Il 7 luglio 2006 il Silp inaugurava la sua sede
a Roma, in via Quattro Fontane. Per l’occasione
un dibattito per discutere del futuro
del sindacato democratico, in cui le parole
d’ordine sono state riforme intelligenti
e reimpiego delle risorse
Sicurezza: per i diritti, per lo sviluppo: è questo il nome della Tavola rotonda moderata dal giornalista Guido Ruotolo, organizzata per l’inaugurazione dell’attuale sede del Silp in via Quattro Fontane 109, che si è svolta il 7 luglio 2006. Nel corso del dibattito, al quale hanno partecipato il segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani, il capo della Polizia Gianni De Gennaro e Claudio Giardullo, segretario del Silp, sono stati approfonditi i temi della crescita di un sindacato democratico nelle Forze di polizia per favorire l’estensione delle tutele, una migliore organizzazione del lavoro e una maggiore sicurezza della città.
Durante il suo intervento Epifani si è detto allarmato dalla manovra finanziaria annunciata in quei giorni dal governo per la forte dimensione dei tagli alla spesa: «Si tratta» ha spiegato il segretario della Cgil, «di tre punti del Pil che avranno un grande impatto sociale. Abbiamo detto al governo la nostra preoccupazione, pur consapevoli della necessità di risanare i conti pubblici. Quindi diciamo sì al risanamento, ma con misura: un taglio di quelle dimensioni può diventare indiscriminato. Ci aspettiamo, inoltre, che nel Comparto Sicurezza non ci siano tagli che possano pregiudicare il lavoro delle Forze dell’ordine e ci batteremo per una politica intelligente di riforme, perché senza riforme i tagli non servono». Epifani ha aggiunto che la preoccupazione dei sindacati è soprattutto riferita ai comparti del pubblico impiego e della sanità: «Siamo allarmati, perché sono coinvolte numerose persone che lavorano».
Dello stesso avviso il capo della Polizia Gianni De Gennaro, il quale sottolinea l’esigenza che agli apparati di sicurezza sia garantito un adeguato stanziamento di risorse: «E’ necessario avere la possibilità di programmare in tempo le risorse e di essere messi in condizione di fare investimenti per non perdere di vista gli obiettivi strategici della politica di sicurezza mentre ci si impegna a sopperire alle difficoltà contingenti». Anche perché, precisa De Gennaro, la sicurezza costa: si pensi, ad esempio, all’impegno per la gestione dell’ordine pubblico, che ha visto la Polizia impegnata in circa 7.500 manifestazioni di rilievo, senza contare quelle sportive. Nel 2006, le unità di rinforzo generale per le operazioni di ordine pubblico sono state 730mila per un costo di 61 milioni di euro, mentre il dispositivo di sicurezza organizzato per le Olimpiadi invernali di Torino ha comportato un impiego di altri 49 milioni di euro. Nonostante la sfavorevole situazione economica, però, la Polizia ha dimostrato in più di un’occasione il suo valore e la sua efficacia: è il caso, ricorda De Gennaro, «dell’arresto di Provenzano e di quelli, ancora più importanti, seguiti in Sicilia alla cattura del capo di Cosa nostra, che hanno consentito di disarticolare la struttura mafiosa».
Tra le priorità individuate da De Gennaro, una su tutte è quella delle risorse umane: «Non possiamo permetterci», ha detto, «di veder diminuire le risorse del personale. Abbiamo cercato nei capitoli ordinari le risorse per mantenere in servizio gli ausiliari, ma così è un po’ come andare in apnea». Il Capo della Polizia ha cercato di parlare non di emergenza, ma di esigenza, consapevole della necessità di essere flessibili e disposti a qualche compromesso. Per far fronte al problema delle risorse, ad esempio, De Gennaro ha proposto di recuperare uomini restituendo al ministero degli Esteri la facoltà di rilasciare i passaporti, attualmente di competenza delle Forze di polizia, e recuperando operatori sottraendoli all’attività burocratica.
Sull’argomento è intervenuto anche Claudio Giardullo, secondo il quale altri tremila uomini potrebbero essere recuperati affidando ai Comuni i rinnovi dei permessi di soggiorno. Secondo il Segretario del Silp, infatti, è necessario reimpiegare le risorse già esistenti perché «il Paese non si può permettere ulteriori riduzioni. Gli operatori e le Istituzioni hanno saputo rispondere su questo fronte nonostante una politica di riduzione costante delle risorse». Altri drastici tagli, secondo Giardullo, comporterebbero il rischio di un abbassamento della risposta e di una limitazione delle capacità di adattamento alle nuove minacce criminali.
Nel suo intervento, infine, De Gennaro ha voluto far chiarezza sulle voci che gli attribuivano l’obiettivo di dirigere il Segretariato generale sulla Sicurezza. «E’ impossibile», ha detto il Capo della Polizia, facendo capire che ama il suo lavoro e che sta bene dove è ora. «E’ inutile che mi attribuiscano Segretariati, perché parliamo di componenti di un sistema che dipendono da vertici di governi diversi. Ora, la legge 121 [la riforma della pubblica sicurezza, n.d.r.] è riuscita a coniugare armonicamente l’impossibilità e a fare una quadratura del cerchio: non tocchiamo questo equilibrio».
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