Il 30 luglio 2009 è stata presentata, dai senatori De Sena, Saltamartini e Serra, un’interrogazione parlamentare al ministro dell’Interno Maroni. Con tale atto i Senatori hanno inteso porre all’attenzione del Ministro la anomala situazione organica della Banda Musicale della Polizia di Stato. Appare, quindi, interessante chiarire ai lettori il motivo di tale iniziativa, non solo al fine di poter offrire una chiave di lettura quanto più esaustiva, ma soprattutto per testimoniare, con un esempio concreto, la situazione delle Bande Musicali istituzionali.
Fin dalla approvazione della legge 121/81, il legislatore avvertì la necessità di emanare un apposito decreto per “adeguare l'ordinamento della banda musicale del Corpo delle Guardie di Pubblica Sicurezza al nuovo ordinamento della Polizia di Stato, apportando le necessarie modificazioni per qualificare adeguatamente le capacità, i titoli professionali del personale nonché il valore artistico del complesso” (art. 98). Tale provvedimento vide la luce solo nel 1987, D.P.R. 30/4/87 n. 240, e con esso furono fissati compiti, organici, modalità di nomina, inquadramenti e furono dettate le disposizioni transitorie e finali. Si intuisce, quindi, l’importanza di tale D.P.R. che, oltre a determinare nel numero di 105 i componenti della Banda (1 maestro, 1 vice maestro e 103 esecutori) stabilì che per la nomina ad esecutore della stessa sarebbe stato necessario superare uno specifico concorso al fine di accedere a una delle tre parti e sei qualifiche che compongono il ruolo degli esecutori. Purtroppo tale previsione normativa ebbe vita breve, per responsabilità che sarebbe certo opportuno stabilire ma che esulano da questo ambito esplicativo, e fin dal 1992 il Dipartimento di Pubblica Sicurezza, per colmare le vacanze di organico, ha fatto ricorso all’aggregazione di personale del ruolo ordinario in possesso di specifico titolo musicale, ovvero titolo di Conservatorio, e per molti previa audizione con il Maestro.
Tale anomala situazione di aggregazione prolungata, procedura amministrativa non prevista per quanto concerne il Dipartimento di Pubblica Sicurezza, si è protratta fino al 2006, ossia per 14 anni, quando, ricorrendo a una formula alquanto originale, si decise il trasferimento degli aggregati “con funzioni prettamente musicali relativi al perdurare delle esigenze musicali”. A questo punto appare opportuno evidenziare alcuni aspetti:
- il personale ex aggregato, per tutta la durata della stessa, ha percepito non le retribuzioni relative alle mansioni effettivamente svolte, che per intenderci sono equiparate almeno alla qualifica di Ispettore, bensì quelle della qualifica di appartenenza pur svolgendo le medesime funzioni degli orchestrali, con gli stessi servizi, gli stessi orari, gli stessi obblighi e rivestendo molto spesso parti superiori agli orchestrali di ruolo;
- tale situazione non è cambiata dopo il trasferimento “vincolato” del 2006;
- a tutt’oggi vi è personale già aggregato e poi assegnato con una anzianità nettamente superiore al personale di ruolo;
- ancora oggi, in caso di difficoltà di qualsiasi natura organizzativa, si operano differenziazioni di trattamento che ricadono sempre sullo stesso personale, offrendo testimonianza di una certa “ghettizzazione”, professionalmente e, soprattutto, umanamente incomprensibile.
Attualmente la dotazione organica della Banda Musicale della Polizia risulta sotto organico di circa 25 orchestrali, nonostante la presenza di 14 “precari”.
Nell’ambito dell’interrogazione citata, si fa riferimento al disegno di legge 1167, in discussione al Senato, con relatore il sen. Saltamartini, firmatario anche dell’interrogazione stessa, ove è stato respinto, per mancata copertura finanziaria, un emendamento da lui stesso presentato (ovvero con una valenza particolare) che sanava la situazione sopra descritta.
Siamo sicuri che, se non fossero disponibili le prestazioni artistiche musicali offerte dai “precari”, l’attività della Banda sarebbe a tutt’oggi assicurata e possibile con la stessa qualità e consenso fino ad oggi riconosciuto?
Noi lo sappiamo, chi ha la responsabilità artistica ne è sicuramente al corrente, il dubbio è che non ne abbia contezza né il vertice del Dipartimento della Pubblica Sicurezza né quello del ministero dell’Interno. Se così fosse viene da chiedersi il perché; solo mancanza di comunicazione?, esempio di disattenzione? Oppure all’interno della Banda Musicale si preferisce, colpevolmente, tale situazione? Affrontiamo poi il discorso relativo ai costi; quali sono quelli riferiti all’arruolamento, necessari per colmare queste vacanze? La sola voce relativa agli stipendi annuali riferita a 14 neo assunti ammonta a circa 540.000 ?, a cui aggiungere quelli del bando di concorso e del corso di formazione. Regolarizzare, dopo 17 anni, la posizione dei 14 “precari” implica costi pari a circa 54.000 ? annui. Eppure si preferisce continuare a bandire concorsi per esterni.
Compito del sindacato é soprattutto quello di tutelare e rivendicare diritti; non è accettabile che una Amministrazione per ben 17 anni aggiri una legge, utilizzi il personale con mansioni certamente superiori, correndo il rischio di vedersi mettere da parte dopo aver contribuito a garantire il prestigio della Banda Musicale.
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