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Marzo/2010 - Laboratorio
Clima da caserma in Commissione Difesa
di Il Cocer della Guardia di Finanza

Nel pomeriggio del 10 febbraio scorso, si è svolta presso la Commissione Difesa del Senato, l’audizione dei Consigli centrali di Rappresentanza dell’Esercito, della Marina, dell’Aeronautica, dei Carabinieri e della Guardia di Finanza, inerente “l’indagine conoscitiva sulla condizione militare”. Il Cocer della Guardia di Finanza stigmatizza l’aproccio ed il tono con il quale il Presidente della Commissione Difesa ha inteso gestire l’audizione su una materia così delicata.
Un clima surreale, tipico di una caserma degli anni Trenta, connotato da una inusuale rigidità che ha privato, peraltro, i singoli commissari della facoltà di porre domande su tematiche di rilevante importanza, quali ad esempio il risarcimento dei familiari del personale deceduto a causa dell’amianto, il mancato avvio della previdenza complementare, il mancato appostamento delle risorse necessarie per corrispondere l’indennità di comando e per il rinnovo del contratto di lavoro, il mancato riordino dei ruoli e delle carriere, il sottoimpiego del personale, nonchè il riconoscimento di più ampi diritti, tematiche queste, che da anni rimangono colpevolente irrisolte.
Il Presidente della Commissione Difesa ha più volte tolto la parola ad alcuni delegati Cocer, pretendendo la rettifica di talune dichiarazioi e senza il diritto di replica instaurando, di fatto, un clima conflittuale che lo ha portato persino a porre un veto sulla futura presenza in Commissione di un delegato Cocer che, amareggiato per le modalità dell’incontro, aveva lasciato l’aula.
Un gesto intollerabile, non appropriato ad una carica istituzionale e non rispettoso della funzione dei delegati Cocer, rappresentativa di oltre trecentocinquantamila operatori del Comparto Difesa e Sicurezza.
Alla luce del trattamento ricevuto, molti delegati avrebbero voluto lasciare l’aula - privata, in diversi momenti, del rispetto istituzionale e della libertà di manifestazione del pensiero - elemento costitutivo di ogni dibattito parlamentare.
Questi fatti dimostrano, ancora una volta, come la classe politica, distante dai problemi che attanagliano il personale delle Forze di polizia e delle Forze armate gestisca, con arroganza e supremazia, i rapporti con i rappresentanti del personale e con supeerficialità le problematiche portate alla loro attenzione.
Alla luce di quanto accaduto ed auspicando un operoso ravvedimento, i delegati si riservano di valutare l’opportunità di partecipare alle future audizioni della Commissione Difesa del Senato, fino a quando non verrà ripristinato il corretto rapporto che deve caratterizzare le relazioni tra la parte pubblica e le parti sociali.

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