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Novembre/2009 - SOLO ON LINE SU POLIZIA E DEMOCRAZIA
Mobilità a propulsione umana
di Lorenzo Baldarelli

Magari non sembrerà di essere tornati all’Italia del governo Rumor, che varò il decreto dell'austerity, aumentando sia il prezzo della benzina e del gasolio da riscaldamento e instaurando una sorta di coprifuoco salva energia, ma in questi ultimi mesi in Italia il numero delle biciclette sembra essere veramente aumentato. La crisi economica, infatti, ha aiutato 13 italiani su 100 ad essere meno dipendenti dall'automobile e, a sorpresa, fra i mezzi sostitutivi alla quattro ruote la bicicletta supera lo scooter.
L’attuale crisi economica porta pure qualcosa di positivo, fa ridurre gli sprechi e migliora la salute, almeno quella dei ciclisti. In un recente articolo, poi, Grazia Neri ci spiega come pedalare mantenga sana anche la mente e aiuti la vita di coppia. All’apertura di Eicma (Esposizione internazionale del ciclo e motociclo) di quest’anno è stato presentato uno studio, condotto dall'Associazione “Donne e qualità della vita”, che afferma come il 43% degli psicologi consideri la bici come l'antidoto più efficace contro lo stress, meglio anche di pillole e tisane. “Andare in bicicletta, infatti, è un'attività che mette in movimento tutto il corpo e obbliga alla concentrazione, liberando così la mente da pensieri e tensioni accumulati al lavoro e in famiglia. Sempre secondo la ricerca, la bicicletta avrebbe un influsso più che positivo anche nei rapporti col partner. Le due ruote, per il 29% del campione, facilitano i rapporti a due e l'armonia, perché meno alienanti dell'auto (33%) e perché andare in bici è un'attività che, se fatta insieme, contribuisce a ristabilire la complicità col partner (21%)”. È noto poi (almeno per chi vive a Roma come me) che lo stress maggiore si accumula proprio al volante. Ore in mezzo al traffico favoriscono l'aggressività e l’irritabilità.
Andare in bicicletta fa bene sia alla salute (fisica e psichica) sia al portafogli. Ora il risparmio del neociclista è evidente, niente benzina, niente assicurazione, nessuna multa e meno medicine. Ma esiste anche un guadagno, l’Italia, infatti, è tra i migliori produttori di biciclette del mondo. “Un boom di vendite”, esulta Guidalberto Guidi, presidente dell'Ancma, l'associazione dei produttori di moto e biciclette. Anche se i nostri marchi sono piccoli, la loro fama è grande. Come la Colnago di Cambiago, la Ferrari delle due ruote, la prima ad aver messo sul mercato un telaio a fibra di carbonio. Il mercato è in forte espansione, sono stati i cinesi a cercare i produttori italiani. “Ci vogliono in società per la più grande fiera del mondo”, dice Guidi. In un mercato, come quello cinese, che punta ai 32 milioni di pezzi venduti in un anno, pensare ai benefici in tempo di crisi economica ci fa ben sperare.
Oltre al mercato estero esiste anche quello interno. Gli ecoincentivi, infatti, hanno dato uno slancio notevole alle vendite delle biciclette. Si tratta di 8.750.000 euro da erogare, fino a esaurimento, nel corso del 2009 a tutti coloro che decideranno di acquistare una nuova bicicletta (comprese le bici elettriche a pedalata assistita), senza obbligo di rottamazione, oppure un ciclomotore Euro 2 termico o elettrico (in questo caso con obbligo di rottamazione di un ciclomotore omologato Euro zero o Euro 1).
A Bari, per esempio, è stato raggiunta, e superata, la cifra record di ottocento biciclette vendute in venti giorni grazie agli incentivi. “I baresi stanno apprezzando l'idea - dice Antonio Decaro, assessore alla mobilità - e con i loro acquisti stanno contribuendo ad affermare a Bari una reale politica di mobilità sostenibile. Questo boom di vendite di biciclette fa bene all'ambiente e alla salute. Basta solo pensare a quanto inquinamento in meno c' è per ogni persona che sceglie di spostarsi in bici invece che in automobile. La bicicletta poi è il mezzo in assoluto più economico dato che abbatte i costi di benzina, bollo e assicurazione”. Entro l' estate, poi, inizieranno i lavori per l' ampliamento del bike sharing (condivisione della bicicletta) con l'installazione di altre otto stazioni. “È importante continuare e divulgare queste iniziative - conclude il sindaco Michele Emiliano - affinché sempre più persone scoprano i vantaggi di lasciare l'auto e prendere la bicicletta.
Milano è l’esempio da seguire per il bike sharing. Con le sue 100 postazioni di prelievo, 1350 biciclette a disposizione e 12 mila abbonati al servizio, è infatti la città che può essere da esempio per gli altri comuni italiani. Milano con la sua esperienza di successo può fungere da traino per altre realtà che vogliono intraprendere la strada del bike sharing.
E Roma? Nella città eterna, invece, si continua a sperare. I cittadini sembrano rassegnati a non avere mai un servizio decente.
Il bike sharing romano fu varato dalla giunta Veltroni nel 2007 (con l’obiettivo di avere ventimila biciclette alla fine del 2008), passato di mano e di visione con l’attuale giunta Alemanno che, scontenta della spagnola Cemusa (che l’aveva in gestione) a giugno ha deciso di trasferire il progetto ad Atac.
Atac, almeno secondo i commenti dei blogger, ha peggiorato molto il servizio. Ha eliminato la gratuità della prima mezz’ora (c’è ad esempio a Brescia e Bergamo) e tolto il disincentivo a tenere a lungo la bicicletta (presente ovunque). In questo modo, hanno sottolineato alcuni fruitori, il servizio si trasforma in un banale ciclo-noleggio. Per di più costoso: per 60 minuti si paga un euro (lo stesso costa un biglietto dell’autobus, che però dura 75 minuti).
Servizi estivi carenti, biciclette mutilate, oppure introvabili. “D'estate anche il bike-sharing va in vacanza - si legge nel blog “bikesharing.roma” -, nel periodo in cui le strade sono vuote e girare per la città sulle due ruote ecologiche sarebbe stato più facile, il servizio di noleggio comunale di biciclette mostrava le sue lacune. Molti (il sottoscritto compreso) sembrano convinti che il servizio è stato anestetizzato e violentato per poter dire, tra qualche mese, la classica frase: “eh, cosa volete, ci tocca chiuderlo, ai romani non piace, roma non è adatta alle bici…”.
Ma a Roma si può andare in bici, io lo faccio da otto anni e il crescente successo della “Critical mass”, un improvviso incontro di ciclisti nel mezzo del traffico automobilistico cittadino, dimostra che è solo una questione di volontà politica e di maturità sociale.

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