edonistico, ma risponde anche ad un bisogno consolatorio rispetto alle difficoltà ed agli insuccessi di vita. L'adolescente trova nella pratica sessuale la soddisfazione ad un bisogno di riparazione. La sessualità, relazionale e non, contribuisce quindi in un contesto così conflittuale, ad abbassare il livello di tensione, d'angoscia fluttuante, che sarebbe, altrimenti, poco sostenibile. Per il giovane, l'aspetto consolatorio dell'attività sessuale raggiunge lo scopo d'ottenere una sedazione. La sessualità viene, in questo modo, adoperata come tranquillante, talora, come sonnifero. L'aspetto compensatorio rispetto alla depressione non è presente soltanto nella masturbazione, ma anche nella ricerca precoce della relazione con l'altro sesso. In questo caso, "la sessualità genitale" serve a soddisfare un bisogno di contatto. La giovane coppia cerca nella sessualità genitale di colmare una lacuna affettiva, un contatto impossibile con l'adulto, una sessualità, talvolta, impulsiva vissuta con le caratteristiche dell'additività.
2. Il sesso come fornitore d'identità - Un'altra dimensione essenziale del vissuto sessuale dell'adolescente è legata alla domanda del "chi sono io?" Domanda cui sente di dover rispondere. Quindi, la sessualità a quest'età, svolge la funzione di fornire "identità" o, quantomeno, di organizzare l'identità. Nel frattempo vive il disagio di un corpo che gli impone un cambiamento biologico e un cambiamento psichico con tempi che, spesso, non sono in sincronia fra di loro. Il ragazzo vive, spesso, il suo corpo come un estraneo, in continua evoluzione, modificato da leggi a lui sconosciute.
Secondo un recente sondaggio sul campo, sono emerse con chiarezza alcune tendenze: 1) lo stabilizzarsi dell'età dei primi rapporti sessuali tra i sedici e i diciassette anni; 2) la diminuita attrazione per l'ambiguità sessuale sottolineata da fenomeni della moda e dalla definizione di ruoli sociali, che differenziano il maschio dalla femmina; 3) una grande importanza giocata dalla coppia che è diventata garanzia contro l’Aids (favorita, così, dagli adulti); 4) la scoperta della tenerezza, rispetto alla passione, un ritorno ai valori affettivi e alla intimità a due. Perfino la verginità è un valore che torna di moda tra le adolescenti.
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