Cosa si può e si deve fare
per la difesa dei Diritti Umani? A queste
domande ha risposto un Master
in Diritto Internazionale, organizzato
dalla Croce Rossa Italiana
in collaborazione con l’Università
di Castel Sant’Angelo
Lo scenario geopolitico internazionale contemporaneo, ormai così fortemente caratterizzato da conflitti armati e scenari di guerra, porta sempre più spesso alla ribalta dell’opinione pubblica internazionale la terribile realtà della violazione dei Diritti umani.
Ma cosa si intende per Diritti umani, quali sono le Istituzioni preposte alla loro tutela e garanzia, cosa si deve e si può fare per la loro difesa?
Per rispondere a queste domande, fornire gli strumenti adatti ad una critica lettura degli avvenimenti in corso, nonché per accrescere le conoscenze e formare professionalità nel campo dei diritti umani, la Genuensis C.I.C. ha inaugurato, lo scorso 3 ottobre, presso l’aula Solferino della Croce Rossa Italiana, il "Master di I° Livello in Diritto internazionale Umanitario”, organizzato in collaborazione con la Croce Rossa Italiana e l’Università di Castel Sant’Angelo, presso la cui sede ha avuto inizio il 10 ottobre scorso.
Diversi sono stati gli ospiti intervenuti presentati da Vinicio Raso, rappresentante della Genuense C.I.C. una società di Formazione con sede in Genova e che ha alle spalle un’esperienza formativa di grande rilievo.
Il primo ad intervenire è stato il dott. Adriano Lucattini, della Genuense che, nel ricordare l’episodio storico della battaglia di Solferino e il ruolo propulsivo che Henry Dunant ha avuto nella nascita del Diritto Umanitario e dell’istituzione della Croce Rossa, ha rimarcato il ruolo svolto dall’organizzazione umanitaria, evidenziando la necessità di ritrovare e diffondere i valori che ne sono alla base.
Si tratta di quei principi fondamentali il cui rispetto, ha sottolineato sorella Anastasia Siena, della C.R.I., consigliere giuridico di diritto internazionale umanitario - D.I.U., che ha fatto della Croce Rossa non solo il punto di riferimento intorno al quale ruotano le iniziative umanitarie di rilievo mondiali, ma un’organizzazione da sempre in prima linea per la promozione, la custodia e la diffusione del diritto umanitario e dei temi ad esso collegati, in uno scenario in continua evoluzione.
E’ poi intervenuta la direttrice del Master, la dottoressa Franca Soldato che ha illustrato, nelle linee generali, l’organizzazione ed i contenuti del Master. Il corso, ha spiegato, (rivolto a studenti universitari e laureati, ad appartenenti alla P.A., alle FF.AA. e alle FF.PP, nonché ad operatori Ong, a professionisti e ad operatori e volontari umanitari, o semplici aspiranti tali) è articolato in tre moduli e, per i temi trattati e grazie alla possibilità di essere fruibile anche in modalità e-learning, ha raggiunto un rilevante numero di iscritti (oltre 150), molti dei quali operanti all’estero.
La direttrice, infine, ha sottolineato l’importante collaborazione con la Croce Rossa Italiana che curerà autonomamente lo svolgimento del II modulo, nell’ambito del quale sarà previsto, tra l’altro, uno specifico corso per l’uso del defibrillatore, a cui potranno partecipare anche i docenti.
Significativo è stato l’intervento di don Walter Trovato, cappellano del Reparto Mobile della Polizia di Stato di Roma, che ha tenuto ricordare, considerando gli argomenti specifici del Master, come in primo piano debba essere posto l’essere umano che, in quanto tale, senza fare nessuna distinzione di sorta, è titolare di diritti fondamentali, universali, irrevocabili e inalienabili. La persona umana, al fine di creare la pace, deve perciò essere al centro dell’attenzione, della riflessione e del rispetto anche quando è portatrice di interessi e valori diversi e distanti.
In contrapposizione, la voce di Leandro Abeille, docente di Peacekeeping, che, pur concordando in linea teorica con quanto affermato da don Walter Trovato, ha evidenziato come, nella pratica, la difficile realtà degli scenari in cui operano attualmente gli operatori umanitari e di peacekeeping - in cui lo scontro culturale è portato all’esasperazione - renda quanto mai problematico garantire e tutelare l’applicazione del diritto internazionale umanitario senza che sia necessario l’uso della “forza” in nome della pace.
Sandro Valletta, vicedirettore e docente del Master, a dimostrazione di quanto siano attuali e importanti i temi in discussione, ha quindi riportato le lettere di saluto e apprezzamento dell’iniziativa formativa inviate dal sen. Giulio Andreotti, dall’on. Remo Gaspari, dalla sen. Emma Bonino e dal ministro per le Pari Opportunità, on. Mara Carfagna.
A concludere la giornata l’on. Vitaliano Gemelli, Presidente Unla - Università di Castel S. Angelo, nel cui intervento ha sottolineato come fondamentale sia il rispetto delle diversità sociali e culturali tra i popoli, dal cui confronto trovare nuovi spunti di crescita. L’imposizione di valori culturali, infatti, non può che portare a scontri e divisioni.
“Non si può imporre la democrazia”, rileva l’on. Gemelli, ma si devono fornire gli strumenti che possano far maturare la cultura della democrazia. La cultura, infatti, genera cultura.
Esportare la cultura della democrazia è, in ultima analisi, il risultato a cui ambire. L’obiettivo, primario, a cui tendere.
E’ quindi da accogliere con plauso la realizzazione, nel vasto panorama formativo, di un Master in Diritto Internazionale Umanitario che fa proprie le parole della Dichiarazione universale dei Diritti dell’uomo che sancisce il dovere di ogni individuo e ogni organo della società, di sforzarsi di promuovere, con l’insegnamento e l’educazione, il rispetto dei diritti e delle libertà, al fine di garantirne l’universale ed effettivo riconoscimento e rispetto tra i popoli.
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