Per celebrare il quarantesimo anniversario
dell’Istituzione del Comando Carabinieri Tutela
Patrimonio Culturale sono state organizzate
tre grandi mostre. Esposte straordinariamente
opere sottratte al patrimonio culturale
italiano. Il parere del generale Giovanni Nistri
L’Arma per l’Arte. Sotto questo titolo si sono svolte, l’ultima fino al 6 aprile a Firenze in Palazzo Pitti, tre mostre che avevano come intento di celebrare il 40° anniversario dell’Istituzione del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio culturale. Due gli obiettivi: far conoscere la meritoria attività del Comando e dei suoi Nuclei disseminati sul territorio nazionale e sottolineare, ancora una volta, la ricchezza del patrimonio artistico del nostro Paese. Tre grandi mostre dunque: a Napoli, Roma e Firenze, ma in cantiere ce ne sono già altre.
Nel realizzarle si è preferito privilegiare la qualità delle opere. Non quindi l’aspetto statistico o quello documentario, che pure avrebbero potuto far percepire tangibilmente l’intensa attività del Comando, bensì quello incentrato sull’Arte e sulla sua salvaguardia, cioè sul problema che anche capolavori indiscussi, apparentemente al riparo da ogni rischio, sono stati oggetto nel tempo di furti a volte clamorosi o provento di spoliazioni clandestine.
La mostra di Napoli a Palazzo Reale, Archeologia che ritorna (8 maggio - 30 settembre 2009) era una mostra archeologica, poiché l’opera del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale si è particolarmente distinta, in questi anni, nel contrastare il traffico di reperti archeologici provenienti sia da scavi clandestini, sia da furti, perseguendo tombaroli e trafficanti senza scrupolo, anche in ambito internazionale e recuperando tutti quei reperti che altrimenti sarebbero andati dispersi o comunque sottratti al patrimonio dello Stato.
Tra le opere esposte, frutto di un’accurata selezione, anche il recupero del 2008 di un affresco con Figura femminile (I sec. d.C.), trafugato a Pompei dalla casa di Fabio Rufo intorno al 1975. Questo a dimostrare quanto l’attività dei Carabinieri sia tenace nell’opera investigativa fino a quando i beni trafugati non facciano ritorno nelle sedi di originaria provenienza per la loro ricontestualizzazione e fruizione da parte di tutti come patrimonio dell’umanità. Infatti una missione del Comando è quella che tende al completo “recupero” di un’opera d’arte, nella convinzione, comune a tutti i suoi componenti, che solo con il ritorno nel contesto originario l’opera possa esprimere pienamente il proprio significato scientifico ed “emozionale”.
La mostra di Roma a Castel Sant’Angelo dal titolo Antologia di meraviglie (10 settembre 2009 – 30 gennaio 2010) ospitava una serie di reperti archeologici e di opere storico - artistiche, tutte accomunate dall’alta qualità, che esemplificano che cosa abbia significato, in questi quaranta anni di attività svolgere un servizio per la salvaguardia di un patrimonio comune di capolavori, autentiche pietre miliari della nostra storia e della nostra arte. Tra le opere in mostra, si andava dalla Triade Capitolina, recuperata nel 1994 in Svizzera mentre stava per essere ceduta a un collezionista americano; il Cristo di Pietà tra la Madonna e san Giovanni Evangelista di Andrea della Robbia, trafugato nel 1979 e recuperato nel 1982; la meravigliosa Viola del 1595 commissionata dalla corte medicea ai fratelli Girolamo e Antonio Amati di Cremona, maestri di Antonio Stradivari recuperata nel 2006; il dipinto Madonna con Bambino e San Francesco, rubato dalla chiesa di Santa Maria delle Grazie di Sezze nel 1976, opera di Orazio Borgianni, tra i primi caravaggisti italiani, fino all’esempio eccelso di ritrattistica rinascimentale: la cosiddetta Muta di Raffaello, opera risalente al 1507 che risente dell’influsso di Leonardo.
La mostra di Firenze, dal titolo Aspetti del sacro ritrovati, aperta fino al 6 aprile presenta, in uno spazio di grande effetto scenico, quale la Sala Bianca della Galleria Palatina a Palazzo Pitti, capolavori di arte a soggetto religioso, come: dipinti su tavola e su tela, sculture, codici miniati, oreficerie, suppellettili e arredi sacri, dei quali oltre al valore storico artistico si tiene a sottolineare l’aspetto devozionale, tra cui la preziosa Croce-reliquario del XII secolo eseguita in metallo, pietre e smalti proveniente dal Museo della Cattedrale di San Clemente di Velletri, rubata nel 1983 fu poi recuperata a Rimini, dopo essere passata per Londra.
Ma anche la tempera su tavola di Niccolò di Segna raffigurante la Madonna col Bambino proveniente dall’eremo di San Galgano sulla collina di Montesiepi a Chiusdino (Si), rubata nel 1968 e recuperata nel 1993; la tavola autografa di Giovanni da Milano, grande trecentista lombardo attivo anche a Firenze, proveniente da San Bartolomeo in Tuto a Scandicci (Fi) e ultimo recupero in ordine di tempo (2007) il trittico di Sano di Pietro proveniente dal convento francescano di Sinalunga (Si).
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