Nell’ambito del dibattito che si sta svolgendo sulla legge Finanziaria 2010, apprendiamo da taluni organi di stampa che al Senato il governo sarebbe intenzionato a dare un “segnale importante” sulla sicurezza. Prendiamo atto con favore dell’ipotesi da più parti ventilata, ma forse, considerati i danni inferti al settore e i reiterati annunci senza effetto fin qui proposti dal governo e dalla maggioranza che lo sostiene, è ora che più che alle parole, l’esecutivo si affidi ai fatti, come hanno chiesto i 40.000 poliziotti che hanno manifestato a Roma in ottobre.
Su quest’ultimo tema, mentre in questi giorni si stanno scatenando polemiche e dibattiti sulle attuali criticità e disfunzioni palesate dal sistema penitenziario del Paese, crediamo sia anche opportuno segnalare che già oggi solo alla Polizia Penitenziaria mancano dal proprio organico circa 6.000 unità, e che qualsiasi altra apertura di padiglioni, sezioni o interi carceri che il governo e il Ministro della Giustizia - piano carceri o meno - abbiamo intenzione di pianificare per contenere il sovraffollamento imposto alle strutture, questa dovrà necessariamente fare i conti con l’ineludibile, essenziale adeguamento del personale.
Del resto, quanto sta accadendo oggi in pressocché tutte le carceri italiane è sotto gli occhi di tutti: i tagli insostenibili agli stanziamenti del Dap e a quelli dedicati al personale di Polizia Penitenziaria stanno producendo il rapido decadimento dei mezzi e degli strumenti in uso ai servizi del Corpo, la scarsa manutenzione dei vetusti edifici penitenziari, il mancato pagamento delle missioni e del lavoro straordinario al personale. E ancora, il sovraffollamento spaventoso delle strutture, e la fortissima carenza di personale, della Polizia Penitenziaria e delle altre professionalità socio-educative e amministrative, sta causando la pressocché generalizzata inesigibilità dei diritti delle persone detenute e del mondo del lavoro in carcere, divenuto ormai illegale.
Una situazione resa esplosiva, che imporrebbe subito una svolta alle politiche penitenziarie, come dimostra quanto è accaduto a Cagliari e Lanciano, ove nell’uno sono stati accertati almeno 7 casi di meningite e mancano i vaccini contro l’influenza (con possibile grave pregiudizio della salute dei poliziotti), e nell’altro gli operatori della Polizia Penitenziaria sono costretti ad auto-consegnarsi per protestare contro il blocco imposto alle loro ferie.
Ma dietro l’angolo non si vede luce!
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